La metodologia CLIL

La metodologia CLIL

Tutte le scuole hanno attivato percorsi sperimentali di contenuti relativi a discipline non linguistiche veicolati, però, in una lingua straniera. Si tratta della metodologia CLIL.

L’applicazione della metodologia CLIL è diventata obbligatoria per almeno una disciplina nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado

Applicazione del CLIL nelle scuole di diverso ordine e grado

In particolare:

  • per quanto riguarda gli istituti tecnici la disciplina non linguistica deve essere una materia compresa nell’area di indirizzo del quinto anno e deve essere insegnata obbligatoriamente in lingua inglese;
  • per quanto riguarda, invece, i licei l’insegnamento disciplina non linguistica deve essere effettuato in una delle lingue comunitarie.
  • Invece, per quanto riguarda, in modo più specifico, i licei linguistici, tale insegnamento è previsto dalla classe terza in una lingua straniera e dalla classe quarta per un’altra disciplina che verrà insegnata in una lingua straniera diversa dalla prima.

Gli obiettivi formativi prioritari, definiti dalla legge 107 del 2015 sono la valorizzazione e il potenziamento delle competenze linguistiche. Ovviamente, c’è particolare riferimento all’italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell‘Unione Europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia CLIL. 

Il Piano per la Formazione dei docenti sottolinea che i percorsi di metodologia CLIL sono necessari per:

  • attuare al meglio quanto prescritto dai regolamenti de 2010;
  • ampliare l’offerta formativa con contenuti veicolati in una lingua diversa, in tutti gli istituti scolastici.

La metodologia CLIL si è sviluppata in svariati Paesi Europei nella seconda metà degli anni ’90, quando in Italia, grazie allo sviluppo di progetti Europei organizzati da diverse istituzioni e università, alcune scuole hanno attivato sperimentazioni di insegnamenti di contenuti disciplinari in lingua straniera

L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea a introdurre il CLIL in maniera ordinamentale nella scuola secondaria di secondo grado.

Il profilo del docente CLIL

Il profilo del docente CLIL è caratterizzato da:

  • competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER);
  • competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario del valore di 60 CFU per i docenti in formazione iniziale e di 20 CFU per i docenti in servizio.

Il MIUR è promotore dell’insegnamento attraverso la metodologia CLIL mediante un serie di iniziative, azioni e piani. Si tratta anche di percorsi di formazione in servizio per i docenti di una disciplina non linguistica delle scuole secondarie di secondo grado. Tali iniziative sono finalizzate all’acquisizione delle competenze sia metodologico-didattiche, sia linguistiche per il raggiungimento del livello C1.

Come strutturare una lezione seguendo la metodologia CLIL

É assolutamente vietato tradurre il materiale di studio relativo alla disciplina non linguistica. Invece, va bene semplificare al massimo l’aspetto contenutistico della disciplina. 

É chiaro che sia di vitale importanza, perciò, investire maggiormente sulla formazione linguistica e metodologica dei docenti se si vuole evitare un risultato peggiore rispetto agli obiettivi prefissati.

Sarebbe opportuno iniziare le lezioni tramite la metodologia CLIL partendo da un argomento già noto agli alunni e svolto, perciò, già in precedenza nella disciplina non linguistica. 

Un’altro vantaggio della metodologia CLIL è quella di superare la tradizionale lezione frontale proponendo delle attività alternative tenendo conto delle differenze cognitive dei discenti. 

Creare una lezione dinamica aiuta gli studenti a manipolare i concetti muovendosi nella lingua straniera esattamente utilizzando le stesse tecniche che usano nella loro lingua madre. 

Il contenuto non linguistico è un forte stimolo nel fare ciò.

Il docente CLIL dovrebbe proporre ai propri studenti dei compiti che permettono di operare su molteplici livelli sia linguistici e sia cognitivi.

L’uso autentico della lingua è garantito dal contenuto non linguistico e dall’attività che fornisce un diversivo in un’ottica di problem solving.

La semplice immersione linguistica non basta. É molto più utile una full immersion che preveda l’applicazione delle tecniche comunicative e di accorgimenti metodologici strutturati che mettono gli studenti in condizioni di ricevere ed elaborare le informazioni senza tradurre.

Ovviamente, l’insegnante deve essere perfettamente a conoscenza delle abilità di base della classe e deve offrire dei supporti multimediali che rendano comprensibili gli input dati in modo associativo ed intuitivo.

Nell’impostazione di una corretta didattica CLIL è necessario che siano previsti degli spazi ampi per l’uso della lingua da parte dei ragazzi, creando occasioni nelle quali gli studenti possano manipolare i concetti in modo da acquisirsi e farli propri.

I vantaggi della metodologia CLIL

Grazie alla metodologia CLIL l’argomento di studio riveste il vero centro della focalizzazione dell’interesse del discente.

Il CLIL in questo momento acquisisce un duplice scopo, lo studio della disciplina non linguistica, e lo studio della lingua straniera.

Allo stesso momento, la lingua straniera assume il ruolo di mediatore dell’apprendimento venendo assimilata indirettamente, ma in maniera più efficace. La lingua straniera diventa mezzo, non più fine ultimo, della prassi didattica, ma lo studente godrà di questo beneficio indiretto.

Infatti, in questo modo gli studenti saranno maggiormente coinvolti nel processo di studio. Motivo per cui si dovranno concentrare sempre di più per ottenere un risultato consapevole attraverso un vero processo attivo che pone lo studente al centro dell’azione didattico-educativa.

Utilizzando la metodologia CLIL viene promosso anche il pensiero critico del discente, perché si stimola un continuo confronto dei valori culturali.

Il CLIL è una metodologia che è in grado di innescare un reale rinnovamento dell’agire didattico, dal momento che ha l’obiettivo di oltrepassare i limiti della lezione tradizionale. 

Si fa forza attraverso un uso veicolare della lingua straniera in modo da stimolare gli studenti attraverso strategie di apprendimento che consentono di acquisire significati articolati e condivisi sotto la guida del docente. 

Competenze acquisite attraverso la metodologia CLIL 

Le competenze acquisite con il CLIL riguarderanno la capacità dello studente di applicare le conoscenze, trasformare le informazioni da una forma all’altra, interpretare e valutare problemi o questioni utilizzando il contenuto. Riguarderà la capacità dello studente di pensare e di lavorare con il contenuto presentatogli.

Il fine ultimo di una lezione CLIL non è solo quello di imparare i contenuti proposti, ma anche quello di acquisire un metodo di studio e sviluppare le doti di problem solving e di organizzazione necessarie per portare a termine il compito proposto.

La grande forza del CLIL è quello di applicare a scuola la filosofia dell’imparare facendo, ovvero di dare agli allievi la possibilità di apprendere in modo pratico e concreto la lingua.

Grazie alla metodologia CLIL i ragazzi finalmente hanno l’opportunità di vedere la lingua straniera per ciò che realmente è: uno strumento per comunicare, informarsi, esprimere e apprendere veri contenuti.

Seguendo il principio dell’imparare facendo, questa metodologia offre moltissimo in termini di motivazione. In questo modo, gli studenti apprendono sul campo che la lingua non è una materia, ma uno strumento di comunicazione ed espressione.

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