BES

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La didattica inclusiva annovera al proprio interno varie tipologie di studenti. Tra di essi compaiono quelli con BES. La dicitura in questione si rivolge ai Bisogni Educativi Speciali.

Suddetta categoria serve a catalogare quanti vivano nello svantaggio scolastico. Infatti, in tale compagine non rientrano esclusivamente gli alunni con disabilità fisica o psichica.

L’integrazione scolastica ha una storia lunga alle proprie spalle. La prima volta che è comparsa la figura del docente di sostegno è stata all’interno della Legge n. 517 del 4 agosto 1977.

Da allora questa figura è stata ampiamente potenziata. Lo si può vedere anche nel fatto che sia stato elaborato un percorso formativo specializzato in tale ambito. Si tratta del Tirocinio Formativo Attivo.

In tanti attendono il bando del TFA Sostegno 2023 per poter intraprendere tale carriera. Intanto, tali soggetti sono tenuti a informarsi sui BES, ma anche sul resto dell’inclusione scolastica.

Che cosa sono i BES nella scuola

Trattando questo argomento è bene comprendere che cosa siano i BES nella scuola. La dicotomia iniziale, disabilità/assenza di disabilità, non è più sufficiente negli istituti odierni.

Le classi, infatti, sono ormai molto più complesse di quanto si potesse credere nei decenni passati. Ecco perché in tali compagini rientrano diverse sottocategorie. Tra di esse sono catalogate:

  • la disabilità;
  • i disturbi evolutivi specifici;
  • lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Tutte loro, però, meritano la medesima attenzione. Infatti, il MIUR deve mettere in atto i progetti utili per garantire il diritto allo studio di ogni studente. A stabilirlo è la stessa Costituzione. Nell’articolo n. 34, infatti, si afferma che «la scuola è aperta a tutti».

Nella tipologia dei disturbi evolutivi specifici rientrano anche i deficit del linguaggio. Si conteggiano i problemi relativi alle abilità non verbali, quelli del coordinamento motorio e molti altri.

Inoltre, vi è un’ulteriore considerazione da fare. Ogni alunno può essere definito BES per un breve periodo o con continuità nell’arco della sua carriera scolastica.

Per tale ragione il soggetto deve essere messo al centro della didattica. Solo in questo modo si può operare per limitare le difficoltà affrontate. 

Negli anni passati, infatti, a essere messo al centro della lezione era il docente con le sue nozioni da impartire ai discenti. Per questo gli Uffici Scolastici Regionali e il MIUR hanno istituito i Centri Territoriali di Supporto (CTS). 

I CTS sono distribuiti nelle Scuole Polo e devono coordinare la loro attività con altri elementi che risultano essere vitali. Tra di essi ci sono i Comuni, i Servizi Sanitaria, le associazioni e, naturalmente, i familiari degli studenti.

Normativa BES

La normativa italiana si è a lungo soffermata sui Bisogni Educativi Speciali. In particolar modo lo ha fatto con la Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012.

Lo scopo è quello di ripensare l’inclusione scolastica alla luce dei nuovi processi formativi degli ultimi anni.

Prima di suddetta direttiva, infatti, l’educazione individualizzata si basava sulla Legge n. 104 del 5 febbraio 1992.

Altra precettistica da cui si traeva forza era la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010. Quest’ultima, come vedremo più avanti, è riferita ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Per tale ragione è ancora oggi estremamente valida nell’ambito scolastico.

In relazione a quanto detto finora si può affermare che la D.M. 27 dicembre 2012 ha riempito i vuoti legislativi lasciati in passato. 

Chi non rientrava nelle compagini precedentemente menzionate, infatti, non era tutelato negli istituti frequentati.

Per chi non rientra nei parametri clinici, quindi, la scuola può attivarsi in maniera autonoma. 

In tal modo si cerca di concretizzare la didattica inclusiva sotto ogni punto di vista. È bene rimarcare il fatto che nei BES non siano catalogati solo le persone con disabilità.

