Quello dell’istruzione è un universo assai variegato. Esistono numerose tipologie di istituti suddivisi tra ordini e gradi. Un esempio è la scuola secondaria di primo grado. Un tempo era conosciuta dai più come scuola media.
Essa fa parte del primo ciclo di istruzione. Mentre la scuola primaria dura cinque anni, la scuola secondaria di primo grado si estende per tre anni. In ogni caso, entrambe hanno l’obbligo di frequenza.
Proprio perché a metà tra l’infanzia e l’adolescenza, la scuola secondaria di primo grado è fondamentale. Un punto di passaggio delicato che deve consolidare le conoscenze apprese in precedenza. Allo stesso tempo, però, deve preparare per ciò che verrà in seguito.
Le regole di questo tipo di istruzione sono definite dalla Legge n. 53 del 28 marzo 2003. In essa si afferma la volontà di assicurare a tutti il raggiungimento di elevati livelli culturali.
Inoltre, si vogliono sviluppare le competenze, generali e specifiche, in coerenza con le attitudini personali dell’allievo. La consapevolezza di questa tipologia di istituti può essere fruttuosa per quanti vogliano operare al loro interno.
SOMMARIO
Toggle- Quale è la scuola secondaria di primo grado
- Quali sono le scuole secondarie di primo e secondo grado
- Che titolo serve per insegnare alle medie
- Come funzionano le GPS per la scuola secondaria di primo grado
- Quali titoli si possono inserire nelle GPS
- Le certificazioni linguistiche per docenti scuola media
- Quanto guadagna un insegnante di scuola media
Quale è la scuola secondaria di primo grado
Per affrontare questa tematica bisogna soffermarsi su quale sia la scuola secondaria di primo grado. Come è già stato accennato, essa è la scuola che segue la scuola primaria e precede la scuola secondaria di secondo grado.
Risulta obbligatoria per tutti gli allievi italiani e stranieri che abbiano concluso la scuola primaria. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 20 marzo 2009 ha disciplinato il riordino del primo ciclo.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 22 giugno 2009, invece, ha messo in chiaro come debba avvenire la valutazione degli studenti.
Il primo dei decreti menzionati ha, inoltre, stabilito l’orario di questo tipo di istituti. Le ore devono essere 30 settimanali. Naturalmente, devono essere suddivise a seconda delle materie da affrontare durante il ciclo di studio.
Le ore possono aumentare a 36 qualora ci fossero delle attività pomeridiane. In tal caso ci sarebbero due o tre rientri pomeridiani. Ciò potrebbe implicare la presenza della mensa scolastica, che non è comunque indispensabile.
In alcune occasioni, come una richiesta da parte delle famiglie degli alunni, queste ore possono raggiungere quota 40.
Le direttive del MIUR, comunque, hanno fissato anche il numero degli studenti per ogni classe. Si va da un minimo di 18 a un massimo di 27. Nelle classi in cui è presente un allievo con disabilità grave il numero non deve superare quota 20.
Infine, il Decreto Ministeriale n. 254 del 16 novembre 2012 ha selezionato le discipline di studio per tali organismi. Esso sono:
- Italiano;
- Lingua inglese e seconda lingua comunitaria;
- Geografia;
- Storia;
- Matematica;
- Musica;
- Scienze;
- Educazione fisica;
- Arte e immagine;
- Tecnologia.
Quali sono le scuole secondarie di primo e secondo grado
Conclusa la scuola secondaria di primo grado, l’alunno deve scegliere una tra le diverse scuole secondarie di secondo grado. Infatti, esistono molteplici indirizzi tra cui decidere a seconda dei gusti e inclinazioni personali.
Esse si differenziano inizialmente in due settori:
- scuola secondarie di secondo grado di durata quinquennale. Tra di essi compaiono i licei;
- percorsi triennali e/o quadriennali. Questi ultimi sono di istruzione e formazione professionale (IeFP) e sono sotto la competenza regionale.
La differenza tra le due tipologie di corsi è essenziale. I primi, infatti, sono molto incentrati sulla cultura e hanno 6 percorsi e 8 indirizzi.
Chi intraprende questa strada è perché sostanzialmente vuole apprendere un ottimo metodo di studio per proseguire con l’università.
