Concorso docenti 2023 e 2024: tutte le novità 

Concorso docenti 2023

La grande svolta impressa al sistema di reclutamento dei docenti nell’ambito degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede per il 2023 e per il 2024 ben tre bandi di concorso docenti

Il primo sarà riservato ai docenti precari e dovrebbe svolgersi in una forma veloce e semplificata in modo da permettere le assunzioni dei vincitori già a partire da settembre.

Gli altri due saranno, invece, ordinari nel rispetto dell’ultima riforma scolastica che punta a concorsi docenti con cadenza annuale. Anche in questi due importanti appuntamenti, tuttavia, ci sarà grande attenzione per i docenti precari nell’ottica di una necessaria stabilizzazione. 

Concorso docenti: 70mila assunzioni entro il 2024

Ricordiamo che l’obiettivo fissato dal Pnrr è quello di raggiungere le 70mila immissioni di docenti in ruolo entro il 2024. E che una parte consistente di queste dovrebbe riguardare i docenti precari con almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni.  

Tuttavia, i Ministri dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e degli Affari europei, Raffaele Fitto, chiederanno di far slittare il raggiungimento dell’obiettivo di un anno. Quindi, al 2025

Al più presto, infatti, gli stessi illustreranno a Bruxelles le motivazioni di tale richiesta nonché le nuove modalità di reclutamento, in modo da ottenere il necessario via libera e poter procedere con la definizione dei bandi.

Concorso docenti 2023

Come già accennato, il concorso riservato ai docenti precari con almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni sarà svolto in modalità semplificata e, soprattutto, in tempi rapidi. In questo caso, infatti, l’obiettivo è quello di raggiungere le 25mila assunzioni prima dell’inizio dell’anno scolastico 2023/2024.   

Potranno partecipare tutti gli insegnanti che hanno già conseguito l’abilitazione, la specializzazione al sostegno o che siano iscritti nella seconda fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS). 

I vincitori del concorso saranno assunti con contratto a tempo determinato e dovranno svolgere un anno di prova e di tirocinio. Nonché una prova finale basata su un esame scritto e uno orale. Inoltre, dovranno conseguire anche 30 CFU. 

Concorso straordinario 2023: requisiti e tempistiche

Il Concorso straordinario 2023 riservato ai docenti precari rappresenta una straordinaria opportunità per tutti coloro che da anni aspettano fiduciosi ed instancabili una meritata stabilizzazione.

L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione e del Merito è quello di assumere 35.000 nuovi insegnanti entro l’inizio del prossimo anno scolastico (2023/2024).

L’uscita del relativo bando è atteso entro i prossimi mesi e riguarderà tutte le scuole italiane: infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado. Il concorso, ad ogni modo, si svolgerà durante il periodo estivo.

I requisiti per partecipare sono:

  • 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni (di cui uno specifico);
  • possesso dei 24 CFU.

Concorso docenti 2024 e 2025

Per raggiungere l’obiettivo delle 70mila immissioni in ruolo saranno, inoltre, banditi altri due concorsi ordinari nel 2024 e nel 2025. Per un totale di 50mila posti. Riservati, ovviamente, ai docenti che abbiano già acquisito i 60 CFU previsti dalla nuova Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti approvata dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022 (conversione in legge – con modificazioni – del decreto n. 36 del 30 aprile 2022).

Da precisare, tuttavia, che il decreto attuativo (DPCM) relativo ai 60 CFU non è ancora stato emanato, per cui bisognerà aspettare indicazioni più precise in merito. 

É certo, però, che una parte – ancora tutta da definire – dei posti disponibili sarà riservata ai docenti precari con all’attivo almeno 36 mesi di supplenza.   

Come cambia il Concorso docenti 2023

Abbiamo già accennato alle novità introdotte dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti nel mondo scolastico

Detta Riforma, voluta e sostenuta dall’ex Ministro Bianchi, oltre a modificare il percorso per diventare insegnanti, ha anche ridisegnato il sistema di reclutamento dei docenti stessi. 

Tant’è che il nuovo percorso per gli aspiranti docenti prevede le seguenti tape:

  • laurea magistrale (laurea triennale per gli ITP);
  • 60 CFU;
  • concorso docenti;
  • anno di prova, esame finale e valutazione conclusiva. 

In buona sostanza, la Riforma punta a definire un percorso chiaro e preciso per l’accesso all’insegnamento, in modo da superare il precariato e offrire maggiori opportunità agli aspiranti docenti. 

