I lavoratori di ogni settore non hanno solo dei doveri, ma anche dei precisi diritti. Questi servono a tutelare i dipendenti in caso di bisogno. In tale ottica rientra l’assegnazione provvisoria che, però, ha dei requisiti prestabiliti.
All’interno della compagine scolastica, quindi, i professionisti possono estrarre questa carta dal proprio mazzo e giocarsela nel momento ritenuto più opportuno.
Assegnazione provvisoria. Peculiarità
Per parlare dell’assegnazione provvisoria si deve mostrare la giusta attenzione alle sue peculiarità. Con tale dicitura si fa riferimento alla mobilità interna. Il personale scolastico, infatti, ha l’opportunità di spostarsi dalla sede di appartenenza per il periodo di un anno.
Questa possibilità è riservata a quanti abbiano un impiego a tempo indeterminato nelle scuole italiane. Non solo docenti, quindi, ma anche personale ATA. Lo spostamento in questione, inoltre, non incide minimamente sulla titolarità dell’impiego nell’istituto in cui solitamente si opera.
Il trasferimento presso un altro plesso, inoltre, può essere provinciale o interprovinciale. Di conseguenza, non ci si può muovere all’interno dello stesso comune di residenza. Lo scopo è quello di permettere al dipendente di aiutare in maniera costante un familiare con problematiche di salute.
Il tutto, naturalmente, deve essere accertato e supportato da alcune caratteristiche richieste dalla suddetta situazione parentale.
I requisiti
Come si è visto, quindi, non tutti possono usufruire dell’assegnazione provvisoria, ma è necessario avere i requisiti adatti al caso. Bisogna puntualizzare come il MIUR esponga al pubblico le caratteristiche essenziali per poter giovare di tale diritto. Ciò non toglie che vi siano alcune linee guida valide nella maggior parte dei casi.
A regolamentare l’assegnazione provvisoria ci pensa il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo. Esso si rifà agli anni scolastici che dal 2019 arrivano fino al 2022. I motivi da palesare nell’istanza, in ogni caso, possono essere differenti.
Si può inoltrare la domanda, per esempio, per ricongiungersi ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario. Oppure, per riunirsi al coniuge o alla parte dell’unione civile o al convivente. Infine, si può adoperare tale diritto per avvicinarsi a un genitore o per comprovati motivi di salute del richiedente.