Piano Educativo Individualizzato

All’interno della normativa rivolta ai BES ci sono ulteriori elementi da portare alla luce e analizzare. Infatti, è impossibile non citare il Piano Educativo Individualizzato (PEI).

Con tale termine si indica un documento ufficiale in cui vanno immessi gli obiettivi scolastici da raggiungere durante l’anno. La redazione dello stesso non spetta solo al docente di sostegno.

Infatti, gli insegnanti di ogni disciplina sono tenuti a indicare le competenze minime da pervenire. Ciò spiega anche il motivo per cui debba essere compilato a inizio anno scolastico.

A tale scopo è stato rilasciato il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020. Ivi sono state ridefinite le precedenti modalità dell’assegnazione del sostegno. Inoltre, sono snocciolati i criteri da adottare per la formulazione del PEI.

Ciò avviene ai sensi dell’articolo 7, comma 2-ter del Decreto Legislativo n. 66 del 13 aprile 2017. Il modello PEI, inoltre, cambia a seconda dell’ordine e grado della scuola frequentata dall’alunno.

Il PEI è formulato e approvato dal Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione (il GLO). In esso presenziano i docenti della scuola, le famiglie e gli operatori sanitari.

Suddetto documento poggia le proprie basi su alcuni specifici elementi:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

La valutazione, quindi, deve essere fatta dai docenti nella loro interezza, non solo quelli di sostegno. 

Per quanto concerne i BES, nel PEI si devono indicare sia i punti di forza sia i punti deboli dello studente.

Esattamente come accade per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, anche per i BES sono consentiti strumenti compensativi e prove equipollenti.

Qual è la differenza tra BES e DSA

Operare nella scuola oggi è molto più articolato e complesso rispetto al passato. I docenti di sostegno, ma anche tutti i lavoratori del settore devono apprendere la differenza tra BES e DSA.

Con il secondo acronimo si indicano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Il loro riconoscimento è stato possibile grazie alla Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010.

I DSA sono una micro-categoria dei BES. Infatti, i primi appaiono con capacità cognitive adeguate. Si palesano in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali. 

Nonostante quanto affermato, però, possono essere delle limitazioni importanti nella quotidianità degli studenti.

Nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento ci sono:

  • la dislessia;
  • la disgrafia;
  • la disortografia;
  • la discalculia.

Rispetto a quanto detto finora, un’altra normativa essenziale in tal caso è Decreto Ministeriale 12 luglio 2011

In allegato allo stesso si trovano le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.

Qui vengono dati tutti i dettagli del caso. Infatti, la dislessia indica l’incapacità di leggere a voce alta e con fluidità. L’allievo in questione ha anche problemi a comprendere il significato di quanto sta leggendo.

La disgrafia concerne la scrittura, per la precisione la grafia. Lo studente non ha la piena padronanza della propria scrittura. I maggiori problemi, quindi, si hanno nel momento esecutivo dell’azione in questione.

Anche la disortografia sfocia nell’ambito della scrittura. In questo caso, però, è la correttezza del testo elaborato a venire meno. 

Il codice linguistico risulta difficile da assimilare. La trasformazione del linguaggio parlato in scritto è fortemente ostacolata.

Infine, c’è la discalculia che ruota intorno al calcolo. A essere scalfite sono l’organizzazione della cognizione numerica e la procedura del calcolo. 

Viene colpito anche quello che è definito come subitizing. Esso concerne il riconoscimento immediato delle piccole quantità.

Sono evidenti, dunque, le differenze tra BES e DSA. Due categorie molto ampie che meritano di essere analizzate nei dettagli per garantire a tutti il diritto allo studio.

In ciò è essenziale la formazione di personale preparato nel campo. Ecco perché il TFA Sostegno 2023 rappresenta un’ottima occasione per quanti vogliano lavorare in tale branca.

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