Aumenti retributivi per docenti e ATA: tutte le novità dopo il rinnovo del Contratto Scuola 2022-2024

Rosalia Cimino

12 Novembre 2025

Aumenti retributivi per docenti e ATA: personale scolastico esultante

Aumenti retributivi per docenti e ATA: tutte le novità dopo il rinnovo del Contratto Scuola 2022-2024

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Il rinnovo del Contratto Scuola 2022-2024 segna una tappa importante per oltre 1,2 milioni di lavoratori dell’istruzione e della ricerca. Dopo mesi di trattative, l’accordo siglato all’ARAN introduce significativi aumenti retributivi per docenti e ATA e una rivalutazione complessiva degli stipendi, restituendo centralità al ruolo del personale docente e ATA.

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Aumenti retributivi per docenti e ATA nel nuovo CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

Il cuore del rinnovo del CCNL 2022-2024 è rappresentato dagli aumenti retributivi per docenti e ATA, che variano in base all’anzianità e alla categoria di appartenenza.

  • Docenti: incremento medio di 144 euro lordi mensili, con aumenti che superano il 6% rispetto al triennio precedente.
  • Personale ATA: aumento medio di 105 euro lordi mensili.

Per quanto riguarda la categoria insegnanti, un docente di scuola primaria con meno di 8 anni di servizio passa a circa 24.880 euro lordi annui, mentre chi ha oltre 35 anni raggiunge oltre 36.000 euro.

In merito al personale ATA, invece, i collaboratori scolastici guadagnano oltre 18.500 euro annui, mentre i DSGA con maggiore anzianità arrivano a 42.600 euro lordi.

Una tantum e arretrati

Il nuovo CCNL 2022-2024 contratto scuola prevede incrementi medi di circa 150 euro al mese per tredici mensilità, con punte che raggiungono i 185 euro per i docenti e i 240 euro per ricercatori e tecnologi, in base all’anzianità di servizio.

Per tutto il personale scolastico è previsto anche il pagamento immediato degli arretrati, oltre a una una tantum di 240 milioni di euro che andrà a sostenere soprattutto il comparto ATA.

Non si tratta solo di una revisione salariale: la dichiarazione congiunta tra Governo e sindacati include l’impegno ad anticipare le risorse del prossimo triennio per accelerare i tempi di erogazione, seguendo il modello già sperimentato con successo nel ciclo 2019-2021.

In concreto, più soldi in busta paga e una prospettiva di rinnovo continuo, per evitare il lungo stallo che ha caratterizzato i precedenti cicli contrattuali.

L’erogazione è prevista da gennaio 2026, dopo la fase di controllo e registrazione. Parallelamente, le parti sociali hanno già fissato l’avvio delle trattative per il contratto 2025-2027, con l’obiettivo di accelerare i tempi e garantire una revisione più rapida degli aumenti retributivi per docenti e ATA.

Aumenti retributivi per docenti e ATA da Gennaio 2026

Come appena accennato, dal 1° gennaio 2026, gli aumenti retributivi per docenti e ATA diventeranno operativi in modo stabile. Questa fase segnerà il passaggio a un sistema più uniforme e prevedibile, su cui si innesteranno i futuri rinnovi contrattuali. Il prospetto è il seguente: 

CategoriaAumento medio mensileArretrati biennioUna tantum
Docenti110 – 185 euro1.100–1.900 euro111,70 euro
ATA85 – 194 euro270,70 euro
DSGAindennità fino a 3.031,90 euro/anno

Il nuovo contratto rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del lavoro scolastico, ma resta lontano da una vera riforma retributiva.

Un passo avanti per tutta la scuola italiana?

Con incrementi superiori al 6% e un impianto retributivo più trasparente, il rinnovo del Contratto Scuola 2022-2024 rappresenta un passo avanti concreto per docenti e personale ATA.

Le nuove misure, unite agli sgravi fiscali previsti dalla Legge di Bilancio 2025, promettono stipendi più equi e valorizzanti, in linea con l’importanza strategica del comparto educativo per il futuro del Paese.

Concretamente, gli aumenti migliorano le buste paga ma non cambiano ancora la percezione sociale della professione docente né la sostenibilità organizzativa delle scuole.

Per molti, l’accordo è “una base da cui ripartire”: il primo tassello di un percorso che dovrà necessariamente affrontare anche carriere, precariato e carichi di lavoro.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, ha definito la firma un “atto di responsabilità e di continuità”, mentre le sigle sindacali firmatarie — Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals, Gilda e Anief — hanno parlato di “accordo necessario per dare subito risposte concrete ai lavoratori”.

Più prudente la Flc Cgil, che non ha firmato l’intesa, giudicandola “insufficiente” rispetto all’inflazione accumulata. Tuttavia, anche dal fronte critico emerge un punto condiviso: la scuola italiana ha bisogno di investimenti strutturali, non solo economici, per affrontare le sfide del futuro.