Uno degli argomenti più dibattuti tra i professionisti della scuola è sicuramente l’età pensionabile dei docenti. Negli ultimi anni, infatti, la possibilità di abbandonare il lavoro si è allontanata notevolmente, creando non pochi disagi.
La maggior parte delle categorie, infatti, ha visto un netto slittamento del momento in questione anche a causa dell’allungamento della vita media. E gli insegnanti non sono da meno. Ecco perché risulta necessario analizzare con cura questa tematica.
La riforma dell’età pensionabile
Come menzionato in apertura di questo articolo, è entrata in vigore da un po’ la riforma dell’età pensionabile. Il Decreto Ministeriale del 5 novembre 2019 afferma, però, che i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici non sono stati ulteriormente incrementati dopo l’ultima dilatazione a 67 anni.
Il sito dell’INPS, inoltre, fa sapere come il Ministero dell’Istruzione abbia deciso in merito attraverso la Circolare Ministeriale del 1° ottobre 2021, n. 30142. Le direttive riguardano le cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2022.
Per presentare la domanda in questione, inoltre, i docenti interessati avrebbero dovuto inoltrare la propria istanza entro il 31 ottobre 2021. Chi non è rientrato nei termini previsti, invece, è tenuto a chiedere il pensionamento in maniera telematica direttamente attraverso il sito dell’INPS.
Come presentare la domanda
Anche i docenti devono informarsi in maniera dettagliata su come presentare la domanda relativa alla propria pensione. Ivi, come nel resto della Pubblica Amministrazione, è ormai obbligatorio effettuare la richiesta in modalità online. Lo SPID, in tale contesto, risulta indispensabile per l’operazione da svolgere.
L’età pensionabile, dunque, si attesta a 67 anni, ma possono esserci delle eccezioni. Infatti, possono palesarsi le condizioni adatte per anticipare la stessa a 63 anni, ma bisogna aver versato i contributi per un periodo che va dai 30 ai 36 anni.
Inoltre, la piattaforma del MIUR conosciuta come Istanze OnLine consente agli utenti di poter scegliere anche tra Opzione Donna e Quota 102. Entrambe, naturalmente, sono regolate da schemi ben precisi e risultano una valida alternativa per i soggetti interessati.