Come diventare insegnante di sostegno

insegnante sostegno

Nella scuola italiana ci sono diversi tipi di professionisti. Ognuno di loro deve seguire un percorso preciso e dettagliato. Sorge, dunque, una domanda: come diventare insegnante di sostegno?

Un quesito essenziale che merita di ricevere le giuste risposte. Questo professionista ha una lunga storia alle proprie spalle. Infatti, la scuola italiana si è sempre contraddistinta per l’inclusione didattica.

Un modello educativo che vuole integrare ogni membro della classe. Inoltre, l’articolo n. 34 della Costituzione italiana afferma che «la scuola è aperta a tutti». Il diritto allo studio, quindi, deve essere garantito sempre e comunque.

Per far ciò, il Ministero dell’Istruzione ha messo in campo molteplici progetti nel corso degli anni. Tra di essi compare il TFA Sostegno. Il Tirocinio Formativo Attivo ha lo scopo di preparare i futuri docenti di sostegno.

Come si vedrà in seguito, tale elemento risulta indispensabile. Egli opera non solo in presenza di studenti con disabilità fisiche, psichiche o mentali. Il suo lavoro è necessario anche in caso di difficoltà culturali e/o sociali.

Cosa fa un insegnante di sostegno

Ancor prima di capire come diventare insegnante di sostegno bisogna soffermarsi su cosa faccia o meno. L’integrazione scolastica è possibile proprio grazie a tale professionista.

Un docente specializzato è assegnato alla classe nel momento in cui è presente uno studente con disabilità. Si ricorda, però, come il dipendente in questione non debba occuparsi esclusivamente dell’alunno a cui è stato assegnato.

Infatti, la Nota MIUR n. 2215 del 26 novembre 2019 chiarisce tale situazione. Essa decreta che «il docente di sostegno, come più volte afferma la norma, è assegnato alla classe, di cui diventa pienamente contitolare, e non al singolo alunno».

Inoltre, la didattica inclusiva deve vedere la collaborazione di tutte le parti chiamate in causa. Ciò implica che tutti devono dare il proprio contributo per il raggiungimento del successo scolastico dello studente in difficoltà.

Gli altri allievi, la famiglia, ma anche gli enti locali devono essere partecipativi. Infine, il resto del corpo docenti deve attivarsi quotidianamente per arrivare al traguardo prefissato.

Il docente di sostegno, insieme a tutti gli altri, deve mettere in atto numerosi progetti. Tra di essi compare il Piano Educativo Individualizzato. Le sue basi si poggiano sui seguenti elementi:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

Nel PEI è essenziale chiarire anche quali siano i metodi, i materiali, i sussidi e le tecnologie utilizzate dal docente. Tutti strumenti vitali per l’espletamento del diritto allo studio dello studente disabile.

Come diventare insegnante di sostegno. Accesso al TFA Sostegno

Come diventare insegnante di sostegno? Attraverso il Tirocinio Formativo Attivo. Per avere accesso al TFA Sostegno 2023, però, bisogna essere sicuri di avere i criteri adatti.

Infatti, solo possedendoli si può inoltrare l’istanza di partecipazione alle prove preselettive. Superate queste ultime si potrà iniziare il percorso formativo vero e proprio.

Per conoscere i requisiti del TFA Sostegno bisogna rifarsi al Decreto Ministeriale n. 92 dell’8 febbraio 2019. Ivi si afferma che i titoli da dominare siano differenti a seconda dell’ordine e grado della scuola di appartenenza.

Per le scuole dell’infanzia e primaria bisogna avere uno dei seguenti elementi:

  • abilitazione all’insegnamento conseguita attraverso la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. In alternativa, un titolo conforme acquisito all’estero e riconosciuto nel nostro Paese;
  • diploma magistrale abilitante, compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, o un diploma sperimentale a indirizzo linguistico. In alternativa, va bene anche un titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Però, c’è un dettaglio da tenere in considerazione. Infatti, devono essere stati acquisiti entro l’anno scolastico 2001/2002.

Diverso è il discorso per quanto concerne le scuole secondarie di I e II grado. In tal caso i titoli da riportare sono da scegliere tra quelli elencati di seguito:

  • l’abilitazione su una specifica classe di concorso;
  • la laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, con accesso ad almeno una specifica classe di concorso, in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.

Un’ultima categoria che può essere interessata alla specializzazione sul sostegno è quella dell’insegnante tecnico pratico. Ovviamente, anche per gli ITP ci sono dei requisiti minimi da possedere per inoltrare l’istanza di partecipazione.

