DL n. 36/2022. Anche la Camera dei deputati dice sì alla Riforma del reclutamento dei docenti

reclutamento docenti

Anche la Camera dei deputati dice sì alla Riforma del reclutamento dei docenti. Nessuna sorpresa. Tutto è andato esattamente come previsto. Del resto, per scongiurare il rischio di “colpi bassi”, il Governo si era prudentemente cautelato ponendo, come già fatto in Senato, la questione di fiducia. 419 i voti favorevoli contro appena 55 contrari. E così, dopo il definitivo via libera del Parlamento alla conversione in legge del decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022, non ci resta che attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Una volta completato anche questo ulteriore passaggio, bisognerà poi concentrarsi sull’effettiva applicazione della Riforma fortemente voluta dal Ministro Bianchi. Che ha difeso la riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti nonostante il parere negativo dei sindacati e di buona parte delle forze politiche. Ma cerchiamo adesso di capire come cambia la scuola e quali sono le novità previste dal provvedimento. 

Anche la Camera dei deputati dice sì alla Riforma del reclutamento dei docenti. Le novità

Se per la scuola dell’infanzia e primaria tutto resterà invariato, non così per la scuola secondaria di primo e secondo grado. La riforma caldeggiata dal Ministero dell’Istruzione, infatti, prevede per quest’ultima l’istituzione di un percorso universitario/accademico di formazione iniziale abilitante di 60 CFU/CFA. Si tratta, nello specifico, di Crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche. L’attivazione di questo percorso sarà direttamente legato al fabbisogno di cattedre. Gli aspiranti docenti dovranno, inoltre, affrontare una prova finale che prevede una prova scritta e una lezione simulata. Il nuovo percorso per gli aspiranti docenti, alla luce di quanto previsto dal provvedimento appena approvato dal Parlamento, diventa:

  •  laurea magistrale (triennale per ITP) + percorso di abilitazione di 60 CFU/CFA + concorso + anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.

La Riforma del reclutamento dei docenti e i 24 CFU/CFA. Fase transitoria

Si va, quindi, verso il superamento dei famigerati 24 CFU/CFA. Con i quali sarà, tuttavia, possibile, fino al 2024, partecipare al concorso scuola. Ad ogni modo, la data ultima per acquisire gli stessi è il 31 ottobre 2022. I restanti crediti dovranno, però, essere obbligatoriamente conseguiti dopo l’eventuale superamento del concorso stesso. Che – ed è questa un’altra importante novità – non prevedrà più i test a risposta multipla con le crocette, bensì domande a risposta aperta. Durante questa fase transitoria, inoltre, i candidati ai concorsi a cattedra potranno accedervi anche dopo aver conseguito solo 30 CFU/CFA. Anche in questo caso gli ulteriori 30 CFU/CFA andranno acquisiti dopo il superamento del concorso.   

Docenti già in possesso di un’abilitazione o specializzazione sostegno

C’è anche un altro aspetto molto interessante, già presente nella prima bozza del DL 36/2022, ma ora approfondito e chiarito in maniera più dettagliata. E riguarda gli insegnanti già in possesso di abilitazione per un’altra classe di concorso o grado d’istruzione, o specializzati nel sostegno ma non ancora abilitati. E’, infatti, prevista per loro la possibilità di conseguire un’ulteriore abilitazione attraverso l’acquisizione di 30 CFU/CFA del percorso universitario/accademico di formazione iniziale:

  • 20 CFU/CFA nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento
  • 10 CFU/CFA di tirocinio diretto. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, tuttavia, l’impegno in presenza nelle classi non può in nessun caso essere inferiore alle 12 ore

La Riforma del reclutamento dei docenti. Insegnanti con 3 anni di servizio

Il decreto legge n. 36/2022, appena convertito in legge, stabilisce, inoltre, che anche i docenti con 3 anni di servizio (anche non continuativi) possono partecipare al concorso a cattedra. Purché gli stessi siano stati svolti nei 5 anni precedenti, in scuole statali e, comunque, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione. 

La formazione 

Una delle principali novità riguarda anche l’istituzione della Scuola di Alta Formazione del sistema nazionale pubblico di istruzione posta nell’ambito e sotto la vigilanza del Ministero dell’istruzione.

Compito della Scuola sarà:

  • promuovere e coordinare la formazione in servizio dei docenti di ruolo, in coerenza e continuità con la formazione iniziale;
  • dirigere e indirizzare le attività formative dei dirigenti scolastici, dei direttori dei servizi amministrativi generali, del personale amministrativo, tecnico e ausiliario; 
  • assolvere alle funzioni correlate al sistema di incentivo alla formazione continua degli insegnanti.

Compito principale della Scuola di Alta formazione sarà quello di avviare i programmi di formazione continua incentivata a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024. Gli stessi saranno incentrati sulle attività formative inerenti alle figure professionali responsabili nell’ambito dell’organizzazione della scuola delle attività di progettazione e sperimentazione di nuove modalità didattiche.

La Riforma del reclutamento dei docenti. La formazione retribuita

Il tutto inserito in un’ottica tesa a promuovere e sostenere processi di innovazione didattica e organizzativa della scuola oltre che a consolidare e rafforzare l’autonomia scolastica. Si tratta, in buona sostanza, di un’iniziativa che si inserisce nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con particolare riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali. Tale sistema di formazione e aggiornamento permanente degli insegnanti sarà articolato in percorsi di durata triennale. Da precisare, inoltre, che l’accesso ai percorsi di formazione avviene esclusivamente su base volontaria. Per incentivarne l’accesso, però, il Ministero ha ben pensato di prevedere un meccanismo di progressione salariale accelerata per gli insegnanti di ogni ordine e grado del sistema scolastico. Vale a dire che, al superamento di ogni percorso di formazione, si consegue in maniera anticipata la progressione salariale prevista dalla contrattazione nazionale attualmente legata esclusivamente all’anzianità di servizio, che rimane integralmente vigente.

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