È allarme zuccheri nelle mense scolastiche ma la Sugar Tax slitta al 2027

Rosalia Cimino

7 Novembre 2025

È allarme zuccheri nelle mense scolastiche ma la Sugar Tax slitta al 2027

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L’Italia rinvia ancora una volta la Sugar Tax, e intanto le scuole diventano il terreno più fragile nella battaglia contro l’eccesso di zuccheri. Mentre i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e di Coldiretti mostrano distributori automatici dominati da snack e bevande dolci, la politica sceglie di rimandare ogni intervento concreto. Il risultato? Bambini sempre più esposti a cattive abitudini alimentari, e un’educazione alla salute che resta, troppo spesso, solo sulla carta.

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Zuccheri fuori controllo: il paradosso dei distributori scolastici

Dentro le scuole italiane si consuma un paradosso che racconta più di mille statistiche. Secondo una recente indagine Coldiretti, il 40% degli studenti acquista regolarmente la propria merenda ai distributori automatici. 

Un gesto quotidiano che, però, nasconde un problema strutturale: il 77% dei prodotti disponibili è costituito da snack dolci, mentre solo l’1% offre frutta o alternative salutari.

I dati dell’ISS sono ancora più preoccupanti: un bambino su quattro beve bevande zuccherate ogni giorno, e quasi il 10% è obeso.

Nel frattempo, le linee guida anti-zucchero diffuse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito invitano gli istituti a eliminare dagli appalti prodotti con zuccheri aggiunti, ma la realtà racconta altro.

Nelle scuole prevale ancora una logica commerciale, e quei distributori, pensati come servizio, si trasformano di fatto in un motore silenzioso di cattive abitudini.

Il “Quaderno n.2” del MIM, aggiornato nel 2025, segna un passo avanti culturale: parla di “promozione di ambienti alimentari sani”. Tuttavia, senza strumenti vincolanti o incentivi economici, resta solo un documento ben scritto. E nelle macchinette, i biscotti e le merendine continuano a vincere.

Sugar Tax rinviata: quando la salute perde contro le lobby

La Sugar Tax, introdotta nel 2020 per tassare le bevande zuccherate e finanziare progetti di prevenzione, doveva entrare in vigore nel luglio 2025. Poi è stata rinviata al gennaio 2026. Ora, con l’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri del 14 ottobre 2025, slitta al 1° gennaio 2027.

Un rinvio che non pesa solo sulla salute pubblica: la Ragioneria generale dello Stato stima 60 milioni di euro di gettito persi in sei mesi, soldi che avrebbero potuto sostenere l’educazione alimentare nelle scuole.

Dietro a questo rinvio si nasconde uno scontro di poteri. Le associazioni industriali – come Assobibe e Federalimentare – denunciano il rischio di 5.000 posti di lavoro persi e sostengono di aver già ridotto gli zuccheri del 41% in modo volontario.

Dall’altro lato, gli esperti di salute pubblica, come l’Istituto Mario Negri, replicano che la tassa è non solo necessaria, ma anche tardiva: “lo zucchero uccide come fumo e alcol”, sostengono, chiedendo un modello progressivo simile a quello britannico, che ha dimostrato di funzionare.

Il vero paradosso, però, è che quella riduzione volontaria tanto sbandierata dalle aziende è arrivata solo dopo l’annuncio della tassa. Segno che, forse, la minaccia fiscale era già il miglior incentivo possibile.

Sugar tax rinviata e scuole in prima linea: da problema a laboratorio di cambiamento

Dato il rinvio politico, le scuole restano l’unico presidio concreto. Dirigenti scolastici e insegnanti provano, con i pochi strumenti a disposizione, a promuovere una nuova cultura alimentare.

Molti istituti stanno sperimentando patti educativi territoriali con produttori locali per offrire alternative sane nei distributori, o laboratori interdisciplinari dove salute e sostenibilità diventano parte del curricolo.

È una sfida culturale prima ancora che normativa: trasformare le scuole da luoghi dove si accumulano zuccheri in spazi dove si coltiva consapevolezza.

Perché se la Sugar Tax resta ferma al 2027, l’educazione alimentare, quella vera, può cominciare già domani.