Concorso docenti: i requisiti

Alla luce della Riforma Bianchi, i nuovi requisiti di accesso al concorso ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado sono:

  • laurea, oppure diploma AFAM di I livello per i posti di insegnante tecnico pratico (ITP). Sono ammessi anche titoli equipollenti o equiparati purchè il titolo di accesso sia coerente con le classi di concorso;
  • laurea o diploma AFAM di II livello e abilitazione all’insegnamento specifica per la classe di concorso, per i posti comuni. È possibile, inoltre, accedere al concorso con il diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di II livello oppure con titoli equipollenti o equiparati, purchè coerenti con le classi di concorso vigenti alla data di indizione della procedura concorsuale;
  • specializzazione su Sostegno;
  • 3 anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 5 anni di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o tipologia di posto, per i posti comuni e ITP. Imprescindibile, in questo caso, il possesso del titolo di studio di accesso per la classe di concorso per la quale si intende concorrere.

Da quando 60 CFU insegnamento? Fase transitoria

Ad ogni modo, gli effetti della Riforma Bianchi non saranno immediati. È, infatti, prevista una fase transitoria che durerà fino al 31 dicembre 2024. 

Tant’è che tutti coloro che sono in possesso dei 24 CFU (purché acquisiti entro il 31 ottobre 2022) potranno utilizzarli entro tale data per la partecipazione al concorso scuola, al TFA Sostegno e al prossimo aggiornamento delle GPS. 

Gli stessi avranno, tuttavia, l’obbligo – una volta eventualmente superato il concorso – di integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato). 

Fermo restando l’anno di prova con valutazione finale prima della definitiva immissione in ruolo. Da novembre in poi, quindi, addio ai classici 24 CFU e via libera ai nuovi 60 CFU. Sebbene con qualche piccola eccezione. 

60 CFU insegnamento. I precari storici con 3 anni di servizio

Tra le eccezioni contemplate dalla Riforma Bianchi c’è quella riservata ai cosiddetti precari storici. Vale a dire agli aspiranti docenti con almeno 3 annualità di servizio – anche non continuativi – negli ultimi 5 anni. Con almeno 180 giorni complessivi di servizio e purché almeno un’annualità sia stata svolta sulla specifica classe di concorso. 

Gli stessi potranno, infatti, accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi. Una volta superato il concorso, però, dovranno poi acquisire almeno 30 CFU durante il primo anno di immissione in servizio (con contratto a tempo determinato). E, quindi, affrontare anche la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. 

60 CFU insegnamento. Eccezioni seconda abilitazione

Un’altra eccezione è quella che riguarda gli insegnanti già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno. 

Secondo quanto previsto dalla Riforma Bianchi, gli stessi potranno conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione limitandosi ad acquisire soli 30 CFU. 

Di questi, tuttavia, 20 CFU dovranno essere riferiti al campo delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento. Mentre i restanti 10 CFU dovranno essere di tirocinio diretto. 

Anche per loro, una volta superato il concorso, scatterà l’obbligo di conseguire ulteriori 30 CFU e di superare la prova finale prima dell’immissione in ruolo a tempo indeterminato. 

Concorso docenti. Assunzioni in ruolo

Dopo aver analizzato le novità del concorso docenti e tutte le eccezioni previste dalla fase transitoria nell’ambito della Riforma Bianchi, vediamo adesso quali sono le fasi che portano alle assunzioni in ruolo

Si parte, anzitutto, con un concorso nazionale a cadenza annuale, indetto su base regionale o interregionale. Ovviamente, la procedura concorsuale sarà per titoli ed esami e potrebbe prevedere anche una prova preselettiva.

L’esame scritto, contrariamente all’ultimo concorso docenti, sarà basato su quesiti a risposta aperta.

L’orale, invece, oltre agli argomenti della prova scritta, punterà anche a verificare le conoscenze degli aspiranti docenti nelle metodologie e tecniche della didattica generale e disciplinare nonché di informatica e di lingua inglese.

Infine, verrà stilata una graduatoria che terrà conto sia dei titoli presentati che del punteggio registrato al termine delle prove. 

Un appuntamento importante e decisivo per tutti gli aspiranti docenti. Vietato, quindi, farsi trovare impreparati o claudicanti. E il modo migliore per non perdere questo treno è affidarsi ai corsi di preparazione creati da esperti certificati del settore.  

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