La lingua dei giovani rappresenta un mosaico linguistico in continua trasformazione, capace di assorbire influenze globali e locali, come evidenziato da un recente sondaggio condotto dal Corriere della Sera con un gruppo di adolescenti milanesi di 14-16 anni.
Le espressioni raccolte, ricche di anglismi e prestiti da altre lingue, riflettono l’impatto di social media, serie TV e musica, ma mostrano anche continuità con il lessico giovanile degli anni Ottanta e Novanta.
Tale vitalità linguistica, che spazia da termini come drip (stiloso) a yolo (carpe diem), si intreccia con il passato, quando parole come togo o saccagnare dominavano il parlato dei giovani.
L’analisi, supportata da studi come quello del linguista Emanuele Banfi del 1992, rivela un linguaggio dinamico, specchio della creatività e delle influenze culturali delle nuove generazioni.
Il gergo contemporaneo: anglismi e nuove espressioni. Un lessico globale
Il linguaggio dei giovani del 2025 è fortemente influenzato dagli anglismi, derivanti da piattaforme digitali e dalla cultura pop globale.
Secondo il sondaggio del Corriere della Sera, condotto con adolescenti come Ludovica, Anita, Yassin, Vittoria, Mattia, Asia, Amine, e Drif, termini come drip (“Questo outfit drippa”, stiloso), flexare (ostentare, “Flexo le mie nuove scarpe”) e droppare (condividere, “Droppami la foto”) sono entrati nel lessico quotidiano.
Altre espressioni, come yolo (you only live once, un invito a cogliere l’attimo) o friendzonato (rifiutato sentimentalmente), riflettono influenze anglofone adattate al contesto italiano.

Alcuni vocaboli assumono significati propri, distanti dall’uso originale inglese.
Ad esempio, essere nel prime (“Sono nel prime”, al top) non trova corrispondenza nel linguaggio giovanile britannico ed evidenzia una creatività locale. Allo stesso modo, pullappare (rubare) non ha radici nell’inglese pull up, ma nasce da un’interpretazione originale.
Il Digital Competence Framework (DigComp), promosso nell’ambito del PNRR (Decreto Ministeriale n. 66/2023), sottolinea l’importanza di comprendere queste dinamiche linguistiche nell’educazione digitale, poiché i giovani utilizzano i social come principale canale di diffusione del loro gergo.
Influenze multietniche
Il lessico giovanile contemporaneo integra prestiti da altre lingue, specialmente nelle periferie. Per indicare il denaro, accanto al tradizionale grana (milanesismo), emergono termini come piccioli (meridionalismo), kitcha e moula (dal rap francese e americano), plata (dallo spagnolo, popolarizzato da serie come quelle su Pablo Escobar) e floos (dall’arabo fulus).
Anche i modi di rivolgersi tra amici riflettono questa pluralità: amo, vita, bro, fra e frate derivano da romanesco, inglese e napoletano, creando un vocabolario condiviso che trascende i confini geografici.
Continuità con il passato: il lessico degli Anni Ottanta e Novanta
Un’indagine condotta nel 1992 dal linguista Emanuele Banfi nelle scuole milanesi offre un confronto con il linguaggio giovanile del passato.
All’epoca, il gergo dei 15-16enni includeva 50 termini legati al “sexualese” (ciulare, cuccare), 28 meridionalismi (gnocca, bambascione), 24 cultismi (mollusco per pigro), 20 milanesismi (pirla, sberla) e solo 5 anglismi (stress, trend). Parole come togo (bello), sfitinzia (sfortuna) o saccagnare (picchiare) erano comuni, spesso tratte dal fenomeno culturale del Drive-in e dal lessico paninaro.

Molti termini di allora si sono evoluti o sono stati sostituiti.
Ad esempio, tamarro, truzzo o zarro sono diventati maranza, mentre babbo si è trasformato in nabbo. Il concetto di scavallare (rubare) è oggi espresso da pullappare, e il rifiuto sentimentale, un tempo palo (milione), è ora friendzonato o dare palo.
Tuttavia, alcune espressioni resistono: scialla (tranquillo, forse da inshallah), spoilerare, spaccare e tanta roba sono passate dal gergo giovanile al linguaggio comune, come evidenziato da un articolo della Treccani.
Un linguaggio in movimento: la creatività dei giovani
La lingua giovanile si configura come un sistema vivo, capace di integrare influenze eterogenee.
Termini come chillarsela (“Oggi sto nel chill, la prof non interroga”), pick me (persona che cerca attenzione) o sgravo (insopportabile, “La prof fa un compito a sorpresa, che sgravo”) riflettono stati d’animo e dinamiche sociali.
Altri, come sigma (ragazzo introverso ma carismatico) o ho perso l’aura (ho perso fascino), mostrano un uso creativo di cultismi e metafore.
La vitalità di questo lessico risiede nella sua capacità di adattarsi: alcune parole, come non è deep (non duraturo), spariranno, mentre altre, come ci sta o bannare, sono già entrate nel linguaggio comune.

