Con la sigla ADHD si intende l’Attention Deficit Hyperactivity Disorder. In italiano è conosciuto come Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività.
Questo disturbo concerne il neuro-sviluppo e presenta numerose problematiche. Tra di esse compaiono l’incapacità di mantenere l’attenzione a lungo. Inoltre, il bambino o la bambina non riescono a controllare pienamente le proprie azioni. Ciò è causato anche dall’iperattività.
Tali tipi di difficoltà compaiono prima dei 12 anni di vita e durano almeno 6 mesi di tempo. Maggiori informazioni al riguardo provengono dal Ministero dell’Istruzione.
A parlarne nei dettagli, infatti, ci pensa la Nota n. 4089 del 15 giugno 2010. Essa serve a dare le giuste indicazioni didattiche per garantire il diritto allo studio dei vari studenti.
La popolazione infantile, infatti, è colpita dall’ADHD per una percentuale pari all’1%. Conoscere i suddetti impedimenti è necessario per quanti aspirano a diventare docenti di sostegno.
Questa professione è molto delicata e abbraccia un considerevole numero di situazioni. Chi vuole concorrere per ottenere l’abilitazione nel settore, però, al momento è in attesa del bando del TFA Sostegno 2023.
SOMMARIO
ToggleCos’è l’ADHD
La prima cosa da analizzare è sapere che cosa effettivamente sia l’ADHD. È vero che molti infanti mostrano complicazioni a causa dell’iperattività o della poca attenzione, ma non tutti presentano l’ADHD.
Per tale ragione, spesso il bambino o la bambina in questione tendono a cambiare hobby o intrattenimenti. Ciò avviene perché subentra la noia di seguire qualcosa che non li alletta.
Questo porta le persone con tale disturbo ad abbandonare molto più facilmente sia la scuola sia l’ambito lavorativo.
È bene sottolineare come tutto ciò non sia affatto dovuto a problemi psicologici. L’ADHD affonda le proprio radici nelle disfunzioni neurobiologiche.
Nel contesto menzionato si fortificano i problemi nel socializzare con i coetanei e nella comunicazione in generale. Il loro sembrare distratti e la loro eccessiva agitazione può trarre in inganno. Spesso, infatti, vengono catalogati come svogliati o maleducati.
Molti dei bambini con ADHD, inoltre, riscontrano seri ostacoli anche nella lettura, nella scrittura e nel calcolo. Di conseguenza potrebbero legarsi ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Tutto ciò porta questi studenti a non riuscire a portare al termine un’attività. La condizione in questione sfocia in altre problematiche. Infatti, chi affronta queste difficoltà in maniera quotidiana può sviluppare ansia, insonnia e persino depressione.
Ovviamente, se non si ricevono i trattamenti adeguati in tempo il disturbo potrebbe persistere nel tempo. Infine, anche qualora scomparisse in età infantile, potrebbe ripresentarsi in età adulta.
I sintomi del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
Quindi, i sintomi del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività sono molteplici. Ognuno di essi è abbastanza complesso e non deve essere affatto sottovalutato.
Per esempio, l’alunno con ADHD non riesce a mantenere viva l’attenzione sulle cose che non gli interessano. Inoltre, gli impedimenti persistenti si palesano nei seguenti campi:
- selezionare le informazioni più utili e alimentare la propria concentrazione per tutto il tempo in cui si svolge uno specifico compito;
- resistere ai pensieri divaganti e agli elementi di distrazione;
- seguire e rispettare le regole non certo per colpa di un carattere oppositivo o per problemi di comprensione;
- eseguire operazioni complesse a causa dell’impossibilità di padroneggiare le varie sequenze;
- controllare le azioni che in uno specifico momento risultano essere inappropriate;
- regolare l’eccessiva irrequietezza motoria;
- approcciarsi a uno studio volto alla memorizzazione a lungo termine.
Tutte queste difficoltà, però, possono essere accompagnate anche da ulteriori problemi. Questi ultimi, però, non si manifestano per tutti i soggetti. Infatti, il bambino o la bambina non sempre riescono a costruire relazioni con i propri coetanei e/o a mantenerle.
Gli alunni in questione non riescono a gestire né le proprie emozioni né i momenti di frustrazione. Spesso incorrono nella noia e sono incapaci di controllare la propria aggressività.
Infine, possono avere seri problemi nel seguire le lezioni con il resto della classe e a mantenere i ritmi di studio dei compagni. Ciò non fa altro che aumentare la loro insoddisfazione.
ADHD a scuola
All’interno della scuola devono essere messe in atto tutta una serie di operazioni volte a migliorare la didattica inclusiva. Infatti, i familiari devono contattare il dirigente scolastico per far presente la situazione del figlio.
Da qui la comunicazione deve passare agli insegnanti che devono mobilitarsi per consentire allo studente di ricevere la propria istruzione. Ecco perché devono esserci contatti tra professori, genitori e gli specialisti del caso.
Non solo il docente di sostegno, ma anche quelli curriculari devono mettere in pratica le metodologie adeguate. Infatti, tutti devono fare la propria parte per realizzare l’ambiente adatto per questo tipo di alunni e per farli sentire parte integrante del gruppo.
Un esempio è il fatto di ridurre al minimo le fonti di distrazione in modo che il discente con ADHD possa mantenere la concentrazione. A ciò si possono unire alcuni aiuti in grado di fare realmente la differenza:
- tempi di lavoro brevi o con piccole pause;
- aiuti visivi;
- gratificazioni immediate;
- procedure di controllo sia all’inizio che alla fine delle varie operazione da eseguire.
Ecco perché gli insegnanti sono tenuti a realizzare poche e semplici regole da mettere in pratica nella quotidianità. Inoltre, si devono progettare degli obiettivi realistici da raggiungere.
Si può, infine, incoraggiare l’uso di tabelle, tracce o parole chiave. Lo scopo è quello di favorire l’apprendimento e incrementare la comunicazione verbale. Lavorare per piccoli obiettivi, passo dopo passo, è la soluzione migliore da adottare.
Trattamento
Per quanto concerne la diagnosi di ADHD si può fare riferimento alla Nota Ministeriale prot. 1395 del 20 marzo 2012. Qui si afferma che anche questo tipo di alunni meritano la giusta attenzione in ambito scolastico date le loro difficoltà.
Per tale ragione, per gli allievi con ADHD si palesa la necessità di organizzare un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Avviene, dunque, quello che già viene messo in atto per gli studenti con DSA.
La didattica personalizzata, infatti, consente di impiegare strategie di insegnamento utili per il raggiungimento dei traguardi prefissati. Ciò consente di prestare la giusta considerazione a stili di apprendimento unici.
Inoltre, anche in queste situazioni possono essere adoperati gli strumenti compensativi e le misure dispensative.
Non solo, poiché sono ammessi anche mezzi alternativi per impartire le lezioni come alcuni elementi tecnologici. Il tutto sempre nell’ottica di limitare i danni apportati dai disturbi fin qui analizzati.
Il PDP deve essere redatto con tutte queste informazioni unite ai dati anagrafici del soggetto preso in esame. Inoltre, deve essere compilato nel primo trimestre dell’anno scolastico.
Oltre al Consiglio di classe, la formulazione del PDP deve vedere la partecipazione attiva anche di altri elementi. Ovvero della famiglia di origine e dei Centri di diagnosi e cura dell’ADHD.
Ecco perché è importante fare in modo di individuare il prima possibile questi disturbi. In particolare, bisogna partire dalla scuola dell’infanzia per avere maggiori opportunità di successo.