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Non sempre le persone si comportano come dovrebbero. La famiglia, la scuola e il senso civico possono non riuscire nel compito di educare correttamente i cittadini. Anche i più giovani, infatti, possono incorrere in atteggiamenti dannosi per gli altri come il cyberbullismo.
In tale contesto si posiziona la lotta a questi spiacevoli episodi. La prevaricazione sul più debole si è ampliata nell’era del digitale. Non resta che contrastare l’orrendo fenomeno.
Il cyberbullismo nel quotidiano
Anche se si fatica ad ammetterlo, ormai si vive il cyberbullismo nel quotidiano. Con tale termine si va a identificare uno specifico comportamento. Le aggressioni verbali verso terzi sono diventate ancora più frequenti nel mondo della rete.
La distanza dalla propria vittima rende più violento il bullo che si sente protetto dietro a uno schermo. La tecnologia consente all’assalitore di entrare senza essere disturbato nella casa dei malcapitati. Inoltre, il cyberbullismo può essere perpetrato non solo da un unico soggetto, ma anche da un intero gruppo.
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Per contrastare il fenomeno, il MIUR si basa sulla Direttiva Ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007 – Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo. Oltre a ciò, utilizza come forza anche la Legge n. 71 del 29 maggio 2017, ovvero Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
La Piattaforma ELISA
Un altro mezzo usato dal MIUR per ostacolare il fenomeno in questione è la Piattaforma ELISA. Che è nata nell’ottobre del 2018 in collaborazione con l’Università di Firenze. Tale programma prevede un percorso e-learning in cui a partecipare vi sono i docenti che hanno assunto il compito di referenti contro il cyberbullismo.
In vista di ciò, il Ministero dell’Istruzione ha anche aggiornato le Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto del bullismo e il cyberbullismo. Qui si suggerisce di creare un vero e proprio gruppo di lavoro formato da rappresentanti della scuola e del territorio.
Lo scopo è quello di prevenire episodi di violenza, di aiutare gli alunni che ne sono vittime e di definire con precisione gli interventi da apportare.