L’ammissione agli Esami di Stato con insufficienze: è possibile? Come funziona?

Gestione operativa degli Esami integrativi e di idoneità nel secondo ciclo

L’Esame di Stato è l’ultimo step che gli studenti delle ultime classi del secondo ciclo di studi devono sostenere per conseguire il diploma di maturità.

L’ammissione richiede la sufficienza in tutte le materie previste dal corso di studi, ma esistono delle eccezioni. Per comprendere come funziona, bisogna però partire dalla normativa vigente e tenere conto del ruolo fondamentale del Consiglio di Classe.

La normativa sull’ammissione all’Esame di Stato: ecco cosa dice

La normativa che regola l’ammissione all’Esame di Stato è la Legge 11 gennaio 2007, n.1, che riporta:

“All’esame di Stato sono ammessi: a) gli alunni delle scuole statali e paritarie che abbiano frequentato l’ultimo anno di corso, siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale e abbiano comunque saldato i debiti formativi contratti nei precedenti anni scolastici, secondo modalità definite con decreto del Ministro della pubblica istruzione; b) alle stesse condizioni e con i requisiti di cui alla lettera a), gli alunni delle scuole pareggiate o legalmente riconosciute nelle quali continuano a funzionare corsi di studio, fino al loro completamento, ai sensi dell’articolo 1-bis, comma 6, del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27”.

Ciò significa che, per essere ammessi all’esame di maturità e sostenere le relative prove, gli studenti devono soddisfare requisiti ben precisi:

  • aver frequentato almeno ¾ del monte ore previsto nel corso dell’anno scolastico;
  • aver sostenuto le prove Invalsi;
  • aver completato il percorso di PCTO (Alternanza Scuola-Lavoro);
  • avere una valutazione pari o superiore a 6 decimi in tutte le discipline;
  • avere un voto non inferiore a 6 decimi in condotta. 

Tuttavia, esistono delle eccezioni: è possibile, infatti, essere ammessi anche con voti inferiori a 6 decimi, ma la decisione finale spetta al Consiglio di Classe. 

Quando è possibile essere ammessi con insufficienze?

Per essere ammessi all’Esame di Stato, quindi, gli studenti delle ultime classi devono avere la sufficienza in tutte le materie; dato, però, che l’ultima parola è data dal Consiglio di Classe, quest’ultimo può deliberatamente decidere se ammettere uno o più studenti con una o più materie insufficienti.

In pratica, si fa riferimento a quanto disposto dal D.L.vo n. 62 del 13 aprile 2017, che all’art. 13, comma 2, punto d), relativo all’ammissione (in generale) dei candidati interni che devono riportare una: 

“Votazione non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi”. Nel caso di votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il consiglio di classe può deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo.”

Prima dell’ammissione alla maturità, infatti, il Consiglio di Classe si riunisce e assegna il punteggio finale a ciascun alunno. In sede di scrutinio, quindi, i membri del Consiglio possono valutare singolarmente i casi di studenti con insufficienze e, tenendo conto del percorso compiuto nell’arco del quinquennio, decidere comunque di ammetterli all’Esame di Stato. 

I criteri di ammissione di alunno con insufficienze

Esiste un’altra normativa importante che riguarda gli alunni con insufficiente: si tratta del Decreto 769 del 26 novembre 2018, che consente di ammettere all’esame di maturità anche studenti con votazione inferiore a 6 decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline. 

Bisogna sottolineare che non consiste in una misura automatica ma, appunto, affida al Consiglio di Classe la decisione finale. Se sussiste una motivazione adeguata, che “giustifichi” in qualche modo le insufficienze, allora i candidati coinvolti possono comunque essere ammessi all’Esame di Stato conclusivo del ciclo di istruzione. 

Tra le motivazioni potrebbero rientrare una buona condotta, l’impegno dimostrato nel corso dell’anno scolastico, eventuali interferenze esterne che abbiano rallentato le prestazioni o qualsiasi altro fattore che possa, in qualche modo, andare al di là di un semplice voto e concedere un’ultima possibilità ai candidati insufficienti.

È proprio questo il motivo per cui la decisione finale spetta al Consiglio di Classe: i componenti conoscono i candidati, la loro storia e il loro percorso, e hanno tutte le informazioni necessarie per esprimere un giudizio globale e complessivo.

A questo punto, si pongono due opzioni: ammettere i candidati mantenendo le insufficienze o assegnare loro la cosiddetta “sufficienza d’ufficio”. Tenendo conto, però, di quanto riportato dalla Legge 11 gennaio 2007, che considera ammessi all’Esame di Stato solo gli studenti con un punteggio di 6 decimi in tutte le discipline, l’opzione più corretta sarebbe quella di assegnare la sufficienza anche in quelle materie dove, in realtà, non è stata raggiunta. 

esami di stato

Cosa succede in caso di ammissione con insufficienze all’Esame di Maturità?

In occasione dello scrutinio finale, il Consiglio di Classe attribuisce a ogni studente il punteggio per il credito maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno per un massimo di 40 punti: 12 punti per il terzo anno, 13 per il quarto anno e 15 per il quinto anno.

Tenendo conto che il voto in condotta incide sul credito scolastico e che quest’ultimo va a incidere sulla valutazione finale, il voto dell’Esame di Stato è espresso in centesimi ed è così suddiviso: 

  • 40 punti max per il credito scolastico;
  • 20 punti max per la prima prova scritta;
  • 20 punti max per la seconda prova scritta;
  • 20 punti max per la terza prova orale. 

La commissione d’esame, inoltre, può assegnare un massimo di 5 punti “bonus” agli studenti più meritevoli. 

Dalla somma di tutti questi punti si ottiene il voto finale, che può riportare un punteggio minimo di 60/100 e un punteggio massimo di 100/100 con la possibilità di aggiungere la lode. 

Detto questo, appare chiaro che gli studenti presentati all’Esame di Stato con insufficienze partano da un credito scolastico piuttosto basso che, di conseguenza, dovrà essere colmato in qualche modo dal punteggio ottenuto nelle varie prove.

In poche parole, una volta ammessi, sta ai candidati insufficienti impegnarsi per sostenere al meglio le prove scritte e orali, cercando di ottenere un buon punteggio che vada a compensare il credito scolastico carente. 

In ogni caso, l’ultima partita si gioca proprio in occasione dell’Esame di Stato e anche gli studenti che partono con un credito scolastico basso possono comunque raggiungere e, perché no, superare i 60/100 portando a casa un ottimo risultato. 

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