I DSA

I DSA

La Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 ha riconosciuto i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Questi ultimi sono noti anche con la sigla di DSA. In tale compagine vengono inserite a dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, a tal proposito, è tenuto ad attuare una serie di progetti finalizzati a coinvolgere gli studenti con queste difficoltà. Così facendo può garantire loro il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione.

Per questo motivo, si parla di integrazione scolastica, una visione inclusiva che prevede la presenza di ogni elemento nella classe. Una visione equa, che deve muoversi per assicurare le medesime possibilità a tutti.

Inoltre, la legge citata in apertura afferma che i DSA si manifestano in individui con capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali. Tuttavia, possono rappresentare un’importante fonte di limiti nella vita quotidiana.

Coloro che aspirano ad aderire al TFA Sostegno 2023, quindi, devono conoscere pienamente questo argomento. Così, potranno affrontarlo al meglio una volta sul campo di azione.

Cosa sono i DSA

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono una serie di difficoltà che possono manifestarsi durante il processo di apprendimento di una persona. Gli stessi possono influire sulle capacità di leggere, scrivere e calcolare.

I DSA includono:

  • la dislessia;
  • la disgrafia;
  • la disortografia;
  • la discalculia.

La dislessia è un disturbo che riguarda la lettura di un testo e si manifesta con difficoltà nella corretta e rapida decodifica delle parole. È importante considerare l’età e la classe frequentata dallo studente per valutare queste difficoltà in modo adeguato. Spesso, infatti, la dislessia viene confusa con un normale ritardo nell’apprendimento iniziale.

La disgrafia, invece, compete la scrittura, in particolare la grafia, e presenta ostacoli nell’atto stesso di scrivere. Ciò comporta una mancanza di controllo degli aspetti grafici nella loro totalità.

La disortografia è un disturbo dell’ortografia, che concerne sempre l’ambito della scrittura. In questo caso, si possono riscontrare errori ortografici in relazione all’età del soggetto preso in esame.

Infine, la discalculia è relativa alle abilità di calcolo e si rivela con complicazioni nelle procedure esecutive e nell’organizzazione della cognizione numerica.

La differenza tra i BES e i DSA

I DSA devono essere affrontati nella giusta maniera. Per questo, gli studenti con questi disturbi sono affidati alle cure dei professionisti del settore: i docenti di sostegno.

Questi insegnanti, però, non si occupano solo di coloro che detengono i DSA. In generale, infatti, questa tipologia di professori deve lavorare con quanti rientrano nella categoria dei BES. La sigla in questione indica i Bisogni Educativi Speciali.

Ci sono, quindi, delle differenze importanti tra i DSA e i BES. In particolare, nella seconda categoria non rientrano solamente gli alunni con disabilità. Ci sono tre macro-categorie, ovvero:

  • la disabilità;
  • i disturbi evolutivi specifici;
  • lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

La Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012 è funzionale a snocciolare i progetti da supportare nei confronti dei detentori di BES. Si ricorda, infatti, quanto sia grande l’area dello svantaggio scolastico.

Per integrare meglio gli studenti con BES all’interno del contesto scolastico bisogna lavorare in maniera sinergica. Ciò implica un impegno costante non solo da parte degli istituti, ma anche dalle risorse territoriali.

A tal proposito bisogna osservare con attenzione il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020. Quest’ultimo adotta il Piano Educativo Individualizzato (PEI) come modello nazionale. Lo scopo è quello di programmare i traguardi didattici degli alunni che ne usufruiscono.

Piano Didattico Personalizzato

Molto diverso, invece, è il discorso da tenere per quanto riguarda i DSA. Per questo tipo di disturbi, infatti, deve essere messo in atto il Piano Didattico Personalizzato (PDP).

A tal proposito, il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011 individua le misure educative e didattiche di supporto per i DSA. Queste misure si realizzano anche attraverso il PDP. Un documento ufficiale che deve essere redatto entro il primo trimestre dell’anno scolastico.

Infine, bisogna ricordare gli elementi salienti di cui si compone. Quindi, il PDP è formato da:

  • i dati anagrafici dell’alunno;
  • la tipologia di disturbo;
  • le attività didattiche individualizzate;
  • le attività didattiche personalizzate;
  • gli strumenti compensativi utilizzati;
  • le misure dispensative adottate;
  • le forme di verifica e valutazione personalizzate.

Tutti elementi indispensabili per poter aiutare gli allievi con DSA a raggiungere i loro traguardi scolastici. In tutto ciò, come si è visto, gli insegnanti di sostegno devono lavorare in sinergia con il resto della scuola.

Non solo, anche le famiglie di provenienza devono fare la loro parte. In questo modo si può aiutare gli allievi con DSA a godere del proprio diritto allo studio.

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