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Alcuni legami sono indissolubili per via della loro essenza. È il caso dell’insegnante di sostegno e della didattica inclusiva. Due elementi fondanti dello stesso progetto: rendere la scuola fruibile da tutti.
La realtà a noi contemporanea, infatti, è ricca di sfaccettature. Per questo motivo può capitare di imbattersi in alunni con maggiori difficoltà rispetto ad altri. Questo, però, non deve in alcun modo portare alla loro esclusione.
L’insegnante di sostegno
La figura fondante dell’inclusività è sicuramente il docente di sostegno, un professionista del settore a tutti gli effetti. Per poter ricoprire tale ruolo, infatti, il candidato è chiamato ad affrontare un corso di specializzazione universitario.
Il suddetto percorso è il Tirocinio Formativo Attivo, conosciuto dai più come TFA Sostegno. Dopo una serie di prove preselettive, gli aspiranti docenti di sostegno possono accedere al periodo di preparazione che li aspetta. Qui, infatti, dovranno seguire delle lezioni in ambito pedagogico e non solo. Dovranno, poi, anche svolgere laboratori e tirocini di varia natura.
Una formazione completa che consente ai docenti di sostegno di eseguire al meglio il proprio mestiere. Per poter operare con studenti con difficoltà, infatti, non si può in alcun modo improvvisare. Di conseguenza, è stata creata tale prassi volta ad abilitare sul sostegno.
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Delle competenze acquisite da tale professionista, inoltre, possono servirsi anche gli altri insegnanti della classe. I titolari delle cattedre su disciplina, infatti, possono correre il rischio di non sapere gestire al meglio le situazioni più complesse.
La didattica inclusiva
Per parlare di didattica inclusiva bisogna specificare alcuni punti. Essa, infatti, non è relegata solo agli alunni con difficoltà fisiche e/o psicologiche oggettive. La didattica inclusiva può riguardare anche i ragazzi e le ragazze provenienti da contesti svantaggiati.
In ogni caso, data la stessa terminologia, questo metodo di insegnamento serve a includere tutte le componenti vigenti nella classe. Si ricorda, inoltre, che spesso il docente di sostegno è chiamato a interagire con alunni con Bisogni Educativi Speciali.
Per questa ragione, è fondamentale eliminare tutti quegli ostacoli che non permettono la normale fruizione delle lezioni. L’apprendimento e lo sviluppo devono essere incoraggiati e non impediti. A tal proposito, è necessario fare in modo che non solo in classe, ma anche in famiglia, l’alunno possa avere le condizioni più adatte al proprio progresso.
Il Ministero dell’Istruzione, quindi, attraverso mezzi e professionisti, deve rendere la scuola aperta a tutti. In ciò si fonda la didattica inclusiva e, in linea più generale, l’idea dell’istruzione italiana.
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