Il secondo tipo di scuola, invece, è decisamente più pratico. A sua volta si suddivide in istituti tecnici e istituti professionali.
Gli istituti tecnici (2 settori e 11 percorsi formativi) offrono una base culturale che affonda le proprie radici nell’ambito tecnologico e scientifico.
Con tali caratteristiche è possibile proseguire gli studi all’università. Naturalmente, è consigliato optare tra la branca tecnologica e quella economica.
Infine, ci sono gli istituti professionali. Essi mettono a disposizione 11 percorsi formativi. Il loro compito è quello di preparare gli allievi in mestieri e professioni utili nell’economia italiana.
Chi opta per tale opzione ha voglia di entrare nel mondo del lavoro immediatamente dopo il diploma. Il titolo scaturito da queste scuole, infatti, è spendibile e riconosciuto in diversi campi specialistici.
Che titolo serve per insegnare alle medie
Comprese le basi, è ora di analizzare meglio la questione. Infatti, sono in tanti a chiedersi quale titolo serva per insegnare alle medie. La scuola secondaria di primo grado può rivelarsi un’ottima opportunità per gli aspiranti docenti.
Per diventare professori e professoresse sono necessari il titolo di studio utile non solo per l’accesso all’insegnamento, ma anche per l’abilitazione. A stabilirlo ci pensa il Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017.
Ivi si afferma, infatti, che sono necessari:
- il titolo di accesso all’insegnamento (laurea);
- conseguire l’abilitazione utile per insegnare.
Inoltre, l’aspirante docente per poter avere il ruolo a tempo indeterminato deve superare un concorso nazionale. Per la scuola secondaria di primo grado, ma anche di secondo, è doveroso, inoltre, possedere i 24 CFU.
La loro introduzione è dovuta al Decreto Ministeriale n. 616 del 10 agosto 2017. Sono divenuti un requisito indispensabile non solo per la partecipazione ai concorsi. Infatti, sono un titolo obbligatorio anche per l’immissione delle GPS.
Come funzionano le GPS per la scuola secondaria di primo grado
Se si vuole insegnare nella scuola secondaria di primo grado è conseguente afferrare i meccanismi che regolano le GPS. Con questa dicitura si indicano le Graduatorie Provinciali per le Supplenze.
Esse sono vitali per coloro che aspirano alla docenza, ma non hanno ancora il ruolo a tempo indeterminato. Tali graduatorie sono adoperate per assegnare supplenze di breve o lungo periodo.
La loro comparsa è avvenuta tramite l’Ordinanza Ministeriale n. 60 del 10 luglio 2020. Sono, dunque, relativamente recenti.
Hanno una valenza biennale e, difatti, sono state aggiornate quest’anno mediante l’Ordinanza Ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022.
Queste graduatorie si suddividono essenzialmente nel seguente modo:
- prima fascia, personale abilitato;
- seconda fascia, possessori dei soli titoli.
In maniera consequenziale, vengono emanate le Graduatorie di Istituto. In entrambi i casi, il candidato deve scegliere la medesima provincia in cui immettersi.
Per la seconda lista, però, si devono anche elencare 20 istituti in cui si vorrebbe prestare servizio.
Chi vuole operare nella scuola secondaria di primo grado, quindi, può adoperare le GPS come trampolino di lancio. Anche i neo-laureati possono iscriversi al loro interno, l’importante è avere tutti i titoli del caso.
Un modo per aumentare il proprio punteggio, però, è quello di ampliare le proprie competenze. Ciò può avvenire tramite il conseguimento di corsi di formazione specifici.
In particolare, l’aspirante docente può fare affidamento sia le certificazioni informatiche sia le certificazioni linguistiche.
Quali titoli si possono inserire nelle GPS
I candidati chiamati a ricoprire questo ruolo hanno bisogno di sapere quali titoli si possano inserire nelle GPS. Come è già stato preannunciato, risultano fruttuose sia le certificazioni informatiche sia le certificazioni linguistiche.
Le certificazioni informatiche sono vitali dato che il MIUR ha tutta l’intenzione di alzare la professionalità dei suoi insegnanti. Questi attestati si rifanno all’acquisizione delle competenze nel settore TIC.
Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione sono ormai una trave portante della scuola italiana.
