60 CFU insegnamento, novità: DPCM entro giugno

60 CFU insegnamento, novità DPCM entro giugno

Nuovi criteri di abilitazione per i docenti: DPCM 60 CFU insegnamento, novità in arrivo entro giugno. L’UE ha, infatti, dato il suo benestare al decreto attuativo che sarebbe dovuto essere pubblicato entro il 31 luglio 2022. 

Dopo un lungo periodo di attesa, quindi, il sistema di abilitazione per i docenti si sta finalmente avvicinando al completamento, segnando una svolta significativa rispetto ai precedenti ritardi. Il decreto del presidente del Consiglio, che disciplinerà i requisiti per la formazione universitaria abilitante degli insegnanti, ha finalmente ottenuto l’approvazione dell’Unione Europea, dopo una serie di negoziati tra le autorità italiane e quelle di Bruxelles.

I 60 CFU insegnamento

La nuova abilitazione è stata delineata dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022 (conversione in legge – con modificazioni – del decreto n. 36 del 30 aprile 2022) che prevede, in particolare, il passaggio dai 24 CFU ai 60 CFU

La nuova Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti richiederà, infatti, ai futuri docenti di possedere una laurea universitaria e di accumulare almeno 60 crediti formativi universitari (CFU). Di cui almeno 10 nell’area pedagogica e 20 di tirocinio diretto o indiretto. 

Per ottenere una cattedra, i candidati dovranno, inoltre, superare un concorso e affrontare un periodo di prova annuale con test finale e valutazione conclusiva prima della definitiva immissione in ruolo. 

Tuttavia, è prevista un’eccezione per i cosiddetti “precari storici”, che potranno beneficiare di un percorso differenziato per ottenere l’abilitazione.

Si stima che queste nuove disposizioni coinvolgeranno inizialmente almeno 100.000 docenti.

60 CFU: prospettive

DPCM 60 CFU insegnamento novità, ma non solo. In attesa del decreto attuativo, possiamo tranquillamente affermare che i primi a beneficiare di questo nuovo sistema di abilitazione saranno i partecipanti al concorso riservato previsto dal decreto legge. Tra cui i precari storici e i docenti che già possiedono 24 CFU secondo la vecchia normativa. Una volta superato il concorso, questi docenti dovranno acquisire ulteriori crediti e superare una prova di abilitazione per ottenere una posizione stabile.

Inoltre, è prevista una selezione “aperta” per gli aspiranti docenti. Circa 35.000 professori potranno partecipare a questa selezione, insieme ai 35.000 candidati della selezione riservata. Portando potenzialmente ad un totale di 70.000 nuove assunzioni entro i prossimi due anni, come previsto dal PNRR.  

60 CFU: il ruolo delle università

Le università rivestiranno un ruolo fondamentale in questo processo, in quanto saranno responsabili dell’erogazione dei CFU necessari. Per semplificare questa procedura, si sta considerando la possibilità di apportare una modifica normativa che consenta di svolgere la metà dei 60 CFU in modalità online

Ciò potrebbe aprire nuove opportunità per gli studenti e semplificare il processo di acquisizione dei crediti. Inizialmente, questa modifica sembrava destinata ad essere inclusa nel decreto Pa, attualmente in esame presso la Camera dei Deputati. Ma l’accelerazione dei lavori decisa la settimana scorsa in commissione ha cambiato i piani. Pertanto, è stata pianificata una soluzione alternativa che sarà inserita in un futuro provvedimento ancora da definire.

60 CFU insegnamento, novità: il decreto attuativo 

Nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso, tra cui le negoziazioni con l’Unione Europea che hanno richiesto quasi un anno di scambi tra i ministeri dell’Istruzione e dell’Università, il nuovo sistema di abilitazione per i professori sembra finalmente essere sulla retta finale.

È importante sottolineare che il percorso verso l’approvazione del DPCM 60 CFU non è stato privo di ostacoli. Le negoziazioni con l’Unione Europea hanno richiesto un lungo periodo di tempo, con continui scambi e confronti tra i ministeri dell’Istruzione e dell’Università. 

Inoltre, il cambiamento di maggioranza politica ha aggiunto ulteriori complessità all’intero processo di attuazione. Tuttavia, nonostante queste sfide, il nuovo sistema di abilitazione per i docenti si avvicina finalmente alla sua conclusione.

Le nuove regole di abilitazione per i docenti sono state progettate per garantire una formazione più completa e specifica per coloro che aspirano a diventare insegnanti. L’obbligo di possedere una laurea universitaria, insieme alla necessità di acquisire un certo numero di CFU in aree specifiche, mira a fornire una solida base di conoscenze pedagogiche e disciplinari ai futuri educatori.

60 CFU insegnamento, novità: DPCM entro giugno

Ora che il DPCM 60 CFU ha ottenuto il via libera da Bruxelles, si prevede che entro fine giugno il decreto sarà emanato e finalmente messo in atto. Questo segnerà una svolta significativa nel panorama dell’istruzione italiana, poiché garantirà criteri più rigorosi e uniformi per l’abilitazione dei docenti in tutto il paese.

È importante sottolineare che, nonostante il lungo periodo di negoziati e l’iter complesso dell’approvazione, il nuovo sistema di abilitazione rappresenta un impegno tangibile per rafforzare e migliorare il settore dell’istruzione in Italia. 

Adesso, con l’obiettivo finale alla portata, ci si aspetta che il nuovo sistema di abilitazione per i professori entri presto in vigore, aprendo la strada a un futuro in cui gli insegnanti saranno meglio preparati per affrontare le sfide dell’istruzione e guidare le nuove generazioni verso un apprendimento di qualità.

60 CFU insegnamento, novità: cosa prevede il DPCM?

Il decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri definirà i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente ai 60 CFU/CFA. Di questi, come già anticipato, almeno 10 dovranno essere di area pedagogica e almeno 20 dovranno essere conseguiti attraverso attività di tirocinio diretto e indiretto. 

Previsto, inoltre, anche l’obbligo di presenza minimo di 12 ore per ciascun CFU di tirocinio. 

Ma, soprattutto, il DPCM 60 CFU definirà:

  • il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità;
  • il numero di ore minimo di presenze alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale; 
  • le modalità di svolgimento della prova scritta e orale relative alla prova finale del percorso formativo.

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