L’inclusione è una visione che ha guadagnato sempre più rilevanza negli ultimi anni. Questo concetto è importante, perché promuove l’uguaglianza e il rispetto per le differenze tra le persone.
La sua rilevanza acquista ancora più valore all’interno del mondo della scuola. Infatti, il diritto allo studio deve essere tutelato e garantito per ogni tipologia di allievo. In tale ottica, quindi, è nata la didattica inclusiva.
La nozione in questione indica l’adozione di strategie e di tecniche di insegnamento ben precise. Le stesse devono tenere conto delle diverse abilità e stili di apprendimento degli studenti.
Quindi, i professori devono essere in grado di adattare i loro metodi di insegnamento in modo da soddisfare le esigenze individuali di tutti. Così è possibile sviluppare un’esperienza di apprendimento personalizzata.
L’inclusione, dunque, è un pensiero molto ampio che deve, però, essere analizzato. Questo vale specialmente per quanti abbiano intenzione di affrontare il TFA Sostegno 2023.
SOMMARIO
ToggleCos’ è l’inclusione scolastica
Per coloro che vogliano mobilitarsi per entrare nel mondo dell’istruzione è importante sviscerare alcuni argomenti. Tra di essi compare sicuramente l’inclusione scolastica.
La didattica inclusiva prevede che il docente si impegni per creare un programma che possa portare il singolo alunno al proprio traguardo scolastico. Ciò implica mettere al centro delle lezioni i discenti con i loro punti deboli e i loro punti di forza.
Di conseguenza, il fulcro non è più l’insegnante intento a trasmettere le proprie nozioni. Un cambio di prospettiva importante che consente di difendere il diritto allo studio di tutti.
In particolar modo, l’inclusione risulta imprescindibile per gli alunni con disabilità. Inoltre, la didattica inclusiva aiuta i discenti a sviluppare delle competenze sociali importanti. Tra di esse compare la capacità di lavorare in gruppo e di collaborare con gli altri in molteplici occasioni e contesti.
Ciò significa che gli insegnanti devono essere consapevoli delle diverse abilità e degli svariati stili di apprendimento. Quindi, devono avere le competenze necessarie per adattare i loro metodi educativi in modo da soddisfare le diverse esigenze individuali.
Normativa
Quando si parla di inclusione, ovviamente, si deve discutere anche della normativa che ruota intorno a tale argomento. Questo va sottolineato soprattutto nei confronti del docente di sostegno, la figura professionale per eccellenza del settore.
Prima di arrivare all’odierno Tirocinio Formativo Attivo, infatti, ci sono state molteplici norme nel corso degli anni. Per esempio, la comparsa del ruolo di insegnante di sostegno nella legislazione italiana è stata segnata dalla promulgazione della Legge n. 517 del 4 agosto 1977.
Altro elemento da tenere in considerazione nell’ambito del sostegno è sicuramente la Legge n. 104 del 5 febbraio 1992. Qui si specificano i diritti delle persone con diverse tipologie di disabilità e i loro diritti inalienabili.
Infine, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di mettere in atto un corso di formazione per gli aspiranti docenti di sostegno.
Un percorso abilitante in grado di dare una preparazione sia nel settore teorico sia in quello pratico. Si tratta del già citato Tirocinio Formativo Attivo.
A formulare la nascita del TFA è stato il Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010. Lo stesso è stato poi integrato tramite il Decreto Ministeriale n. 81 del 25 marzo 2013.
L’obiettivo è quello di dare le basi in ambito psico-pedagogico a tutti coloro che abbiano intenzione di farsi promotori dell’inclusione nelle aule scolastiche.
Un percorso a numero chiuso che si svolge con cadenza regolare all’interno delle università italiane dopo l’assenso del Ministero dell’Istruzione.
Il ruolo del docente di sostegno
Dunque, qual è il ruolo del docente di sostegno? Quello di fare da mediatore tra l’istruzione e gli studenti con disabilità. Non solo, poiché egli è chiamato a occuparsi dell’intera categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
Qui, infatti, si riscontrano:
- la disabilità;
- i disturbi evolutivi specifici;
- lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
La Direttiva Ministeriale n. 721 del 27 dicembre 2012 dà una definizione precisa al riguardo. In particolare, la si può osservare per comprendere meglio i disturbi evolutivi specifici.
Qui rientrano «oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico».
Dunque, il ruolo del docente di sostegno è indispensabile per l’inclusione. Deve offrire assistenza e supporto agli studenti con BES.
Grazie alla sua presenza, gli studenti con disabilità, Disturbi Specifici dell’Apprendimento o altre difficoltà, hanno l’opportunità di partecipare alle attività scolastiche.
Inoltre, l’insegnante di sostegno lavora a stretto contatto con i docenti curriculari. In questo modo gli fornisce indicazioni utili per adattare le attività didattiche alle esigenze degli alunni con disabilità.
Da qui si comprende perfettamente come per la realizzazione dell’inclusione sia necessaria la collaborazione di tutti.
Inclusione e nuovo PEI
Per la realizzazione dell’inclusione degli allievi con disabilità ci sono alcuni progetti importanti da mettere in pratica. Il più importante di tutti è il Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha aggiornato questo documento ufficiale tramite una precisa normativa. Si tratta del Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020. Ciò avviene ai sensi dell’articolo 7, comma 2-ter del Decreto Legislativo n. 66 del 13 aprile 2017.
Gli elementi di base su cui si fonda il PEI per l’inclusione sono:
- la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
- la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
- la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
- la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.
Inoltre, lo stesso deve contenere molteplici elementi che servono per permettere agli allievi presi in esame di raggiungere i propri obiettivi scolastici.
Tra di essi si possono annoverare:
- le finalità didattiche ed educative;
- gli itinerari di lavoro;
- le tecnologie, metodi e sussidi utilizzati;
- i criteri di valutazione;
- le forme di integrazione tra scuola ed extrascuola.
Tutte parti fondamentali di quel grande progetto che vuole rendere la scuola il teatro dell’integrazione dei soggetti più fragili. Infatti, è tra i banchi di scuola che può portare quel cambiamento necessario alla società che deve essere equa e solidale sotto ogni punto di vista.