Disabilità e scuola: l’Italia come modello di riferimento per l’inclusione in Europa

Studente disabile a scuola

L’Italia si distingue a livello europeo per il suo approccio all’inclusione scolastica, garantendo agli studenti con disabilità il diritto a frequentare le classi comuni. 

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nell’anno scolastico 2022/2023, oltre 338.000 alunni con disabilità hanno frequentato le scuole italiane, pari al 4,1% della popolazione studentesca totale. 

Il numero è in costante crescita, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, a dimostrazione dell’impegno delle istituzioni nel favorire un’educazione equa e accessibile a tutti.

L’Italia e il confronto con il resto d’Europa

Mentre in molti Paesi europei le famiglie possono scegliere tra scuole ordinarie e scuole speciali per i propri figli con disabilità, l’Italia, insieme a Portogallo, Spagna e Grecia, ha adottato un sistema di inclusione totale

In base agli standard dell’UNESCO, uno studente con disabilità è considerato “incluso” se trascorre almeno l’80% del tempo nelle classi comuni. Secondo questa metrica, il modello italiano è tra i più avanzati d’Europa, con il 97% degli studenti con disabilità inseriti in contesti scolastici ordinari. Seguono il Portogallo con l’87%, la Grecia con l’85% e la Spagna con l’83%.

Altri Paesi mostrano invece tassi di inclusione significativamente inferiori. In Germania, solo il 52% degli studenti con disabilità è iscritto a scuole ordinarie e trascorre la maggior parte del tempo nelle classi comuni. 

In Francia, pur registrandosi un’alta percentuale di iscrizioni nelle scuole regolari (87%), solo il 43% degli studenti con disabilità partecipa alle lezioni con i compagni senza sostegno separato. 

Ancora più marcata è la situazione in Danimarca, dove appena il 9% degli alunni con disabilità trascorre almeno l’80% del tempo nelle classi ordinarie.

Il ruolo degli insegnanti di sostegno: un pilastro del modello italiano

Uno degli aspetti che rendono l’inclusione italiana unica è la figura dell’insegnante di sostegno. A differenza di altri Paesi europei, l’Italia prevede un numero elevato di docenti specializzati, con un rapporto medio di 1,6 alunni per insegnante. 

Il valore è nettamente superiore rispetto ad altre realtà europee. Per esempio, il Portogallo, che segue un modello simile a quello italiano, conta meno di un docente ogni 13 studenti con disabilità.

Tuttavia, il sistema presenta ancora delle criticità. Sebbene la presenza di insegnanti di sostegno sia elevata, circa il 33% non possiede una formazione specifica per lavorare con studenti con disabilità, e il 12% viene assegnato con ritardo, compromettendo la continuità didattica. 

Inoltre, il 60% degli studenti con disabilità cambia insegnante di sostegno ogni anno, una problematica che può influire negativamente sulla qualità del percorso educativo e sulla relazione con il docente.

Inclusione e risultati scolastici: un modello efficace?

Un elemento centrale nel dibattito sull’inclusione è il livello di istruzione raggiunto dagli studenti con disabilità. 

Secondo l’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, in Italia il 29,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni con disabilità lieve o grave possiede al massimo il diploma di scuola secondaria di primo grado

Il dato è superiore alla media europea del 22,5%, evidenziando possibili difficoltà nell’accesso agli studi superiori o nel completamento del percorso scolastico.

Nonostante ciò, diversi studi dimostrano che l’inclusione scolastica favorisce una maggiore socializzazione, migliori competenze trasversali e una maggiore autonomia negli studenti con disabilità. 

Dunque, questo modello, pur con le sue criticità, resta un riferimento per altri Paesi, dimostrando che una scuola davvero inclusiva può rappresentare un valore aggiunto per tutta la comunità educativa.

Verso un’inclusione sempre più efficace

L’Italia ha fatto grandi passi avanti nella costruzione di un sistema scolastico inclusivo, ma c’è ancora margine di miglioramento. 

Investire nella formazione degli insegnanti di sostegno, garantire una maggiore stabilità nelle assegnazioni e migliorare il supporto agli studenti con disabilità nei percorsi post-scolastici sono alcune delle sfide principali per il futuro.

L’inclusione non è solo una questione di numeri, ma di opportunità concrete per ogni studente. Rendere la scuola un ambiente davvero accessibile e accogliente significa lavorare affinché ogni alunno possa sviluppare il proprio potenziale e costruire un percorso di crescita personale e professionale senza barriere.

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