Le differenze tra POF e PTOF: le principali in sintesi

Docenti che durante una pausa consultano il PTOF della scuola in cui insegnano

Per organizzare, regolare e rendere efficiente il sistema scolastico esistono numerosi strumenti, tra cui rientra il PTOF, un’evoluzione del classico POF, nonché documento indispensabile per il corretto funzionamento di ogni singola scuola.

Ma POF e PTOF dunque sono davvero la stessa cosa? E quali sono le principali differenze tra loro? Facciamo un po’ di chiarezza. 

Cosa significa POF e a cosa serve

Il POF, acronimo di Piano dell’Offerta Formativa, era uno strumento previsto dal Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, cioè il DPR n.275/1999 che ha dato il via al riconoscimento delle istituzioni scolastiche come entità autonome e, quindi, in possesso di personalità giuridica. 

Era il documento che attestava l’identità culturale e progettuale delle singole istituzioni scolastiche e racchiudeva le programmazioni di natura curriculare, extracurriculare, educativa e organizzativa che ogni scuola decideva e decide tutt’ora di adottare in totale autonomia.

Di conseguenza, il POF veniva predisposto coinvolgendo tutte le componenti della scuola e contiene al suo interno informazioni per loro essenziali. 

Più nel dettaglio, il POF veniva elaborato dal Collegio dei Docenti tenendo conto delle scelte generali di gestione e di amministrazione del Consiglio di Circolo o d’Istituto, dei pareri dei genitori e dell’opinione degli studenti per le scuole secondarie di II livello.

Una volta redatto, il POF veniva reso pubblico e consegnato sia agli alunni, sia alle loro famiglie, a dimostrazione del fatto che entrambe le categorie potevano e possono tuttora esprimere opinioni e presentare proposte in merito ai progetti e alle attività scolastiche previste, oppure da attuare. 

Cosa significa PTOF e a cosa serve?

Rispetto al passato oggi la situazione è un po’ diversa, perché non si parla più di POF ma di PTOF.

L’acronimo PTOF indica il Piano Triennale dell’Offerta Formativa: è un’evoluzione del tradizionale POF, avvenuta a seguito della normativa Buona Scuola (Legge 107 del 13 luglio 2015), con un ampliamento degli ambiti di competenza e con qualche piccola differenza. 

Ogni istituto scolastico di qualsiasi tipo e grado deve possedere il proprio PTOF, che deve essere aggiornato almeno ogni 3 anni.

Il documento viene redatto dal Consiglio d’Istituto, l’organo collegiale che rappresenta l’intera comunità scolastica e ha il compito di definire le strategie e la didattica dell’istituto, per poi essere trasmesso agli organi competenti come il MIUR e la Regione di appartenenza. 

Il PTOF è indispensabile per avere una panoramica generale e obiettiva sulle potenzialità dell’istituto e ha finalità sia organizzate, sia informative. 

Così come avveniva con il POF, la sua evoluzione è resa pubblica e quindi tutti i membri della scuola, alunni e genitori compresi, possono visionare il PTOF, consultarlo e proporre successivamente miglioramenti e/o modifiche.

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L’acronimo PTOF sta per Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

Principali caratteristiche del PTOF e la sua importanza nella programmazione triennale

Il PTOF è un documento importantissimo per ogni singola scuola, perché presenta caratteristiche proprie e al suo interno contiene un gran numero di informazioni di estrema rilevanza, come:

  • il piano di studi, che definisce l’organizzazione didattica dell’istituto, quindi gli insegnamenti proposti, le materie studiate durante l’orario scolastico e le ore previste per ogni singola disciplina;
  • il progetto educativo, cioè la parte centrale del PTOF, che fa riferimento agli obiettivi educativi, ai metodi didattici impiegati e alle eventuali attività extracurriculari previste;
  • le attività extracurriculari, che comprendono progetti sportivi, artistici, culturali e di volontariato; 
  • le attività di orientamento, sia scolastico che professionale, nell’ottica di aiutare gli studenti a scegliere con consapevolezza il percorso di studi più affine alle loro propensioni e ai loro interessi;
  • le attività di potenziamento e di recupero, volte a tutti gli studenti con difficoltà in una o più discipline o, al contrario, agli studenti particolarmente predisposti a un determinato ambito disciplinare; 
  • le attività di valutazione, riferite all’efficacia dell’offerta formativa dell’istituto e ai risultati riportati dagli studenti, finalizzate al miglioramento continuo sia della qualità dell’insegnamento, sia dei servizi offerti. 

