Dislessia e discalculia

Dislessia e discalculia

Dislessia e discalculia rientrano nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Questi ultimi sono maggiormente conosciuti con la sigla DSA.

Al loro interno si palesano la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. A identificarli ci ha pensato la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010. Il Ministero dell’Istruzione deve mettere in atto tutti i progetti utili al caso.

L’articolo n. 34 della Costituzione, infatti, afferma che «la scuola è aperta a tutti». Per questa ragione devono essere programmate una serie di misure per eliminare gli ostacoli didattici.

Solo in questo modo sarà possibile attuare quella che è definita come integrazione scolastica. Nessuno studente deve essere escluso dai docenti. La dislessia e discalculia non devono interessare solo l’insegnante di sostegno, ma l’intero istituto.

Ecco perché risulta fondamentale approfondire queste tematiche. In tal modo sarà possibile sviluppare i processi di inclusione didattica.

Cosa sono i DSA

Dislessia e discalculia rientrano nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Cosa sono i DSA? Delle difficoltà concernenti specifiche aree dell’assimilazione scolastica. Essi si palesano in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica del discente.

Nonostante ciò, però, i DSA possono apportare ugualmente una serie di impedimenti nella vita quotidiana. Essi, infatti, sono relativi alla lettura, alla scrittura e al calcolo. È possibile riscontrarli già durante la scuola dell’infanzia.

Il Decreto Ministeriale 12 luglio 2011 ha emesso le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.

Per dislessia si va a intendere l’incapacità di leggere a voce alta, con costanza e fluidità. Infatti, c’è da parte del discente una lettura scorretta non solo a livello orale, ma anche mentale.

Ci sono delle distorsioni delle parole e finanche omissioni e sostituzioni delle lettere. La dislessia, inoltre, comporta un’errata comprensione del testo.

La disgrafia riguarda la scrittura. La grafia, in particolare, risulta essere davvero poco chiara e lenta nella sua attuazione.

Ed è proprio il momento esecutivo a essere interessato maggiormente da tale disturbo. Lo studente non riesce a scrivere in stampatello, in corsivo, ma ha anche problemi con le distanze da tenere sul foglio.

Ugualmente, la disortografia è inerente alla scrittura. In questo caso, però, gli errori sono di tipo fonologico. L’ortografia, quindi, viene compromessa per tante ragioni.

 Ciò può avvenire a causa dello scambio delle lettere simili, ma anche per via della scorretta aggiunta di doppie e molto altro.

Infine, c’è la disclaculia. Questo specifico DSA è assimilabile alla capacità di calcolo. Lo studente non riesce a padroneggiare il conteggio a mente, ma ha problemi anche con l’incolonnamento.

Inoltre, con tale DSA si tendono a confondere le operazioni tra di loro, a dimenticare il riporto e persino a sbagliare il calcolo.

Come riconoscere dislessia e discalculia

Dopo aver analizzato i differenti Disturbi Specifici dell’Apprendimento bisogna fare un ulteriore passo in avanti. È bene capire come riconoscere dislessia e discalculia.

Esiste la possibilità che i DSA convivano nello stesso studente. In tal caso si parla di comorbilità. Il docente di sostegno, ma anche il resto degli insegnanti, deve fare un’attenta osservazione in classe.

Infatti, spesso ci sono degli errori ricorrenti in cui l’alunno con DSA ricade. Ciò avviene sin dalla scuola dell’infanzia o dalla primaria. 

Ovviamente, non bisogna confondere i Disturbi Specifici dell’Apprendimento con le regolari difficoltà insite nell’appropriazione di nuovi concetti .

Un esempio concreto lo si può fare con la dislessia. È perfettamente normale che all’inizio un allievo non riesca a leggere in maniera fluida.

Il DSA, però, si presenta quando è evidente la difficoltà nel leggere a voce alta e in maniera sostenuta. Inoltre, in rapporto all’età anagrafica e alla classe frequentata, il discente potrebbe leggere ancora in modo sillabico.

Nelle Linee guida del D.M. 12 luglio 2011 menzionati in precedenza ci si sofferma su un ulteriore aspetto. Ivi si dichiara che circa il 20% degli alunni manifestano ostacoli nella lettura, nella scrittura e nel calcolo.

Però «di questo 20%, tuttavia, solo il tre o quattro per cento presenteranno un DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni casi implica un disturbo».

Solo al termine della seconda classe della scuola primaria si può avere una diagnosi ufficiale di DSA. Questo avviene perché il bambino ha ormai superato la fase di insegnamento delle nozioni fondanti della scrittura, della lettura e del calcolo.

Gli interventi

Dislessia e discalculia devono ricevere interventi mirati. Le istituzioni scolastiche li devono formalizzare attraverso il PDP, ovvero il Piano Didattico Personalizzato.

Tale documento deve essere redatto entro il primo trimestre dell’anno scolastico. Durante la redazione dello stesso è fondamentale il rapporto con le famiglie di origine.

Inoltre, c’è un iter ben preciso da seguire per la produzione del Piano Didattico Personalizzato. Gli elementi da inserire al suo interno sono i seguenti:

  • dati anagrafici dell’alunno;
  • tipologia di disturbo;
  • attività didattiche individualizzate;
  • attività didattiche personalizzate;
  • strumenti compensativi utilizzati;
  • misure dispensative adottate;
  • forme di verifica e valutazione personalizzate.

Tutto ciò non è valido solo per dislessia e discalculia, ma anche per gli altri DSA. In tale ottica, le competenze psicopedagogiche devono essere aggiornate costantemente.

Ciò è vitale per i docenti di sostegno, ma anche per quelli curriculari. Gli aspiranti docenti di sostegno, invece, stanno aspettando il TFA Sostegno 2023. Per questo, però, è necessario il bando emanato dal Ministero dell’Istruzione.

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