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Per svolgere il ruolo di docente vi sono alcuni criteri da tenere in considerazione. Sicuramente, è necessario dare la giusta importanza all’abilitazione all’insegnamento. Un titolo eminente che dona al suo possessore differenti benefici.
Una tematica che è al centro delle ultime iniziative governative. Il D.L. n. 36 del 30 aprile 2022 ha, infatti, esposto un nuovo modo di procedere alla formazione dei docenti. Nell’ambito della quale l’abilitazione degli stessi è un punto focale.
Definizione dell’abilitazione all’insegnamento
Per approfondire un argomento è sempre un bene partire dalle sue fondamenta. Per questo motivo è necessario snocciolare la definizione dell’abilitazione all’insegnamento. Essa è un vero e proprio riconoscimento da parte del MIUR sulla capacità di istruire di un docente.
La sola laurea, infatti, non è sufficiente per poter ambire ad acquisire una cattedra a tempo indeterminato. Vi sono, però, diversi casi su cui soffermarsi. Per la scuola d’infanzia e primaria, infatti, l’abilitazione all’insegnamento si ottiene tramite la laurea in Scienze della Formazione Primaria.
Diverso è il discorso per coloro che vogliono lavorare all’interno della scuola secondaria di I e di II grado. In tale contesto, infatti, i titoli di studio non sono abilitanti. Per ottenere tale riconoscimento è necessario il superamento di un concorso statale.
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Un esempio pratico che si può fare è relativo alla procedura straordinaria per esami volta all’accesso all’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie. Ciò, infatti, era stato emanato dal Decreto Dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020.
La nuova riforma
Come accennato in apertura di articolo, la nuova riforma voluta dal Ministro dell’Istruzione ha messo al proprio centro tale argomento. L’acquisizione dei 60 CFU è volta proprio ad abilitare la futura classe insegnanti.
I crediti formativi universitari sono necessari per reclutare i nuovi docenti, ma anche per avviare quella che è definita come formazione continua. Tali caratteristiche, infatti, sono volte a rendere maggiormente preparati i professori e le professoresse d’Italia.
Un percorso universitario che vuole inglobare al proprio interno tecnica, pratica e teoria. Il tutto per innalzare il livello qualitativo dell’offerta formativa del nostro Paese. Attraverso l’abilitazione, inoltre, ai candidati in questione sarà consentito di avere più facilmente accesso al ruolo a tempo indeterminato.
Il tutto, naturalmente, è legato alla nuova visione dell’istruzione. Sempre più legata ai tirocini, per un risvolto concreto, e alle competenze linguistiche e informatiche.
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