Gergo giovanile: il nuovo Vocabolario
Dal sondaggio nella lingua contemporanea dei giovani milanesi condotta dal Corriere della Sera nasce un nuovo piccolo Vocabolario basato sulle espressioni che identificano il loro gergo (che riportiamo integralmente):
Anglismi
- Mi ha tentennato: «È entrato nella mia vita» con la app «tenten» (chi chiama fa sentire la sua voce senza bisogno che l’altro risponda).
- Essere nel prime: essere al top, nel momento migliore («D’estate sono nel prime», abbronzata, coi costumi…). Nel linguaggio giovanile nel Regno Unito non esiste l’espressione questo significato, il termine è inglese ma il modo di usarlo e il significato sono italiani.
- Drip: stiloso («Questo outfit drippa»).
- Snitch: spione («Mio fratello ha snitchato tutto a mia madre»)
- Droppare: mandare, condividere («Droppami quella foto»).
- Cringe: vecchio, imbarazzante. L’esempio più macroscopico di cringe sono di solito i genitori.
- Chillarsela/stare nel chill: stare tranquilli, rilassati (di probabile derivazione dalla musica chill-out).
- Shippare: desiderare che due persone si mettano insieme («Quei due li shippo troppo»).
- No cap: non sto mentendo/non mentire («Non cappare»).
- Shoppare: comprare.
- Slay: essere bravi o belli in qualcosa («Un outfit slay/ ho slayato»).
- Flexare: ostentare («Non mi piace chi flexa il proprio fisico», «Flexo le mie nuove scarpe»).
- Crush: cotta («Là c’è la mia cotta, quella/o che mi piace»)
- Non keppare: non fare scherzi.
- Skippare: saltare qualcosa (evitare).
- Pullappare: rubare (non esiste in inglese alcuna sfumatura di pull up per rubare).
- Friendzonato/dare palo: rifiutare un corteggiamento.
- Bufu!: non mi interessa.
- Blastare: distruggere (dal linguaggio dei video giochi).
- Hai lo swag: ti vesti con stile («Flexano il loro swag, ostentano il loro stile»).
- Trollato: fare uno scherzo.
- Vibes: trasmettere vibrazioni, sensazioni, energia («Ha delle bellissime vibes»).
- Non regge il vibe: è a disagio
- Triggherato: provocare.
- Nabbo/noob: evoluzione e sinonimo del vecchio termine babbo.
- Fai al fly: fai qualcosa al volo.
- Coppato: comprare (dallo slang americano to cop, soprattutto abiti di moda/lusso).
- G: fratello, amico migliore.
- Gg (good game): bravo/a, ok.
- Yolo (you only live once): carpe diem (“Lo faccio o non lo faccio? Yolo»).
- Pov (point of view): dipende, non è certo.
- Catfish: «Quella è una catfish», dai video è bella ma di persona è diversa.
- Beh, virgola: dipende…
- Pick me: «Lei é una pick me assurda», vuole attirare l’attenzione dei maschi.
- Siamo in beef: stiamo litigando.
- Bff: best friend forever.
- Ti ho rizzato: ho catturato la tua attenzione.
- Ho glowuppato: sono migliorata/o (più bella/o…).
- Sus: inquietante, sospetto (contrazione da suspect).
- Sta fullando: esagera.
- Tutto check: tutto a posto
- Non è deep: sparirà subito.
- Boostare: dare visibilità sui social.
- Ha drop-outtato: ha mollato (scuola, un progetto, ecc.).
- È icky: non attira, anzi.
- Ha un sacco di red/green flag (difetti/pregi).
- Npc: (dal gergo dei videogiochi, personaggio non giocante), persona senza iniziativa.
- Ha il riz: ha carisma.
- Sei un bot: fai cose noiose.
- Droppa il pin: condividi la posizione.
- Flexa il body count: si vanta di quante persone ha frequentato.
- Shotta la dichiarazione: se la gioca.
- Boomer/sta boomerando: fa il vecchio.
- Lo ha pushato: lo ha spinto a farlo.
- Fare il dump del mese: mettere foto ricordo sui social.
- Faccio la figuraccia for the plot – faccio per il meme (per divertirmi, scherzare).

Non anglismi
- Onesto, mi rompo: te lo dico francamente.
- Sta frullando di ego: fa il pavone.
- Sigma (maschio): usato a volte come contrario del maschio alpha, ovvero ragazzo introverso, serio, che non ricerca la popolarità, uno sta per i fatti suoi, di solito con significato positivo.
- Balzare/mi ha balzato: dare buca, saltare un impegno/la scuola.
- Parola: «Giura!».
- È un rimasto: fa cose strane/imbecille.
- Ho perso l’aura: «Ho fatto una cosa sfigata, ho perso il fascino», da notare il cultismo, ovvero l’uso di una parola colta, in questo caso aulica.
I termini oltre le mode
Vocaboli che fanno parte del linguaggio giovanile attuale, ma che hanno già una storia nei linguaggi giovanili passati (a partire dagli anni Ottanta/Novanta), e sono già in parte usciti dal linguaggio strettamente giovanile:
- sta in fissa
- mi ha ghostato (é sparito)
- scialla (tranquillo)
- mood (stato d’animo)
- no way (non é possibile)
- scollati (non mi stare addosso!)
- gasa (wow!)
- amo/vita/bro/frate/fra (modo di chiamarsi tra amiche/amici)
- zio/zia (per prendersi in giro o con gli adulti)
- sottone (continua a cercare un altro che non se la fila)
- crazy (sbigottimento)
- non ho sbatti (non ho voglia)
- sta roba é peso (grave)
- in tra (vai tranquillo)
- scavallare (rubare)
- spoilerare (anticipare)
- dissing (botta e risposta in pubblico)
- spaccare/hai spaccato (hai fatto centro)
- bannare (bloccare sui social)
- sto in para (sto in ansia)
- ce la fai? (ti svegli?, ci arrivi?)
- stalkerizzi (gli stai troppo addosso)
- ci sta (va bene)
- sta nel loop (continua a pensarci)
- sta a secco (è al verde)
- tanta roba (figo)
- è preso male (arrabbiato)
- sgamare (scoprire)