Il contenuto del PTOF deve essere in linea anche con il PDM, cioè il Piano di Miglioramento, che sottolinea l’offerta formativa e indica i criteri da seguire per raggiungere determinati risultati, da intendersi in ambito sia curriculare, che extracurriculare.

Di conseguenza, si approfondiscono le attività didattiche, le finalità educative e organizzative, oltre che gli obiettivi di ogni ciclo di istruzione. Il tutto, nonostante sia a discrezione di ogni istituto, deve sempre rispettare le direttive ministeriali. 

E proprio perché il PTOF coinvolge tutte le scuole di ogni ordine e grado, per favorire al meglio le esigenze dei ragazzi con un’età compresa tra i 16 e i 19 anni, contiene al suo interno anche dettagli specifici per quanto riguarda il passaggio dal mondo accademico a quello lavorativo, approfondendo temi come inclusione, successo scolastico, rapporti con le università e presa di contatto con imprese ed enti professionalizzanti. 

Inoltre, tra il terzo e il quinto anno di scuola superiore, il PTOF si concentra sul potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro

Le principali differenze tra POF e PTOF

Sia il POF, che il PTOF sono due documenti previsti dalla normativa italiana che regolamenta il sistema scolastico ma, tuttavia, non sono la stessa cosa.

Esistono, infatti, alcune differenze che devono essere tenute ben presenti:

  • il POF era un documento redatto da ogni singolo istituto per definire l’offerta formativa dell’anno scolastico in corso, mentre il PTOF lo ha sostituito, estende la pianificazione dell’offerta formativa dell’istituto a un periodo di 3 anni, ciò significa che il primo era un documento annuale, il secondo invece ha durata triennale;
  • il POF era un documento meno strutturato del PTOF, dato che si limitava alla definizione delle caratteristiche generali dell’offerta formativa dell’istituto e per un solo anno;
  • il PTOF è un documento molto più dettagliato del POF, perché definisce in modo chiaro e completo gli obiettivi educativi dell’istituto, i metodi didattici impiegati, il piano di studi, le attività extrascolastiche e le modalità di valutazione degli studenti in una visione di più lunga durata.

Il PTOF è redatto dal Consiglio d’Istituto, l’organo collegiale che rappresenta l’intera comunità scolastica e ha il compito di definire le strategie e la didattica di un istituto scolastico.

POF e PTOF: cosa è cambiato per docenti e dirigenti scolastici?

Il riconoscimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche rientra in un più vasto processo di decentramento avviato dalla Legge Bassanini, una vera e propria riforma del sistema amministrativo volta a rendere l’amministrazione pubblica più snella, efficiente e libera dalla burocrazia. 

Questo processo ha, ovviamente, coinvolto tutte le componenti delle istituzioni scolastiche: ogni scuola riconosciuta come autonoma ha, quindi, iniziato ad assumere decisioni proprie, riferite al contesto di appartenenza, con l’obiettivo di raggiungere non solo gli obiettivi comuni del sistema, ma anche quelli strettamente territoriali. 

Le ricadute sul piano didattico sono notevoli: si passa, per esempio, dai Programmi nazionali del Ministero alla progettazione curricolare di istituto, così come dalle prescrizioni “dall’alto” alla programmazione “dal basso”. 

Di conseguenza, anche le direzioni didattiche vengono riviste: i Collegi dei Docenti devono quasi fondersi con i Consigli d’Istituto e tutti i membri della scuola devono collaborare per elaborare, approvare e attuare il PTOF.

Quest’ultimo, infatti, non è un semplice atto burocratico, ma un documento essenziale a rappresentazione dell’istituzione scolastica, che comprende Collegio dei Docenti, Consiglio d’Istituto, dirigente scolastico, personale ATA, studenti e genitori e volto al miglioramento costante dell’offerta formativa, delle performance degli alunni e dei servizi offerti. 

In sostanza nel passaggio da POF a PTOF docenti e dirigenti scolastici adesso hanno uno strumento che ha un orizzonte più ampio del POF, poiché consente loro di programmare delle attività e degli obbiettivi su base triennale e non più annuale.

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