Strumenti compensativi

Strumenti compensativi

Il ruolo del docente di sostegno è molto più ampio di quello che si potrebbe pensare. Tra i mezzi da adoperare da parte di tale professionista ci sono anche gli strumenti compensativi. Il loro compito è quello di facilitare la didattica inclusiva.

Questa terminologia è fondamentale nella scuola oggi. Infatti, le classi sono decisamente eterogenee. Al loro interno è possibile trovare non solo gli alunni con disabilità.

Esistono anche coloro con Bisogni Educativi Speciali (BES) o con ADHD. Inoltre, ci sono anche studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Infine, ci sono coloro che hanno difficoltà di natura sociale, culturale o economica.

Tutti gli elementi indicati, comunque, necessitano delle giuste attenzioni. All’insegnante di sostegno spetta il compito di concretizzare il loro diritto allo studio. Quest’ultimo è garantito anche dalla Costituzione italiana.

Chi vuole partecipare al TFA Sostegno 2023 e, quindi, ottenere l’abilitazione nel campo, deve conoscere anche questi aspetti. Solo in questo modo si può essere in grado di svolgere una professione tanto delicata quanto necessaria.

Il quadro normativo dei DSA

Se si vuole affrontare il discorso degli strumenti compensativi si deve avere ben chiaro anche il quadro normativo dei DSA. Questi ultimi sono riconosciuti dalla Legge n. 170 dell’8 settembre 2010.

In questa sigla, inoltre, sono inclusi diversi disturbi, ognuno con le proprie peculiarità. Essi sono:

  • la dislessia;
  • la disgrafia;
  • la disortografia;
  • la discalculia.

Nella normativa menzionata, inoltre, si afferma che i DSA «si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana».

Nel Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011, invece, vengono chiariti alcuni dettagli. In particolare, ci si sofferma sugli elementi di supporto a tale tipologia di studenti. Elementi vitali se si vuole rendere la scuola realmente aperta a tutti gli aventi diritto.

In allegato al D.M. in questione, infatti, ci sono le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Ed è qui che fa la propria comparsa il Piano Didattico Personalizzato (PDP).

Un documento ufficiale che vede la partecipazione non solo del docente di sostegno, ma anche degli insegnanti curriculari. Inoltre, deve essere reperito anche il parere della famiglia di origine.

Il PDP deve essere formulato e messo in pratica entro il primo trimestre dell’anno scolastico. I contenuti dello stesso sono i seguenti:

  • i dati anagrafici dell’alunno;
  • la tipologia di disturbo;
  • le attività didattiche individualizzate;
  • le attività didattiche personalizzate;
  • gli strumenti compensativi utilizzati;
  • le misure dispensative adottate;
  • le forme di verifica e valutazione personalizzate.

Tutte queste informazioni sono vitali. Tramite esse si possono stabilire le strategie adeguate ai singoli casi.

Quali sono gli strumenti compensativi

Gli strumenti compensativi, dunque, fanno parte del Piano Didattico Personalizzato. Per l’integrazione scolastica, infatti, risultano essenziali le metodologie didattiche.

Inoltre, la Circolare Ministeriale n. 8 prot. 561 del 6 Marzo 2013 riconosce il PDP come strumento privilegiato da adottare. Tra le sue funzioni ci sono quella di monitorare e di scegliere le strategie opportune per lo studente con DSA.

Nel PDP rientrano, quindi, anche gli strumenti compensativi. Con tale terminologia si indicano una serie di mezzi didattici e tecnologici. In suddetta categoria rientrano numerosi oggetti che risultano indispensabili.

La loro funzione è quella di facilitare la prestazione all’interno dell’abilità deficitaria. Essi, però, non devono essere visti come una scorrettezza nei confronti del resto della classe.

Il loro compito è solo quello di lenire le problematiche del discente con DSA. In tal modo anche lui può usufruire del proprio diritto allo studio come avviene per tutti gli altri.

Fra gli innumerevoli strumenti compensativi si possono annoverare:

  • la sintesi vocale;
  • il registratore, utile per evitare all’allievo la trascrizione degli appunti;
  • i programmi di videoscrittura con integrato il correttore automatico;
  • le mappe concettuali;
  • le calcolatrici;
  • i formulari;
  • le tabelle.

Con il loro aiuto, l’allievo può svolgere le mansioni affidate con più tranquillità. La presenza del DSA, infatti, può rendere arduo portare al termine progetti che per altri risultano lineari.

Quali sono le misure dispensative

Sempre all’interno del Piano Didattico Personalizzato è possibile scovare quelle che sono le misure dispensative. Anche loro servono a mitigare gli effetti dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Per tale ragione non devono essere viste come un favoreggiamento rispetto al resto del gruppo classe. Invece, devono essere viste per ciò che sono: mezzi necessari allo studio quotidiano.

Le misure dispensative servono proprio per evitare all’allievo di affrontare prove troppo dure. Un esempio lampante lo si può mostrare con la dislessia.

Il disturbo in questione rende complicata la lettura di un qualsiasi tipo di testo. Risulta, quindi, inutile far leggere ad alta voce un brano troppo lungo all’alunno con DSA. 

Il problema, infatti, non può essere certamente smorzato forzando il discente a svolgere mansioni che vadano oltre le sue capacità.

In alternativa, però, si può far leggere un testo che risulti molto più breve. Ciò avviene a causa della conformazione della dislessia. Essa impedisce una lettura a voce alta, veloce e sicura.

La disgrafia, invece, si palesa come l’incapacità di avere il controllo degli aspetti grafici di quanto viene scritto manualmente. Il soggetto in questione trova gravosa l’esecuzione motoria della prestazione.

Ecco perché si potrebbero riscontrare enormi complessità nello scrivere in corsivo. Nei casi più gravi, quindi, si può esonerare da tale funzione, preferendo una scrittura in stampatello.

Da quanto detto, quindi, si comprende come le misure dispensative siano differenti a seconda del DSA che si sta trattando. La medesima cosa avviene per gli strumenti compensativi.

Il Piano Didattico Personalizzato deve plasmarsi attorno ai bisogni dello studente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Allo stesso modo, il docente di sostegno, deve apprendere tali nozioni al meglio. Solo facendo in questo modo può concretizzare quella che è definita come didattica inclusiva.

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