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La scuola ha chiuso i battenti, almeno per quest’anno. Quindi, inizia il riposo estivo e, come ogni volta, ci si chiede a che cosa servano i compiti per le vacanze.
Sono tanti gli studenti, ma anche le famiglie, che vorrebbero evitare di dover dedicare tempo allo studio in questo periodo. Di conseguenza, risulta opportuno chiarire il motivo per cui sia utile allenarsi anche durante la pausa didattica.
Cosa sono i compiti per le vacanze
Esplorare, giocare, impiegare il proprio tempo divertendosi o rilassandosi. Questo è ciò che vorrebbero fare gli alunni di ogni ordine e grado. Eppure, spesso i loro desideri devono scontrarsi con la dura realtà. Esistono, infatti, i compiti per le vacanze. Vi è però da chiedersi che cosa siano effettivamente.
Essi sono delle vere e proprie esercitazioni su quanto si è appreso durante l’anno scolastico. Allenare la memoria, infatti, permette di assimilare al meglio i concetti elaborati nel corso dei mesi. Gli insegnanti di tutta Italia, e non solo, assegnano delle attività volte a far ripassare ai propri studenti quanto da loro spiegato.
Per ogni materia, quindi, vi sono differenti tipi di elaborati da completare. In questo modo, gli studenti arriveranno a settembre preparati su quanto già spiegato. Di conseguenza, non vi sarà il bisogno di ritornare su argomenti già trattati.
Quando sono necessari
I compiti per le vacanze creano sempre numerosi dibattiti. Quando sono necessari? Un quesito che almeno una volta tutti si sono posti. Esistono, infatti, due facce della stessa medaglia.
È abbastanza comprensibile che bambini e adolescenti non vogliano impiegare tempo per svolgere quello che per gli stessi è un vero e proprio lavoro. Gli esercizi estivi sembrano voler togliere momenti preziosi alla loro libertà e spensieratezza. Contemporaneamente, però, è naturale che un insegnante pensi alla continuità didattica e non voglia far regredire i propri studenti.
Non vi è alcuna legge che obblighi gli allievi a portare al termine quanto è stato loro assegnato. Eppure, è indiscutibile il fatto che dedicarsi anche un po’ allo studio non possa far altro che giovare ai ragazzi e alle ragazze in età scolare.
A questo punto, dunque, l’unica maniera di agire risulta quella del buon senso, da entrambe le parti. Se gli insegnanti devono ricordarsi che l’estate è un periodo di riposo, simultaneamente gli alunni non devono darsi all’ozio perenne.