L’interminabile querelle legata ai ricorsi relativi al Concorso DS 2017 continua a far discutere. Anche a distanza di cinque anni e nonostante la pronuncia del TAR e del Consiglio di Stato.
Né la bocciatura del TAR, infatti, né la pronuncia del Consiglio di Stato sono servite a porre la parola fine ad una vicenda che continua ad alimentare scontri e polemiche.
Mentre all’orizzonte per 37 dirigenti scolastici si fa largo l’ipotesi – dopo tre anni di servizio – di un brusco ritorno dietro ad una cattedra nelle vesti di docente.
Non è, però, escluso che il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, insieme al neo Governo Meloni, opti per una risoluzione politica del contenzioso e ponga in essere una sanatoria.
Il tutto mentre da più parti si invoca la pubblicazione del bando definitivo del Concorso dirigenti scolastici 2022, la cui bozza ha già incassato a febbraio il parere favorevole del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione).
SOMMARIO
ToggleConcorso Dirigenti scolastici 2017
L’obiettivo del Concorso DS 2017 era quello di assegnare 2.425 posti da dirigente scolastico per il triennio successivo. Tuttavia, visto l’alto numero di iscritti, si fece ricorso ad una prova preselettiva per scremare il numero dei partecipanti.
Il test preselettivo in questione prevedeva 100 domande a risposta multipla. E solo i primi 8.700 classificati furono ammessi alla prova scritta e alla prova orale.
Tuttavia, la pubblicazione della lista degli ammessi alla prova scritta, non venne accolta favorevolmente da diversi candidati i quali, vistisi esclusi, presentarono ricorso al TAR del Lazio, contestando l’esito del test e ottenendo un’ordinanza sospensiva.
Concorso Dirigenti scolastici 2017. Ricorso
Il ricorso al TAR del Lazio e la conseguente sospensiva loro concessa, permise agli aspiranti dirigenti scolastici esclusi di partecipare alla successiva prova scritta e, infine, a quella orale. Nonostante il mancato superamento del test preselettivo.
Una parte degli stessi – 74 per l’esattezza – superarono il Concorso. E tra i primi 1.984 neo dirigenti scolastici assunti erano presenti 37 candidati ammessi con riserva.
Da una parte, dunque, i ricorsi e l’assurda lentezza della giustizia italiana, dall’altra gli aspiranti docenti alle prese con l’anno di prova e con la successiva conferma in ruolo. In attesa della sentenza definitiva.
Che, tuttavia, si è dimostrata più complicata del previsto. Tant’è che, in un primo momento, il Consiglio di Stato suggerì la ripetizione della prova preselettiva (pronuncia n. 06804 del 25 febbraio 2022). Per poi “ritrattare” consigliando, di contro, la previsione di una sanatoria (pronuncia n. 04781 del 25 luglio 2022).
Concorso DS 2017. Sentenza Consiglio di Stato
E proprio sulla base della prima pronuncia del Consiglio di Stato, i 74 vincitori sub judice chiesero, appunto, di poter sostenere di nuovo la prova preselettiva. Ma questo non fece che determinare ulteriore confusione e incertezza.
Infatti, per alcuni viene emessa un’ulteriore ordinanza sospensiva che consente al dirigente scolastico di restare al proprio posto. In attesa, però, del pronunciamento definitivo sul merito.
Per altri, invece, il rigetto della richiesta comporta la restituzione al ruolo di insegnante nella regione di provenienza.
Ma non è finita qui. Perché con il decreto n.07176 del 17 settembre 2022 il Consiglio di Stato ribadisce che la soluzione ideale della vicenda sarebbe quella di un accordo extragiudiziale.
E, intanto, scoppia la rabbia dei dirigenti scolastici costretti a tornare dietro ad una cattedra. A loro avviso, infatti, il superamento delle prove concorsuali e gli anni di servizio accumulati hanno di fatto sanato il mancato superamento della contestata prova preselettiva.
A questo punto, quindi, tutto è ancora possibile. Compreso il ricorso ad una soluzione politica in grado di mettere tutti d’accordo. O quasi.