Metodologie didattiche inclusive

Metodologie didattiche inclusive

L’integrazione scolastica è fondamentale. Essa compare nel nostro ordinamento da diverso tempo. Nel sostegno scolastico rientrano anche le metodologie didattiche inclusive.

La figura del docente di sostegno, infatti, è visionabile già all’interno della Legge n. 517 del 4 agosto 1977. In questa normativa viene illustrato il professionista più adatto per consentire agli studenti con disabilità di avere il supporto adeguato.

Con il Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010, invece, si ha avuto la nascita del TFA Sostegno. Il Tirocinio Formativo Attivo ha lo scopo di educare gli individui competenti utili all’attuazione dell’integrazione scolastica.

L’obiettivo primario è quello di eliminare, o almeno attenuare, le difficoltà degli alunni presi in esame. Al MIUR spetta il compito di creare gli ambienti più adeguati per consentire ai discenti di usufruire del loro diritto allo studio.

Cosa sono le metodologie didattiche inclusive

Per diventare docente di sostegno bisogna aspettare il bando del TFA Sostegno 2023. Tale esperto deve però apprendere cosa sono le metodologie didattiche inclusive.

Per avere maggiori delucidazioni ci sono le Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Esse sono inserite nella Nota prot. n. 4274 del 4 agosto 2009.

Successivamente, invece, è stato emanato il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011. In allegato allo stesso sono riscontrabili le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

La normativa italiana, dunque, ha proceduto con una certa regolarità a sviluppare progetti di svariata natura. Le metodologie didattiche inclusive sono quindi gli strumenti opportuni per concretizzare l’integrazione nelle scuole.

Nel decreto menzionato si fa riferimento alla didattica individualizzata e personalizzata. Questo modo di insegnare, infatti, produce effetti positivi sia sugli studenti con disabilità sia su quelli con BES.

Il docente di sostegno e gli altri insegnanti hanno a che fare anche con alunni con Bisogni Educativi Speciali. Inoltre, non si possono non considerare anche coloro che presentano Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Quindi, la didattica può essere individualizzata e personalizzata. La didattica individualizzata è un’attività di recupero individuale. Essa è da adempiere per potenziare alcune abilità dell’allievo. La si può portare avanti nel lavoro individuale svolto in classe.

La didattica personalizzata, invece, calibra l’offerta educativa sull’unicità personale dei bisogni educativi dei vari alunni. Il tutto rispettando sempre le differenze individuali.

Lo scopo, in ogni caso, è quello di mettere al centro delle lezioni lo studente e le sue esigenze. Un cambio di vista importante che consente di raggiungere i traguardi formativi prefissati in classe.

Il ruolo dell’insegnante nella didattica inclusiva

Il Decreto Interministeriale 182 del 29 dicembre 2020 ha stabilito il nuovo modello del PEI. Tra le metodologie didattiche inclusive, esso è quello più adeguato nel raggiungimento dei traguardi scolastici.

La sigla in questione indica il Piano Educativo Individualizzato. Esso è elaborato e approvato dal Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione (GLO).

Al suo interno è possibile riscontrare non solo il docente di sostegno, ma tutti gli insegnanti contitolari. Sono presenti anche il dirigente scolastico e la famiglia dell’allievo preso in esame.

Il decreto proposto, infatti, afferma che nel GLO presenziano «figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica, che interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità nonché, ai fini del necessario supporto, l’unità di valutazione multidisciplinare».

Comunque, il PEI si basa su quattro elementi fondanti:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

Qualora il discente in questione dovesse avere dei Disturbi Specifici dell’Attenzione si deve invece adottare un’altra strategia. In tal caso il docente deve compilare il PDP. Tale acronimo indica il Piano Didattico Personalizzato.

La Circolare Ministeriale n. 8 Prot. 561 del 6 Marzo 2013 riconosce il PDP come strumento privilegiato. Inoltre, Il D.M. 5669/2011 afferma che i DSA «interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica».

Quali sono le metodologie didattiche inclusive

Per avere un quadro completo della situazione ci si può soffermare su quali siano le strategie didattiche. Gli insegnanti di sostegno hanno alcuni strumenti validi per rendere le lezioni eque e accessibili a tutti.

Tra di essi si possono annoverare:

  • l’apprendimento cooperativo;
  • il lavoro di gruppo e/o a coppie;
  • il tutoring;
  • l’apprendimento per scoperta;
  • la suddivisione del tempo in tempi;
  • l’utilizzo di mediatori didattici;
  • l’uso di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici.

Da quanto detto finora, è evidente la necessità di conoscere in maniera adeguata le nuove tecnologie. Infatti, le si possono utilizzare in maniera concreta per poter svolgere la didattica inclusiva.

Questo è valido per tutta la classe insegnante, non solo per lo specializzato sul sostegno. Inoltre, un sistema inclusivo mette al centro del percorso formativo l’alunno.

Ciò implica le sue difficoltà, i suoi limiti, ma anche tutte le sue potenzialità rimaste inespresse. Si devono rispettare i ritmi di apprendimento dei singoli che devono essere seguiti passo dopo passo.

In questo la metodologia dell’apprendimento cooperativo, di cui si parlava in precedenza, può risultare davvero utile. Il punto di riferimento delle attività educative risulta essere sempre il PEI.

Esso deve essere redatto a inizio anno scolastico e deve contenere:

  • gli itinerari di lavoro;
  • i metodi;
  • i materiali;
  • le tecnologie adoperate durante le lezioni;
  • i criteri e i metodi di valutazione;
  • le forme di integrazione tra scuola ed extrascuola.

Infine, è bene ricordare come le metodologie didattiche inclusive hanno valore solo se c’è collaborazione tra le parti.

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