Fino all’anno scolastico 2024/2025 sarà necessario il solo diploma tecnico. Il Decreto-Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 afferma che dopo questa data diverrà obbligatorio avere i seguenti titoli:

  • la laurea di primo livello, ovvero triennale, oppure titolo equipollente o equiparato;
  • i 24 CFU/60 CFU acquisiti in forma curriculare aggiuntiva o extra-curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Devono, però, essere coperti almeno tre tra i quattro ambiti disciplinari di Pedagogia, Psicologia, Antropologia e Metodologie e Tecnologie didattiche.

Prove preselettive TFA sostegno

Una volta appurati di avere i requisiti adatti, bisogna affrontare le prove preselettive TFA Sostegno. Esse sono un tassello fondamentale per rispondere alla domanda iniziale: come diventare insegnante di sostegno?

I test di accesso vengono menzionati all’interno del Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011. Quest’ultimo, a propria volta, si struttura ai sensi degli articoli n. 5 e n. 13 del Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010.

I test di accesso si articolano in tale maniera:

  • una prova preliminare;
  • una o più prove scritte;
  • una prova orale.

La prima di queste prove è maggiormente conosciuta col termine preselettiva. Essa si struttura su 60 quesiti a risposta multipla. Il candidato ha a propria disposizione 5 risposte tra cui scegliere quella che ritiene esatta.

Questa verifica si basa su diversi aspetti. Infatti, 20 domande vertono sulle competenze linguistiche e sulla comprensione dei testi in lingua italiana. 

Le restanti 40, invece, spaziano dalle competenze socio-psico-pedagogiche a quelle didattiche, ma anche dall’empatia all’intelligenza emotiva.

La prova scritta è strutturata sui medesimi argomenti, ma in maniera molto più approfondita. In questo caso sono previste delle risposte aperte.

Infine, la prova orale indaga anche le motivazioni personali del candidato che lo hanno spinto a voler diventare un docente di sostegno. 

Questi ultimi due test vengono valutati in trentesimi. Il partecipante deve raggiungere una soglia minima di 21/30 per risultare vincitore.

Come diventare insegnante di sostegno. Quanto dura il corso

Il corso TFA Sostegno ha la durata di un anno scolastico che si dirama nell’arco di 8 mesi. Durante questo periodo, il candidato deve conquistare 60 CFU attraverso varie mansioni.

A stabilirne la struttura ci pensa il già citato D.M. del 30 settembre 2011. I crediti formativi sono divisi come nello schema riportato di seguito:

  • 36 CFU negli insegnamenti;
  • 9 CFU di laboratori;
  • 6 CFU di tirocinio diretto;
  • 3 CFU di tirocinio indiretto;
  • 3 CFU per le nuove Tecnologie per l’apprendimento (T.I.C.);
  • 3 CFU per la prova finale.

Gli insegnamenti devono vertere su tutte quelle materie utili per poter formare al meglio nell’ambito del sostegno. Ci sono, infatti, molteplici aree disciplinari da ricoprire:

  • M-PED/03 Didattica e Pedagogia Speciale;
  • M-PED 0/1 Pedagogia delle relazioni di aiuto;
  • M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione;
  • MED/39 Neuropsichiatria Infantile.

L’aspirante docente di sostegno deve svolgere 7,5 ore in aula e 17,5 ore di studio individuale. Questo è valido per ogni CFU dell’insegnamento.

Differente è il discorso per quanto concerne i laboratori. Questi ultimi divergono tra di loro a seconda dell’ordine e grado della scuola di riferimento. Ognuno di essi ha il valore di 1 CFU che corrisponde a 20 ore in aula.

Infine, ci sono i molteplici tirocini che, nel loro insieme, equivalgono a 300 ore. Di tale tempo, la metà serve per espletare il tirocinio diretto. Esso è da svolgersi nel corso di 5 mesi presso un’istituzione scolastica.

Il tirocinio indiretto, invece, prevede 50 ore di lavoro. Durante questo tempo è necessario rielaborare la propria esperienza personale con il tutore coordinatore. Ulteriori 25 ore spettano alla rielaborazione con il tutor dei tirocinanti.

Alla fine di tutto ciò si deve affrontare un test finale. Quest’ultimo apre le porte all’abilitazione al sostegno. Tale specializzazione è uno dei requisiti fondamentali per partecipare al concorso nazionale per insegnanti di sostegno.

Per tale ragione, può essere indispensabile un corso di preparazione al TFA Sostegno. In questo modo si può avere la sicurezza di affrontare nel migliore dei modi tutte le prove esaminate finora.

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