Oggi la scuola presenta una complessità di esigenze didattiche che un docente deve saper conciliare perfettamente, tra le quali spiccano quelle degli alunni DSA, sigla che indica i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
La normativa a cui fare affidamento è la Legge n. 179 dell’8 ottobre 2010, che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come DSA.
In tale ottica è bene ricordare una cosa: il MIM (ex MIUR) si deve fare garante dei diritti degli studenti anche, e soprattutto, di quelli più fragili, infatti il Ministero dell’Istruzione deve mettere in atto molteplici progetti utili a concretizzare l’integrazione scolastica.
Il compito del docente di sostegno, ma anche del resto della scuola, è quello di trovare le metodologie didattiche adatte allo scopo.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, inoltre, si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate e, al medesimo tempo, non ci sono né patologie neurologiche né deficit sensoriali associati, ma nonostante ciò gli alunni con DSA devono affrontare importanti limitazioni nelle attività quotidiane.
SOMMARIO
ToggleChi sono gli alunni con DSA
La prima cosa da comprendere è quella relativa all’identità degli alunni con DSA. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento concernono alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico.
Essi vanno contestualizzati nei confronti dell’età anagrafica dell’allievo e della classe da lui stesso frequentata. Di conseguenza, bisogna fare molta attenzione a non confondere tali problematicità con i normali ritardi riscontrati nell’istruzione.
Per avere maggiori dettagli in merito si possono consultare le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Quest’ultime si trovano in allegato al Decreto Ministeriale 12 luglio 2011.
Il loro scopo è quello di dare le indicazioni necessarie per realizzare i molteplici interventi didattici individualizzati e personalizzati.
Inoltre, servono anche per far conoscere quali siano gli strumenti compensativi e le misure dispensative. Essi vanno adottati nei confronti degli alunni con DSA.
Suddette linee guida affermano che i DSA «interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica».
Tra di essi compaiono:
- la dislessia;
- la disgrafia;
- la disortografia;
- la discalculia.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento: quali sono?
Gli alunni con DSA, quindi, sono coloro che palesano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La loro caratterizzazione è decisamente strutturata.
La dislessia concerne la lettura di un testo. L’alunno in questione, infatti, non riesce a leggere con correttezza e rapidità. Queste difficoltà devono essere ovviamente rapportate all’età anagrafica dello studente e alla classe da lui frequentata.
La dislessia, inoltre, spesso viene confusa con il normale rallentamento di apprendimento che può esserci a inizio percorso scolastico.
La disgrafia, invece, è relativa alla scrittura, in particolare si sofferma sulla grafia. Infatti, il discente riscontra delle complessità proprio nell’atto dello scrivere. Di conseguenza non riesce ad avere il controllo degli aspetti grafici nella loro totalità.
La disortografia è limitata sempre all’ambito della scrittura, ma tocca il settore dell’ortografia. Ivi, in rapporto all’età anagrafica del soggetto preso in esame, si notano delle scorrettezze in quanto scritto.
Infine, c’è la discalculia che limita le abilità di calcolo. Le problematicità si manifestano nelle procedure esecutive. In più, sono visibili anche nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica.
Per fronteggiare tutto ciò c’è uno strumento indispensabile nelle mani dei docenti di sostegno e non solo: il Piano Didattico Personalizzato.
In tale ottica si deve osservare il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011. Esso individua e chiarisce le misure educative e didattiche di supporto.
Gli strumenti compensativi: quali e quanti sono
Il PDP contiene anche gli strumenti compensativi e dispensativi utili agli alunni DSA. Il Piano Didattico Personalizzato deve contenere alcuni elementi tra cui:
- i dati anagrafici dello studente;
- la tipologia di disturbo;
- le attività didattiche individualizzate;
- le attività didattiche personalizzate;
- gli strumenti compensativi utilizzati;
- le misure dispensative adottate;
- le forme di verifica e valutazione personalizzate.
Invece, per strumenti compensativi si intendono elementi sia didattici che tecnologici. La loro funzionalità è quella di facilitare la prestazione degli alunni con DSA nel campo in cui presentano impedimenti.
Tra gli strumenti compensativi più noti si possono menzionare:
- il registratore, adatto a evitare allo studente la trascrizione degli appunti;
- i programmi di videoscrittura con integrato il correttore automatico;
- le mappe concettuali;
- le calcolatrici;
- le tabelle;
- i formulari.
Le misure dispensative: in cosa consistono?
Infine, gli alunni DSA possono usufruire anche delle misure dispensative. Tale terminologia fa riferimento a una specifica pratica.
Qualora l’azione didattica da mettere in pratica si presentasse come troppo difficoltosa, gli studenti possono esserne dispensati.
A causa del disturbo, infatti, un’azione potrebbe risultare troppo ardua da espletare. Per esempio, leggere un brano eccessivamente lungo per chi manifesta la dislessia sarebbe inutile oltre che dannoso.
Ancora, lo studente in questione può usufruire di maggior tempo durante le prove. Infatti, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento rallentano di molto le prestazioni scolastiche. Quindi, si stima di assegnare circa il 30% in più del tempo rispetto al resto della classe.
Per non creare delle ingiuste agevolazioni, però, l’adozione delle misure dispensative deve essere attentamente analizzata.
Si ricorda, infine, come il Piano Didattico Individualizzato non sia di esclusiva competenza del docente di sostegno. Per chi vuole intraprendere tale carriera, invece, conviene attendere il bando del TFA Sostegno.