Il peer tutoring, o peer learning, è una modalità di insegnamento tra pari. È una proposta didattica per la quale in un gruppo omogeneo per età ed esperienza vengono individuati dei peer tutors. L’insegnante adulto svolge una funzione di supervisore e gli alunni diventano docenti l’uno per l’altro.
Possiamo parlare di peer tutoring quando vi è un reciproco ruolo di aiuto tra gli allievi che svolgono alternativamente i ruoli di tutor e tutee, oppure quando esiste una differenza nelle conoscenze e nelle abilità cognitive o relazionali tra i due. Il passaggio di competenze avviene all’interno di un progetto con obiettivi, tempi, modi e ruoli strutturati.
Molte ricerche sul peer tutoring si sono riferite alle teorie cognitive di Lev Vygotskij e Jean Piaget.
Il Peer tutoring. Vygotskij
Il concetto di zona prossimale di sviluppo di Vygotskij è molto utile per spiegare il vantaggio che gli allievi hanno dall’interazione con i pari. Infatti, gli altri forniscono la possibilità di ridurre la distanza esistente tra le abilità di problem solving possedute e le potenzialità del soggetto.
L’adulto o il coetaneo con maggiore esperienza propone il suo modello di problem solving che non si identifica con il contenuto, ma rappresenta la strategia per arrivare alla risoluzione dei problemi. I coetanei, spesso, sono più efficaci nei processi d’apprendimento perché offrono modelli di problem solving più semplici e più vicini a chi deve apprenderli.
Il Peer tutoring. Piaget
Un’impostazione simile viene fornita da Piaget per il quale il rapporto con i coetanei è fondamentale per lo sviluppo delle attitudini critiche, delle abilità di riflessione e nello sviluppo di competenze volte a migliorare il rapporto con la realtà. I coetanei aiutano il soggetto nei suoi processi di assimilazione e accomodamento. In modo particolare nell’accomodamento, quando si crea un conflitto tra le vecchie conoscenze e abilità del soggetto e le nuove esperienze, i coetanei possono offrire un fondamentale apporto nella ricerca di nuovi equilibri.
Che cosa si intende per Peer tutoring?
La peer education è sempre stata utilizzata nella scuola, soprattutto attraverso piccoli gruppi di lavoro. Spesso, infatti, viene chiesto agli alunni di approfondire degli argomenti o di compiere delle ricerche in gruppo apportando il proprio contributo di competenza. L’educazione tra pari può essere, quindi, utilizzata come un vero e proprio strumento didattico.
I tutor, per il loro pari grado, sono visti da chi apprende come interlocutori degni di credibilità. I coetanei si sentono maggiormente a loro agio rispetto al rapporto con i peer, da cui non ricevono voti o giudizi. Sviluppano competenze e risorse, apprendendo più facilmente i concetti.
I tutor utilizzano, infatti, lo stesso linguaggio dei destinatari e sono protagonisti della trasmissione della conoscenza, ponendosi sullo stesso piano dei coetanei. L’esperienza di tutor migliora la loro autostima, le abilità relazionali e di comunicazione ricevendo un grande beneficio sperimentando il cosiddetto public speaking.
Inoltre, la peer education stimola il rispetto reciproco e la cooperazione, ed è un valido modo per prevenire fenomeni come il bullismo.
Peer tutoring. Caratteristiche
Esistono diversi tipi di peer education a seconda delle fasce di età e degli obiettivi che si intende perseguire:
- Peer tutoring di pari livello che vede impegnati allievi della stessa classe, che godono dello stesso status nel gruppo con un divario nell’attività oggetto di tutoring. Ad esempio, un lavoro di gruppo per un reciproco sostegno in una disciplina.
- Peer tutoring di livello diverso in cui il tutor appartiene a una classe superiore o è più grande d’età. Un tipico esempio avviene con le esperienze di classi aperte dove i ragazzi più grandi aiutano i loro compagni delle classi inferiori.
- Ruolo fisso o ruolo reciproco. Nel primo caso un allievo è costantemente tutor verso un suo compagno, mentre nella situazione di reciprocità i ruoli possono invertirsi. Il cambiamento può avvenire su argomenti diversi della stessa materia o su materie diverse.
- Numero di allievi coinvolti. Possiamo impegnare solo una coppia tutor-tutee, oppure possiamo formare all’interno della classe più coppie che seguono un’attività di insegnamento individualizzato per alcuni allievi con difficoltà di apprendimento in settori specifici. Partendo da un peer tutoring in piccolo gruppo è possibile estendere l’esperienza a tutta la classe per cui si possono formare coppie interscambiabili a seconda delle esigenze.
- Peer tutoring su piccoli gruppi. In questo caso il tutor ha il compito di coordinare un piccolo gruppo di compagni, in genere tre o quattro, omogenei rispetto all’apprendimento oggetto del tutoraggio. Questa situazione si avvicina molto alla metodologia del cooperative learning.
Peer tutoring. Il ruolo del docente
Quindi, il ruolo del docente adulto cambia diventando osservatore e non depositario o trasmettitore di conoscenze. Interviene dove è richiesto un supporto o per una difficoltà, mantenendo intatta negli studenti l’idea di essere l’aiuto di cui l’allievo ha bisogno.
Molto interessante e attuale l’esperienza del programma TOP – Tutoring Online Program, un’iniziativa online di supporto allo studio, avviata a partire dall’anno scolastico 2021-22 dalle università Bocconi, Milano-Bicocca e Harvard e promosso da Fondazione Cariplo. L’esperienza nasce per contrastare il fenomeno della perdita di competenze acuitosi a causa della pandemia da Covid-19 e il passaggio forzato alla didattica a distanza.
I tutor volontari ricevono una formazione ad hoc su principi pedagogici e metodologici della relazione di tutoring e sulla didattica delle discipline. Inoltre, i tutor possono fare affidamento per tutta la durata del programma sui Supervisori, delle figure senior che li supportano nella gestione della relazione con i minori, i genitori e gli insegnanti dei tutee.
Peer tutoring. I dati
Ottimi i risultati raggiunti nell’edizione 2021-22 con la partecipazione di oltre cento istituti, in cui più del 73% degli allievi ritiene che l’esperienza di tutoraggio sia stata molto utile.
L’edizione 2022-23 vedrà la partecipazione al programma di 12 atenei italiani diffondendo l’iniziativa tra i rispettivi iscritti per il reclutamento di tutor universitari volontari.
Questa esperienza positiva, ad un ampio livello di coinvolgimento, ci consente di perseguire la strada dell’apprendimento tra pari come un elemento di forza all’interno della scuola italiana.