Iperattività

Iperattività

Quando si affronta il tema dell’iperattività, è inevitabile discutere anche dell’ADHD. Questa sigla indica il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.

Si tratta di una condizione che colpisce principalmente i bambini di età inferiore ai 12 anni. Risulta molto importante distinguerla dall’agitazione tipica dell’infanzia.

Tuttavia, una diagnosi completa rivela la complessità della situazione per cui è essenziale consultare medici specialisti. L’ADHD può variare in durata, manifestandosi per un breve periodo o persistendo come una condizione cronica.

Pertanto, le misure appropriate vanno apportate sin dai primi anni scolastici. In tutto ciò, si devono mettere in atto le misure essenziali per arginare l’iperattività. Solo così si può garantire il diritto allo studio degli allievi in questione.

Quali sono i sintomi di un bambino con ADHD?

I docenti di sostegno e quelli curriculari devono avere ben chiare le difficoltà in cui potrebbero incorrere gli allievi. Per tale ragione, è essenziale esaminare in dettaglio la condizione dell’iperattività.

In merito, possono consultare la Circolare Ministeriale Prot. n. 4089 del 15 giugno 2010. La stessa spiega che l’iperattività e la difficoltà di concentrazione possono essere normali nei bambini più piccoli.

Tuttavia, i sintomi dell’ADHD sono chiaramente definiti. Gli individui con questo disturbo incontrano ostacoli significativi in varie mansioni, tra cui:

  • selezionare le informazioni utili per svolgere un’azione;
  • mantenere alta la concentrazione per tutto il tempo in cui si compie qualcosa;
  • seguire le istruzione e le regole che gli vengono impartite nei vari contesti di vita quotidiana. Ovviamente ciò esula dalla incapacità di comprensione e da qualsiasi tipo di atteggiamento oppositivo del soggetto preso in esame;
  • controllare ed eseguire in maniera completa le sequenze delle operazioni più complesse;
  • regolare l’eccessiva irrequietezza motoria. Infatti, spesso si mettono in moto movimenti non finalizzati a nulla in particolare;
  • adoperare strategie di studio utili a immagazzinare nozioni a lungo termine.

Oltre a tutto ciò, altri sintomi possono emergere in maniera intermittente e variare da individuo a individuo.  In alcuni discenti potrebbe predominare l’iperattività, mentre altri potrebbero sperimentare principalmente problemi legati alla disattenzione.

Una siffatta situazione non va a influire negativamente solo sull’apprendimento scolastico. Infatti, gli ostacoli in questione possono influire negativamente sulle relazioni interpersonali e sociali.

L’iperattività a scuola

Dopo aver compreso le linee generali dell’iperattività, è necessario comprendere il ruolo della scuola in tale situazione. Infatti, si ricorda, il diritto allo studio deve essere tutelato in ogni occasione.

In merito, la Nota Ministeriale Prot. n. 1395 del 20 marzo 2012 ha fornito chiare direttive sugli interventi per i discenti con ADHD. Infatti, anche per loro è necessaria l’attuazione del PDP.

La sigla in questione indica il Piano Didattico Personalizzato già adoperato per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Nel PDP devono essere riportati:

  • i dati anagrafici dell’alunno;
  • la tipologia di disturbo;
  • le attività didattiche individualizzate;
  • le attività didattiche personalizzate;
  • gli strumenti compensativi utilizzati;
  • le misure dispensative adottate;
  • le forme di verifica e valutazione personalizzate.

Inoltre, è fondamentale redigere questo documento entro il primo trimestre dell’anno scolastico. Bisogna anche condividerlo con i colleghi del ciclo successivo per aumentare l’efficacia della didattica e garantire una transizione fluida tra gli anni.

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