La classe docente è formata da molteplici figure professionali. Tra di esse si può menzionare anche l’insegnante tecnico pratico. Esso è spesso denominato ITP. Con questa sigla si va a indicare un docente che è formato più sul livello tecnico-pratico che su quello teorico.
Questo tipo di docente si colloca all’interno delle scuole secondarie di II grado. Le sue competenze, infatti, sono circoscritte al mondo dei laboratori scolastici.
Gli ITP, inoltre, spesso lavorano in concomitanza con i colleghi di specifiche materie. Ciò aiuta a bilanciare la parte pratica con quella teorica. In tal modo gli allievi hanno una lezione completa sotto ogni punto di vista.
Una figura complessa, dunque, che merita di essere sviscerata e conosciuta sotto ogni aspetto. Sono in tanti, infatti, che aspirano a ricoprire tale ruolo nei vari istituti italiani.
SOMMARIO
ToggleChi può fare l’insegnante tecnico pratico
Comprese le nozioni base dell’argomento trattato, è necessario andare un po’ più nel dettaglio. La prima differenza con gli altri tipi di docenti è da riscontrare nei titoli di accesso.
Infatti, normalmente è necessario avere una laurea magistrale o a ciclo unico. Questo è un requisito obbligatorio per poter partecipare al concorso nazionale e ottenere il ruolo.
Per l’insegnante tecnico pratico, invece, la situazione è differente. In tal caso bisogna possedere un diploma di maturità. Tale attestato deve provenire da un istituto professionale o tecnico.
Di conseguenza si può diventare professori o professoresse col solo diploma. L’opportunità, però, è riservata solo ed esclusivamente all’ambito degli ITP.
È ovvio che questi non possano essere gli unici tratti da possedere per accedere a questo tipo di impiego. Bisogna, dunque, analizzare meglio la questione.
Requisiti per diventare ITP
I requisiti per diventare ITP sono cambiati nel corso del tempo. Diverse normative, infatti, hanno dato un’impronta differente di volta in volta.
Come è già stato detto, si ha la necessità di avere un diploma professionale o tecnico. Possono avere valenza anche i diplomi di I livello dell’alta formazione artistica, musicale coreutica.
Non tutti, però, sono utili allo scopo prefissato. Infatti, bisogna confrontare questo titolo di studio con la tabella delle classi di concorso.
A stabilire quali esse siano è il Decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 14 febbraio 2016. Nella tabella B di questa normativa sono inserite le nuove classi di concorso. Esse vengono catalogate per:
- denominazione;
- titolo di accesso;
- insegnamenti relativi.
Le classi di concorso a cui si può aspirare sono in tutto 33. L’ultima di queste è B-33 Assistente di Laboratorio, che è una classe di concorso a esaurimento. Tra di esse si possono annoverare, per esempio, le seguenti:
- B-01 Attività pratiche speciali;
- B-02 Conversazione in lingua inglese;
- B-03 Laboratori di Fisica;
- B-04 Laboratori di Liuteria;
- B-05 Laboratori di Logistica.
Nell’elenco emanato dal MIUR, naturalmente, sono riportati tutti i possibili insegnamenti a cui possono affacciarsi gli ITP. Nel documento in questione, inoltre, vengono menzionati ulteriori dettagli.
Ci sono gli indirizzi di studio, le discipline e/o laboratori cui può accedere la classe di concorso.
Questi requisiti, però, saranno modificati a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Da questo periodo in poi, infatti, sarà obbligatorio avere una laurea triennale unita ai 24 CFU.
Cosa fa l’insegnante tecnico pratico
L’insegnante tecnico pratico si occupa, quindi, dei laboratori presenti nelle scuole secondarie di II grado. Esso viene affiancato da un docente su discipline, ma hanno la medesima importanza.
Ciò lo si evince anche dal fatto che hanno la medesima rilevanza nell’impartire la valutazione allo studente in oggetto. Solitamente, comunque, l’orario di lavoro di questi professionisti si attesta a 18 ore settimanali.
Dunque, quali sono i compiti di un ITP? Egli organizza e gestisce in completa autonomia i differenti progetti che si sviluppano nei laboratori scolastici. Può essere affiancato da un professore di materia, ma, come si è già visto, hanno la medesima rilevanza.
Inoltre, le attività di laboratorio possono essere programmate insieme al docente di teoria. In questo modo si è in grado di svolgere al meglio un lavoro coadiuvato tra le parti. Tale collaborazione deve proseguire anche in collegio durante gli scrutini finali.
Detto questo, è evidente che l’insegnante tecnico pratico svolga le stesse funzioni di ogni altro suo collega.
Quanto guadagna un insegnante tecnico pratico
Chi si approccia a questo tipo di lavoro è sicuramente interessato a scoprire a quanto ammonti il possibile guadagno.
In media, un insegnante tecnico pratico guadagna intorno ai 1.300 euro mensili. Questa cifra, però, può variare a seconda dell’anzianità di servizio detenuta. L’aumento di stipendio inizia a essere percepito dopo i primi 8 anni di esperienza. Lo schema seguito è il seguente:
- da 0 a 8 anni;
- da 9 a 14 anni;
- da 15 a 20 anni;
- da 21 a 27 anni;
- da 28 a 34 anni;
- da 35 in poi.
Una condizione comune a tutti i docenti di ogni ordine e grado. Anche per i titolari delle cattedre normali, infatti, la scalata verso l’aumento è suddivisa nella maniera evidenziata.
Docenti ITP e 24 crediti MIUR
Fino a questo momento, dunque, ci sono stati dei criteri specifici per potersi immettere nelle GPS. Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze sono state aggiornate tramite l’Ordinanza Ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022.
Esse sono suddivise in due fasce anche per gli ITP:
- nella prima fascia ci sono i possessori del diploma ITP e dell’abilitazione per la classe di concorso specifica;
- nella seconda fascia ci sono chi ha il diploma ITP e uno requisito tra i 24 CFU, l’abilitazione per altra classe di concorso o l’essersi inserito precedentemente nella terza fascia di GI.
Queste caratteristiche, però, vedranno una modifica sostanziale. Per poter lavorare nelle scuole, a tali requisiti dovrà essere aggiunta una laurea di I livello. Ciò sarà valido a partire dall’anno scolastico 2024/2025.
Al momento non ci sono ulteriori notizie in merito, ma si aspettano maggiori direttive da parte del MIUR. Per potersi immettere nelle GPS, comunque, sono valutabili alcuni titoli culturali quali le certificazioni informatiche e le certificazioni linguistiche.