ITP: dal 2025 serviranno laurea e abilitazione

insegnante tecnico pratico

Fino al 2024 per i posti di insegnante tecnico pratico (ITP) sarà sufficiente il diploma con l’aggiunta di soli 30 CFU. Mentre a partire dal 2025 i docenti ITP dovranno conseguire un titolo di studio superiore, vale a dire una laurea triennale, e aver superato il percorso formativo abilitante (60 CFU). Si tratta, anche in questo caso, della fase transitoria prevista nell’ambito dell’applicazione della legge di conversione del decreto n. 36/2022, ovvero la legge n. 79 del 29 giugno 2022. Un’altra novità, quindi, della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti fortemente voluta e sostenuta dal Ministro dell’Istruzione Bianchi. Il nuovo reclutamento dei docenti prevede, quindi, importanti novità per l’accesso al percorso di insegnanti. Anche per i docenti ITP: dal 2025 serviranno laurea ed abilitazione. Fino ad allora, invece, è richiesto unicamente il possesso del diploma e di 30 CFU.  

Docenti ITP. Requisiti 

Tra le varie novità contemplate dalla Riforma Bianchi, quella relativa agli insegnanti tecnico pratici non è affatto trascurabile. Quantomeno per lo stravolgimento che si porta dietro. Una netta rottura rispetto al passato. Ma vediamo quali erano, prima dell’approvazione della legge n. 79/2022, i requisiti previsti per la partecipazione al concorso per gli aspiranti docenti ITP:

  • diploma (ed eventuali titoli aggiuntivi, previsti dalla normativa vigente per l’accesso alla specifica classe di concorso) oltre ai 24 CFU/CFA, acquisiti nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche;
  • diploma (ed eventuali titoli aggiuntivi previsti dalla normativa vigente per l’accesso alla specifica classe di concorso) unita all’abilitazione per altra classe di concorso o grado; 
  • precedente inserimento nella II fascia delle graduatorie GPS per la specifica classe di concorso

Riforma Bianchi: requisiti per i docenti ITP

Detto dei requisiti richiesti finora, vediamo cosa prevede, nello specifico, la Riforma Bianchi. Secondo quanto previsto dalla legge di conversione n. 79/2022, infatti:

“costituisce requisito per la partecipazione al concorso relativamente ai posti di insegnante tecnico-pratico, il possesso della laurea, oppure del diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di I livello, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e dell’abilitazione specifica sulla classe di concorso”.

ITP: dal 2025 serviranno laurea e abilitazione

Se, dunque, finora gli aspiranti docenti ITP non hanno mai avuto la necessità di conseguire un titolo superiore al diploma, con la Riforma Bianchi avranno bisogno della laurea triennale. 

Tuttavia, come abbiamo già accennato, è prevista una fase transitoria durante la quale sarà sufficiente il possesso del diploma unito al percorso di formazione iniziale dei 60 CFU per partecipare al concorso. In realtà, saranno sufficienti soli 30 CFU. I restanti crediti formativi universitari potranno, infatti, essere integrati successivamente, in caso di superamento del concorso stesso.   

Riforma Bianchi: ITP e fase transitoria

Anche per quanto riguarda i requisiti per la partecipazione al concorso dei docenti ITP durante la fase transitoria (valida fino al 2024), è opportuno leggere direttamente il testo:

“Sino al 31 dicembre 2024, sono comunque ammessi a partecipare al concorso per i posti comuni di docente di scuola secondaria di primo e secondo grado e per i posti di insegnante tecnico-pratico coloro che abbiano conseguito almeno 30 crediti formativi universitari o accademici del percorso universitario e accademico di formazione iniziale, a condizione che parte dei crediti formativi universitari o accademici siano di tirocinio diretto”.

ITP: quale tipologia di laurea triennale?

Resta, tuttavia, il dubbio su quale tipologia di laurea triennale dovranno conseguire gli aspiranti docenti ITP. Ebbene, ancora se ne sa davvero poco. La speranza è che il DPCM attuativo atteso per fine luglio, oltre a fare chiarezza sui 60 CFU, chiarisca anche questo aspetto. Ma l’argomento potrebbe, in realtà, essere anche affidato ad un decreto successivo. L’unica certezza, al momento, è l’assenza di qualsiasi tipo di tabelle di riferimento. Per cui non resta che attendere delucidazioni in merito. 

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