Contrasto alla violenza di genere: l’indagine MIM fotografa la mobilitazione delle scuole (97% attive: 9 scuole su 10)

Giuseppe Montone

10 Novembre 2025

Contrasto alla violenza di genere: un grafico dell'indagine

Contrasto alla violenza di genere: l’indagine MIM fotografa la mobilitazione delle scuole (97% attive: 9 scuole su 10)

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha pubblicato i risultati di un’indagine nazionale sulle iniziative per il contrasto alla violenza di genere. Il monitoraggio, svoltosi tra il 15 e il 29 maggio 2025, ha coinvolto le scuole Secondarie di secondo grado statali, ed ha restituito un quadro di forte impegno da parte delle istituzioni scolastiche.

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L’indagine MIM: partecipazione e attivazione delle scuole

La rilevazione – i cui risultati sono contenuti nel dossier ”Indagine sulla realizzazione di Progetti/Attività per il contrato alla violenza contro le donne” a cura della Direzione Generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali – ha visto un’adesione ampia e diffusa. Hanno risposto al monitoraggio 2.322 scuole statali, pari all’86,7% del totale nazionale. 

Un simile livello di partecipazione conferma l’attenzione del sistema scolastico verso i temi della parità e della prevenzione. 

L’analisi dei dati evidenzia, inoltre, che 2.249 istituti tra i rispondenti, equivalenti al 96,9%, hanno dichiarato di aver avviato attività specifiche. 

L’impegno risulta in linea con le nuove Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, che pongono un accento particolare sull’educazione alle relazioni.

Progetti per il contrasto alla violenza di genere: l’impegno regionale

L’impegno nel contrasto alla violenza di genere appare distribuito in modo capillare sul territorio nazionale. 

Tutte le regioni hanno mostrato percentuali di attivazione dei progetti superiori al 93%

Spiccano in particolare il Molise e l’Umbria, dove il 100% delle scuole rispondenti ha implementato iniziative dedicate. 

Anche la partecipazione generale all’indagine è stata elevata ovunque, con regioni come il Friuli-Venezia Giulia (93,1%) e la Lombardia (91,7%) che mostrano i tassi di risposta più alti.

Modalità didattiche: attività curricolari ed extracurricolari

L’organizzazione delle attività formative si è concentrata prevalentemente all’interno dell’orario scolastico. 

Secondo i dati del Ministero, l’87,4% delle scuole ha inserito i progetti all’interno delle ore curricolari. Una quota minore, pari al 12,6%, ha optato per iniziative extracurricolari. 

La scelta di integrare la formazione nelle materie ordinarie suggerisce una volontà di rendere la sensibilizzazione un elemento strutturale del percorso educativo, piuttosto che un evento isolato. 

La Lombardia, con 270 attività curricolari, e la Campania, con 222, guidano questa classifica in termini numerici.

Contrasto alla violenza di genere: un grafico dell'indagine

Il coinvolgimento degli studenti: seminari, laboratori e dibattiti

Le metodologie utilizzate per coinvolgere gli studenti sono state diversificate, al fine di stimolare una partecipazione attiva

I dati raccolti dal MIM indicano una preferenza per modalità interattive:

  • Seminari: 506 scuole;
  • Gruppi di discussione: 458 scuole;
  • Laboratori: 433 scuole;
  • Altro: 852 scuole (categoria che include performance artistiche, campagne di sensibilizzazione e incontri con esperti).

L’ampio ricorso a gruppi di discussione e laboratori sottolinea l’adozione di un approccio non frontale, essenziale per affrontare tematiche complesse come le relazioni e il rispetto.

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L’impatto educativo: buone pratiche e cambiamenti nel clima scolastico

Un risultato significativo dell’indagine promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito riguarda la percezione dell’efficacia di tali percorsi. 

Il 47,4% delle scuole partecipanti (1.065 istituti) ha dichiarato di aver sviluppato buone pratiche che potrebbero essere replicate in altri contesti scolastici. Tale dato è particolarmente positivo, poiché indica la creazione di un patrimonio di esperienze concrete. 

Le Marche si distinguono con la percentuale più alta di buone pratiche segnalate (63,8%), seguite dalla Basilicata (55,6%) e dall’Abruzzo (53,4%). 

La condivisione di modelli efficaci è un passo determinante per la standardizzazione di interventi di qualità.

La riduzione di bullismo e violenza: i dati regionali

L’obiettivo finale dei progetti per il contrasto alla violenza di genere è quello di generare un cambiamento tangibile. Il monitoraggio evidenzia un impatto positivo sul clima scolastico. 

Complessivamente, il 68,5% degli istituti ha registrato una maggiore attenzione ai comportamenti relazionali, un uso più consapevole del linguaggio e una diminuzione di episodi di bullismo o violenza di genere

L’impatto percepito varia notevolmente a livello regionale: la Campania registra il dato più alto (85,1%), seguita da Basilicata (81,5%), Sicilia (80,5%) e Puglia (80,3%). 

Percentuali più contenute si rilevano invece in Friuli-Venezia Giulia (51,9%) e Lombardia (52,3%).

Il ruolo delle Linee guida per l’Educazione civica

I risultati dell’indagine, curata dalla Direzione Generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali del MIM, confermano l’importanza dell’attuazione delle Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. 

I percorsi educativi attivati hanno contribuito a promuovere un ambiente scolastico più inclusivo e consapevole

L’indagine restituisce, inoltre, l’immagine di una comunità scolastica attiva, impegnata a formare le nuove generazioni su temi fondamentali come il rispetto e la parità, valori che diventano così parte integrante della cultura educativa quotidiana.