Il neo Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, boccia senza mezzi termini il docente esperto. Non ci sarà, pertanto, nessun docente stabilmente incentivato.
Introdotta dall’articolo 38 del cosiddetto decreto legge Aiuti bis (decreto legge n. 115 del 9 agosto 2022), questa figura finisce, quindi, in soffitta prim’ancora di aver visto la luce.
La nuova qualifica non avrebbe, ad ogni modo, comportato nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento. Ed era stato fissato anche un tetto massimo per ciascuno degli anni scolastici 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036.
I docenti – che avrebbero avuto l’obbligo di permanenza nella stessa scuola per almeno tre anni consecutivi – esperti non sarebbero, infatti, potuti essere più di 8.000 all’anno, uno per istituto.
Nello specifico, per i docenti esperti era previsto un aumento mensile di oltre 400 euro al mese, per un totale di ben 5.650 euro all’anno. Per sempre.
Docente stabilmente incentivato. Valditara: Riforma velleitaria ed inutile
L’ex Ministro Bianchi aveva a più riprese difeso questa innovazione, nonostante il parere contrario dei dirigenti scolastici e delle organizzazioni sindacali. Tant’è che il provvedimento fu approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 agosto nell’ambito del Decreto Aiuti bis.
Piuttosto che occuparsi solo di affari correnti e di provvedimenti con carattere di necessità ed urgenza, il governo del dimissionario Draghi trovò il tempo ed il modo di “partorire” il docente esperto.
Che di lì a poco, durante l’iter di conversione del decreto, cambiò denominazione in “docente stabilmente incentivato”, senza però modifiche sostanziali.
Tutto inutile, però. Perché per il neo Ministro dell’Istruzione Valditara nel sistema scolastico italiano non c’è posto per il docente esperto. E, soprattutto, non ce n’è alcuna necessità.
“Francamente – ha dichiarato – dare qualche soldo in più dopo 9 anni di buoni risultati formativi a non oltre, a regime, il 5% dei docenti non credo produca grandi risultati. Mi pare più una riforma velleitaria per dire all’Europa che in qualche modo si è differenziato e premiato il merito”.
Il docente esperto. Che cos’è?
É doveroso precisare che gli effetti della riforma non sarebbero stati, ad ogni modo, visibili prima di dieci anni, a partire dall’anno scolastico 2023/2024.
Infatti, per fregiarsi del titolo di “esperto” e ottenere il conseguente “bonus”, i docenti avrebbero dovuto prima completare tre cicli triennali di formazione – consecutivi e non sovrapponibili – con esito positivo.
Il tutto, ovviamente, nell’ambito della formazione continua incentivata prevista nell’ambito della Riforma Bianchi.
Tuttavia, Valditara è convinto che la scuola debba andare in tutt’altra direzione. “Il merito dei docenti – ha chiosato, non senza un pizzico di pungente sarcasmo – è anzitutto quello di far emergere il merito dei ragazzi”.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha, quindi, aggiunto: “Il nostro sistema scolastico deve porsi come assoluta priorità quella di favorire l’emersione dei talenti di ciascuno. E quando dico questo penso a docenti specificamente formati anche sotto il profilo pedagogico e psicologico e, quindi, in grado di supportare i ragazzi, di aiutarli ad affrontare eventuali difficoltà particolari o a sviluppare talenti particolari”.