Ne sono una testimonianza tutti gli strumenti adoperati nella classe per poter incrementare la didattica tradizionale. Un esempio pratico è rappresentato dalla Lavagna Interattiva Multimediale.
Alcuni di questi corsi formativi, dunque, servono per imparare a usare al meglio uno specifico mezzo tecnologico. Altre, invece, servono per approfondire i meandri di Internet e adoperarlo nei modi e nei tempi opportuni.
Nella Legge n. 107 del 13 luglio 2015 si riscontra la volontà del Ministero dell’Istruzione di potenziare queste conoscenze. Il tutto per potersi allineare al resto d’Europa molto più avanti nella digitalizzazione dell’educazione scolastica.
Nell’Ordinanza Ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022, inoltre, sono state inserite le modalità con cui viene assegnato il punteggio nelle GPS.
Infatti, l’aspirante docente può conseguire molteplici certificazioni informatiche per allargare il bacino delle sue abilità.
Nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze, però, possono essere immesse fino a quattro attestati. Ognuno di essi vale 0,5 punti per un totale di 2 punti in più.
Tra i corsi formativi relativi al mondo digitale, sono convenienti a un aspirante docente i seguenti:
- corso LIM;
- corso Tablet;
- corso Pekit;
- corso Coding;
- corso EIPASS.
Differente è il discorso se si parla delle certificazioni linguistiche. Anche queste risultano indispensabili per ampliare il punteggio di chi è immesso nelle GPS.
Le certificazioni linguistiche per docenti scuola media
La Legge n. 124 del 7 agosto 2015 ha riformato la Pubblica Amministrazione. Tra le nuove proposte compare l’obbligo per i dipendenti pubblici di saper parlare la lingua inglese. Il livello minimo richiesto è il B2.
Tale decisione è valida anche per gli insegnanti di ogni ordine e grado. In questa situazione si inserisce perfettamente l’attestato linguistico. A chiarire il suo valore nelle GPS ci pensa sempre l’OM di cui si è parlato in precedenza.
In particolare, negli allegati si chiarisce il punteggio dei differenti livelli di competenza nel settore:
- B2, 3 punti;
- C1, 4 punti;
- C2, 6 punti.
Esiste, poi, un titolo rimanente. Esso è il CLIL, Content and Language Integrated Learning. Un vero e proprio approccio didattico. Consente di impartire lezioni in una disciplina non linguistica in lingua straniera.
Il percorso formativo in questione vale 1 punto se preso singolarmente. Se aggiunto alle altre certificazioni, però, si ha la possibilità di aggiungere ulteriori 3 punti a quelli già elencati.
Quanto guadagna un insegnante di scuola media
Date tutte le informazioni necessarie, si deve analizzare l’ultimo tassello essenziale. Quanto guadagna un insegnante di scuola media?
Come ogni professore, anche quello della scuola secondaria di primo grado ha uno stipendio che varia. Tale mutamento è dovuto essenzialmente agli anni di servizio che il docente ha alle proprie spalle.
Lo stipendio, naturalmente, è regolato dal CCNL scuola. Nei primi anni, la cifra percepita si attesta a 1.350,54 euro. Quest’ultima aumenta col passare del tempo come spiegato di seguito:
- 1.473,01 euro da 9 a 14 anni;
- 1.604,17 euro da 15 a 20 anni;
- 1.708,77 euro da 21 a 27 anni;
- 1.832,52 euro da 28 a 34 anni;
- 1.895,74 euro da 35 anni in su.
A quanto affermato fino a questo momento si deve aggiungere un tassello finale. Infatti, al normale stipendio si può unire una somma proveniente dall’anzianità accumulata. La cifra in questione può essere di un minimo di 164 euro a un massimo di 257 euro.
I motivi per cui si può percepire sono differenti tra loro. L’ammontare in questione può derivare da un incarico a tempo indeterminato.
Può, però, scaturire anche da supplenze annuali (fino al 31 agosto) o supplenze fino al termine delle attività scolastiche (30 giugno).
Per chi non è di ruolo, ovviamente, le cose sono differenti. Per i supplenti con una nomina annuale la busta paga si aggira intorno a 1.300 euro.
Quando si parla di supplenze di breve durata, invece, lo stipendio si attesta intorno ai 600 euro con la privazione della retribuzione professionale annua.