Insegnare sostegno

Insegnare sostegno

Insegnare sostegno è oggi una necessità per poter garantire l’accesso all’istruzione a tutti. I professionisti che si occupano di questo ruolo offrono assistenza a studenti con disabilità e non solo.

La loro presenza è fondamentale per garantire un’educazione di qualità alla totalità degli studenti. Ciò anche al fine di sviluppare le loro competenze sociali e accademiche. La Costituzione italiana riconosce il diritto allo studio di tutti i discenti, rendendo così insegnare sostegno una priorità.

Per questo motivo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di introdurre un percorso formativo apposito. Si tratta del Tirocinio Formativo Attivo.

Il TFA Sostegno 2023, infatti, è un progetto che mira a preparare docenti specializzati nell’educazione dei Bisogni Educativi Speciali. Il programma prevede una formazione teorica e pratica, che comprende corsi con lezioni, tirocini e laboratori.

La didattica di sostegno

Insegnare sostegno da parte di professionisti è un aspetto fondamentale della didattica inclusiva. Come già menzionato, la Costituzione Italiana afferma nell’articolo n. 34 che «la scuola è aperta a tutti».

Per garantire a tutti l’accesso all’educazione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve eliminare gli ostacoli che impediscono ai disabili di accedere alla scuola.

La didattica inclusiva è una realtà che deve essere sostenuta e promossa. Insegnare sostegno, quindi, è una parte indispensabile di questo progetto.

L’integrazione scolastica ha come obiettivo quello di appianare le differenze che possono essere presenti tra gli studenti. Nessuno deve essere lasciato indietro. Per raggiungere questo scopo, è doveroso che tutti collaborino.

Il docente di sostegno è una figura essenziale, ma anche gli altri devono fare la loro parte: compagni di classe, insegnanti, familiari e enti locali.

Lo scopo è quello di mettere gli alunni nelle condizioni di sviluppare al meglio il proprio potenziale. L’insegnare sostegno, quindi, non fa che aumentare il loro bagaglio culturale, emotivo e personale.

Chi può insegnare sostegno

Per insegnare sostegno è necessario avere i giusti titoli. Per la precisione, si deve avere un’abilitazione nel settore. La stessa proviene da una specializzazione universitaria a numero chiuso chiamata Tirocinio Formativo Attivo.

Non tutti, quindi, possono prendere parte al TFA. Per l’adesione si deve superare una selezione fatta di titoli ed esami. In base al Decreto Ministeriale n. 92 del 8 febbraio 2019, i criteri variano in relazione all’ordine e grado della scuola di riferimento.

Per insegnare sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria, per esempio, si deve avere una di queste qualifiche:

  • l’abilitazione all’insegnamento conseguita attraverso la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. In alternativa, un titolo conforme acquisito all’estero e riconosciuto nel nostro Paese;
  • il diploma magistrale abilitante, compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, o un diploma sperimentale a indirizzo linguistico. In alternativa, va bene anche un titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Però, c’è un dettaglio da tenere in considerazione. Infatti, devono essere stati acquisiti entro l’anno scolastico 2001/2002.

Nella scuola secondaria di I e II grado, invece, si necessita di una tra:

  • l’abilitazione su una specifica classe di concorso;
  • la laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, che dia accesso ad almeno una specifica classe di concorso, in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.

Dopo essersi assicurati di avere i giusti titoli, però, bisogna affrontare le prove preselettive. Solo con il successo nelle stesse, infatti, si può svolgere l’anno scolastico del TFA Sostegno. Quest’ultimo porta a ottenere l’abilitazione e a insegnare sostegno tra i banchi di scuola.

Come insegnare sostegno senza titolo

Molti, però, si chiedono come sia possibile insegnare sostegno senza il giusto titolo. È ovvio che il TFA sia indispensabile per svolgere il concorso pubblico nazionale nel settore. Da quest’ultimo, infatti, deriva la cattedra a tempo indeterminato.

Si può, però, intraprendere questo percorso dell’insegnare sostegno anche con delle brevi supplenze per poter fare dell’esperienza diretta sul campo. Chi non è nelle graduatorie, quindi, può inviare le messe a disposizione, anche conosciute come MAD.

Le MAD vengono prese in considerazione solo se le graduatorie insegnanti risultano prive di candidati. Ciò vale anche per insegnare sostegno.

Questo può portare a supplenze di brevi periodi, ma non a incarichi di lunga durata. Per inviare le proprie auto-candidature, è possibile farlo durante l’intero anno scolastico.

I periodi più adatti allo scopo, però, sono quelli di ripresa delle lezioni, tra giugno e ottobre o nel periodo natalizio. In tal modo si possono aumentare le possibilità di essere presi in considerazione. 

Risulta evidente, quindi, quanto sia importante per un professionista insegnare sostegno nella maniera migliore.

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