Piano dell’Offerta Formativa

Piano dell'Offerta Formativa

Il mondo della scuola prevede molteplici elementi da dover conoscere. Tra di essi compare anche il Piano dell’Offerta Formativa (POF). Il suo rinnovamento è poi scaturito dalla Legge n. 107 del 13 luglio 2015.

Quest’ultima è conosciuta come La Buona Scuola e ha riformato il sistema scolastico nazionale. Lo scopo primario del POF, comunque, è quello di far presentare da ogni istituto le proprie scelte in ambito educativo e didattico.

Tutto ciò, come si vedrà bene successivamente, deve essere contestualizzato al territorio di provenienza. In questo modo si possono mettere in atto le strategie adeguate per mantenere il diritto allo studio di ogni tipo di allievo.

Chiunque aspiri a occupare un ruolo di docente nella scuola italiana, dunque, è tenuto a conoscere questo tipo di documento ufficiale. Solo in questo modo può avere gli strumenti adatti ad affrontare un’avventura così complessa ed essenziale per il futuro delle nuove generazioni.

Cosa si intende per offerta formativa

Il Piano dell’Offerta Formativa rappresenta quella che è l’autonomia dei singoli istituti. Questa visione è stata introdotta per la prima volta dalla Legge Bassanini, ovvero la Legge n. 59 del 15 marzo 1997.

A parlarne ulteriormente è anche il Decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 8 marzo 1999. Infatti, questo testo analizza diversi aspetti essenziali.

Per esempio, qui si afferma che «il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia».

Il Piano dell’Offerta Formativa, inoltre, deve essere coerente con gli obiettivi didattici dei diversi indirizzi degli istituti a cui fa riferimento. Esso, quindi, riconosce le varie opzioni metodologiche che possono essere messe in pratica.

La Legge n. 107 del 13 luglio 2015 ha sostituito il vecchio POF con il PTOF. Con questa sigla si intende il Piano Triennale dell’Offerta Formativa. La Nota n. 17832 del 16 ottobre 2018, per esempio, ha predisposto il PTOF 2019/2022.

Lo stesso, in ogni caso, è sia uno strumento di progettualità scolastica sia un mezzo di comunicazione tra la scuola e la famiglia. Inoltre, deve prevedere i seguenti elementi:

  • la scuola e il suo contesto;
  • le scelte strategiche;
  • l’offerta formativa;
  • l’organizzazione;
  • il monitoraggio, la verifica e la rendicontazione.

Chi elabora il Piano dell’Offerta Formativa

Il Piano dell’Offerta Formativa, in ogni caso, deve essere predisposto entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento.

La sua elaborazione spetta al Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione. 

Quest’ultime, a propria volta, sono definite dal dirigente scolastico. Il Piano, infine, deve ricevere l’assenso del consiglio d’istituto.

Il dirigente scolastico, inoltre, deve promuovere i rapporti con gli enti locali. Inoltre, deve stabilire la collaborazione con le istituzioni, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio.

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