La progettazione della didattica inclusiva

didattica inclusiva

Nella scuola italiana vi sono diverse componenti che meritano un’adeguata pianificazione per poter fruttare al meglio. Ecco, dunque, del perché ci sia tanto impegno nella progettazione della didattica inclusiva.

La Legge dell’8 ottobre 2010, n° 170, per esempio, riconosce i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Essi sono denominati BES e includono la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. Elementi da non sottovalutare se si vuole avere un’istruzione universale.

Didattica inclusiva. Le fondamenta

Quando si parla di didattica inclusiva bisogna riferirsi per prima cosa alle sue fondamenta. L’articolo n° 34 della Costituzione italiana parla chiaro. In esso, infatti, c’è scritto che «la scuola è aperta a tutti».

Questo implica, necessariamente, che qualora vi fossero degli impedimenti per garantire tale diritto dovrebbero essere eliminati. Il Ministero dell’Istruzione ha il compito di rendere comune tale accessibilità.

Didattica inclusiva che deve essere rivolta non solo a chi presenta ostacoli dal punto di vista della salute personale. Anche chi ha problemi economici, sociali o culturali deve essere coinvolto nel processo dell’educazione scolastica.

Ciò implica una serie di aiuti agli studenti e alle loro famiglie. Tali agevolazioni possono essere di tipo economico, ma non solo. Anche l’elaborazione e la messa in atto di prassi utili allo scopo devono essere garantite durante tutto il percorso formativo.

Didattica inclusiva. Normativa

Ovviamente, la didattica inclusiva deve poggiarsi su una solida normativa. Come già detto, si è espressa sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento la Legge dell’8 ottobre 2010, n° 170. Il dovere della scuola, quindi, è quello di trovare la forma di trasmissione del sapere più adatta per tutti.

Per far comprendere meglio ciò, il MIUR ha redatto Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Tale documento è stato allegato al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, n° 5669 .

In apertura di tale dossier si evidenzia come queste difficoltà riguardano «alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica».

La progettazione

Si arriva, quindi, alla progettazione della didattica inclusiva. Ogni studente con le difficoltà citate fino a questo momento ha, infatti, bisogno di una didattica specializzata e individualizzata.

A tale scopo è stato elaborato uno strumento davvero molto utile: il Piano Educativo Personalizzato. Esso consente di elencare e descrivere gli interventi pedagogici a favore dell’alunno che ne ha bisogno.

Ivi devono essere esplicitate il numero di ore di sostegno in classe, ma anche gli interventi di inclusione e i criteri di valutazione.

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