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Nel quadro dell’azione ministeriale per fronteggiare alcune delle sfide più pressanti ed urgenti del sistema educativo, Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha delineato una serie di nuove iniziative. E l’obiettivo principale del Decreto Caivano – approvato ieri – è appunto quello di contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la criminalità minorile.
Tutti problemi che incidono maggiormente nelle zone del Sud Italia, da sempre esposto a continui rischi legati al mondo minorile e, quindi, dei ragazzi in età scolastica. Non a caso, infatti, è proprio il Meridione ad essere storicamente caratterizzato ed afflitto dalla questione legata alla devianza ed alla dispersione scolastica. Ed è proprio su quest’ultima che il governo vuole intervenire in maniera decisa.
Il decreto Caivano: punteggio aggiuntivo per i docenti delle zone a rischio
Tra le azioni salienti, spicca il potenziamento dell’offerta didattica nelle aree scolasticamente disagiate. Questo si tradurrà in un aumento del corpo docente, sottolineando l’importanza della continuità didattica.
Un ulteriore investimento di 6 milioni di euro verrà destinato al Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF), con l’obiettivo di mantenere i docenti nelle zone più complesse e valorizzare chi garantisce una presenza costante.
Di grande rilievo, al riguardo, è la disposizione per i docenti a contratto indeterminato, che potranno beneficiare di incentivi monetari e punteggi aggiuntivi legati agli anni di servizio.
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Nello specifico, i docenti che svolgeranno un periodo continuato di 3 anni di servizio nelle zone definite “a rischio”, riceveranno ulteriori 10 punti. E, nel caso in cui dovessero decidere di restare ancora, altri 2 punti per ogni anno in più di permanenza.
Decreto Caivano: sanzioni per il mancato rispetto dell’obbligo scolastico
Lo stanziamento degli incentivi è una necessità strategica, ma non basta ad arginare da solo il fenomeno della dispersione scolastica. Servono maggiori controlli e, soprattutto, altri strumenti, anche restrittivi. Stop alla tolleranza: occorrono misure decise e drastiche.
La proposta legislativa in esame stabilisce nuove sanzioni per coloro che non rispettano l’obbligo di istruzione. I genitori dei minori che non sono mai stati iscritti a scuola, nonostante gli avvertimenti, potrebbero affrontare una reclusione massima di due anni. Nel caso di alunni che, invece, decidono di lasciare il percorso di studi prima della sua conclusione, il rischio detentivo può arrivare fino a un anno. Inoltre, il mancato rispetto dell’obbligo scolastico comporterà anche la perdita del diritto all’assegno di inclusione.
Ad ogni modo, è importante tenere presente che il provvedimento potrebbe subire modifiche durante la sua analisi parlamentare, prima della sua eventuale conversione in legge.