TFA come funziona

TFA come funziona

Il Tirocinio Formativo Attivo è il percorso più appropriato per diventare insegnante di sostegno. In merito a ciò, è importante comprendere a fondo il TFA e come funziona.

Così facendo, tutti i candidati possono avvicinarsi ad esso con maggiore sicurezza. La normativa relativa è ampia e dettagliata. Inoltre, è stabilita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

In particolare, essa è definita dal Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011. Lo stesso si basa sugli articoli n. 5 e n. 13 del Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010.

I regolamenti appena evidenziati, inoltre, elencano i punti chiave del TFA Sostegno. Un percorso formativo fondamentale per la selezione dei futuri insegnanti di sostegno nella scuola italiana.

Come si accede al TFA Sostegno

Dunque, parlando del TFA e come funziona, gli aspiranti docenti del settore devono comprendere come si accedi allo stesso. Infatti, il Tirocinio Formativo Attivo è un percorso universitario a numero chiuso.

Coloro che vogliono prendervi parte, quindi, devono prima superare una selezione fatta di titoli ed esami. Ovviamente, le regole del gioco sono stabilite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

I requisiti servono per prendere parte alle prove preselettive. Inoltre, i criteri di accesso al TFA Sostegno 2023 sono differenti a seconda degli istituti di rappresentanza.

Per la scuola dell’infanzia e primaria, infatti, coloro che voglio conoscere il TFA e come funziona devono possedere uno di questi titoli:

  • laurea abilitante in Scienze della Formazione Primaria. È possibile presentare anche un analogo titolo di studio conquistato all’estero e riconosciuto successivamente in Italia;
  • diploma magistrale. Questo può essere di varie tipologie. Infatti, sono ritenuti validi il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, con valore di abilitazione, e il diploma sperimentale a indirizzo linguistico, conseguiti presso gli istituti magistrali. Al medesimo tempo sono ottimali anche i titoli esteri riconosciuti nel nostro stato. Questi diplomi, però, devono essere stati conquistati entro l’anno scolastico 2001/2002.

Gli aspiranti docenti di sostegno nella scuola secondaria di I e II grado, invece, devono avere una delle seguenti qualifiche:

  • abilitazione su una specifica classe di concorso;
  • laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, con accesso ad almeno una specifica classe di concorso, in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.

Infine, ci sono gli insegnanti tecnico-pratici. Gli ITP potranno partecipare al TFA Sostegno col solo diploma, con accesso alla classe di concorso tecnica, fino al 2024.

Il Decreto-Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 afferma che dopo questa data diverrà obbligatorio avere:

  • laurea di primo livello, ovvero triennale, oppure titolo equipollente o equiparato;
  • 24 CFU/60 CFU acquisiti in forma curriculare aggiuntiva o extra-curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.

Le prove preselettive

Per comprendere in modo più dettagliato il TFA e come funziona, gli aspiranti docenti di sostegno devono analizzare ulteriori aspetti essenziali. Tra di essi appaiono le prove e le materie del concorso.

Come già accennato, i requisiti necessari per accedere alle prove preselettive sono un punto di partenza fondamentale. La fase selettiva, inoltre, è strutturata nel seguente modo:

  • una prova preselettiva;
  • una prova scritta;
  • una prova orale.

Il primo test prevede la somministrazione di 60 domande a risposta multipla. Qui sono presenti 5 opzioni di scelta e un tempo complessivo di 2 ore.

In particolare, 20 quesiti riguardano le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in lingua italiana. I restanti 40 si soffermano sulle competenze socio-psico-pedagogiche e didattiche, ma anche sull’empatia e sull’intelligenza emotiva.

Il punteggio ottenuto alla fine della prova segue un sistema di valutazione dettagliato, ovvero:

  • 0,5 punti per ogni risposta esatta;
  • 0 punti per ogni risposta errata;
  • 0 punti per ogni risposta non data.

Il test scritto si focalizza sugli stessi argomenti della prova precedente, ma in modo più approfondito, con domande a risposta aperta.

Nella verifica orale, invece, si approfondiscono anche le motivazioni dei candidati. Considerando il delicato ruolo dell’insegnante di sostegno, è utilissimo snocciolare le intenzioni dei partecipanti.

TFA Sostegno come funziona

Dopo quanto detto finora, gli aspiranti docenti di sostegno devono soffermarsi sull’anno di formazione del TFA e come funziona.

Coloro che superano la fase selettiva, quindi, possono intraprendere l’anno formativo della durata di 8 mesi. Durante questo periodo devono accumulare 60 CFU in molteplici attività:

  • 36 CFU per le lezioni;
  • 9 CFU per i diversi laboratori;
  • 6 CFU per il tirocinio diretto;
  • 3 CFU per il tirocinio indiretto con le TIC;
  • 3 CFU per il tirocinio indiretto;
  • 3 CFU per la prova finale.

Solo dopo aver svolto tutto ciò, compresa la prova finale con il dovuto esito positivo, i candidati possono ottenere l’abilitazione agognata. 

Quindi, è utile per i concorrenti parlare del TFA e come funziona per assimilare le nozioni del caso. Infatti, le lezioni prevedono lo studio dei seguenti campi disciplinari:

  • M-PED/03, Didattica e Pedagogia Speciale;
  • M-PED/01, Pedagogia della relazione d’aiuto;
  • M-PSI/04, Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione;
  • IUS/09, Istituzioni di Diritto Pubblico;
  • MED/39, Neuropsichiatria Infantile.

Il percorso formativo comprende 9 laboratori. Ognuno di essi ha un valore di 1 CFU, differenziati in base all’ordine e al grado di scuola di riferimento.

Per quanto riguarda i tirocini, invece, la situazione è diversa. La loro durata complessiva deve essere di 300 ore per un totale di 12 CFU.

Il tirocinio diretto non può durare meno di 5 mesi. Deve essere svolto presso istituzioni scolastiche, con un tutor docente scelto dalla stessa scuola.

Il tirocinio indiretto, invece, viene supervisionato dagli insegnanti del corso TFA Sostegno e viene svolto presso la stessa università che ospita la specializzazione.

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