Quasi tre anni di DAD, come valutare questo nuovo modo di fare scuola?

Quasi tre anni di DAD

L’anno scolastico 2021/2022 è stato il primo anno che ha riportato – sebbene a fasi alterne – gli studenti fisicamente nelle scuole. Quindi, è arrivato il momento di fare un resoconto e una valutazione dei quasi tre anni passati in DAD.

Infatti, gli studenti non rientravano fisicamente nelle scuole da marzo 2020. Da quando, cioè, era stata imposta la chiusura con il DPCM che doveva far fronte all’emergenza pandemica. 

Le scuole sono state considerate come veicolo di diffusione del contagio, soprattutto a causa del trasporto pubblico. Anche se in realtà non esiste alcuna evidenza scientifica riguardo le scuole chiuse e la ridotta la diffusione del contagio.

In questi due anni, l’unico modo per poter garantire l’istruzione agli studenti italiani è stato il metodo della Didattica a Distanza

Didattica a Distanza ed effetti collaterali

La Didattica a Distanza si è rivelata una misura necessaria per tenere sotto controllo una situazione incerta. Ma dopo due anni è indubbio che una didattica a distanza così duratura abbia prodotto anche degli effetti negativi nella vita degli studenti. 

Vi è unanimità scientifica nel riconoscere le profonde conseguenze didattiche, psicologiche e sociali causate dalla chiusura delle scuole all’inizio della pandemia. 

La situazione di emergenza pandemica è stata senza dubbio grave, ma in questi due anni le decisioni politiche e il dibattito pubblico hanno dato l’impressione di trascurare l’impatto della chiusura delle scuole su un’intera generazione di studenti. 

Il rendimento dei frequentanti in DAD è significativamente peggiore rispetto a coloro i quali hanno frequentato le lezioni in presenza. La frequentazione online, inoltre, porta con sé in omaggio un ritardo nell’apprendimento che perdura nel tempo.

Molti studenti hanno manifestato problemi di ansia e depressione, uniti a difficoltà a concentrarsi e scarsa motivazione. Numerosi studi hanno confermato questi risultati e persino il Times ha raccolto evidenze e testimonianze sulle difficoltà psicologiche dei ragazzi.

Con le scuole chiuse si è implicitamente accettato di nuocere ai ragazzi per proteggere gli adulti.

Valutazione della DAD anche nel futuro scolastico

Il protrarsi della situazione pandemica fa pensare che la DAD non sarà superata a breve. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riserva 6 riforme e 11 investimenti di diretta competenza del Ministero dell’Istruzione, dedicati ad una scuola del domani, in modo da poterla rendere più inclusiva, sostenibile ed innovativa.

La DAD può avere – ed avrà sicuramente – un ruolo nella scuola del futuro, tuttavia è necessario che venga integrata anche con la didattica in presenza. Le piattaforme digitali potranno essere considerate un ausilio all’apprendimento.

Infatti, anche dopo il ritorno in classe molti dei software utilizzati durante il più intenso periodo di DAD continuano ad essere di ausilio fra studenti e docenti per scambiarsi file integrativi alle lezioni o, più semplicemente, per consegnare i compiti. 

Tuttavia, non bisogna dimenticare che se il digitale sarà parte integrante dell’ambiente scolastico è necessario garantire a tutti gli studenti i mezzi necessari per poterlo seguire e per poter partecipare al meglio.

E non è finita qui. Molti insegnanti hanno riscontrato non poche difficoltà nell’utilizzare questi nuovi strumenti, per cui è necessario che vengano adeguatamente formati per sopperire a tale mancanza.

Recupero degli effetti negativi della DAD

Non bisogna dimenticare, però, che quello che la pandemia ci ha lasciato in eredità sono una serie di disagi psicologici da non sottovalutare. Perciò, è importante che ci siano degli investimenti collettivi per sostenere i ragazzi. Per esempio, attraverso l’istituzione e il potenziamento di centri di supporto psicologico in tutte le scuole e università del territorio, come il bonus psicologo.

La sospensione dell’attività scolastica in presenza ha rappresentato anche una sospensione  delle interazioni umane a essa strettamente connesse. Per molti studenti ciò ha voluto dire un’interruzione nel rapporto con individui al di fuori della ristretta cerchia di familiari. In una valutazione DAD, non possiamo non tener conto di questi elementi.

La riduzione di tali relazioni ha reso anche più difficile, per quanti si trovano alla fine del percorso scolastico, la costruzione di reti interpersonali che risultano indispensabili, anche solo ai fini dell’orientamento, nella fase di transizione tra scuola, università e mondo del lavoro.

È una cicatrice che lascerà le sue tracce su un’intera generazione, perché è impossibile colmare la perdita di quasi due anni di scuola. Per questo sono necessarie azioni decise. Contestualmente, occorre potenziare e rendere strutturali le attività di recupero didattico, avendo anche il coraggio di ripensare il calendario scolastico.

Immaginare la scuola di domani, è importante. Ma per evitare che rimanga un vuoto esercizio mentale, ci si deve anche dedicare con cura alla scuola che sta formando, oggi, i cittadini di domani.

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