È prevista per il 31 ottobre 2024 la mobilitazione nazionale che coinvolgerà l’intero comparto “Istruzione e Ricerca”, dopo il fallimento del tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro. Scopriamo chi parteciperà allo sciopero scuola del 31 Ottobre.
Chi scende in piazza: un fronte compatto dal precariato ai ricercatori
La protesta nasce da un malcontento diffuso che attraversa tutti i settori dell’istruzione, dalla scuola all’università, dalla ricerca all’alta formazione artistica e musicale.
La mobilitazione, dunque, si preannuncia massiccia e coinvolge un ampio spettro di lavoratori del settore educativo. In particolare:
- I docenti di ruolo e i precari delle scuole di ogni ordine e grado.
- ll personale non docente, essenziale per il funzionamento quotidiano degli istituti.
- I professori universitari.
- I ricercatori.
- Il personale dell’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).
La protesta arriva dopo una serie di manifestazioni che hanno caratterizzato l’inizio dell’anno scolastico, tra cui i presidi di settembre davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito e agli Uffici Scolastici Regionali.
La situazione si è ulteriormente inasprita dopo l’incontro dell’8 ottobre sul nuovo anno scolastico, che non ha fornito risposte soddisfacenti alle problematiche sollevate dai sindacati.
Le ragioni della protesta: dal precariato alla regionalizzazione
Le motivazioni dello sciopero toccano questioni cruciali per il futuro dell’istruzione italiana. Al centro delle rivendicazioni c’è la richiesta di risorse aggiuntive per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022-2024.
L’obiettivo è proteggere il potere d’acquisto dei salari dall’inflazione IPCA, che ha eroso significativamente gli stipendi del personale scolastico nel triennio di riferimento.
La battaglia contro la precarietà rappresenta un altro pilastro della protesta. I sindacati chiedono con forza la stabilizzazione dei precari e, in particolare, l’assunzione degli idonei del concorso 2020 e la creazione di una graduatoria a esaurimento per gli idonei della procedura ordinaria del 2023.
Quest’ultima richiesta è particolarmente urgente, considerando che molti docenti, pur avendo superato le selezioni con ottimi voti, si troverebbero costretti a ripetere il concorso non essendo rientrati tra i vincitori.
Ancora richieste
Il rafforzamento degli organici emerge come necessità imprescindibile per garantire un’istruzione di qualità, mentre la lotta contro la regionalizzazione del contratto nazionale mira a preservare l’unitarietà del sistema scolastico italiano.
I sindacati denunciano inoltre le continue interferenze legislative nelle materie che dovrebbero essere regolate dal contratto di lavoro.
Il fallimento del tentativo di conciliazione del 15 ottobre ha evidenziato la distanza tra le richieste dei lavoratori e le posizioni del Ministero, rendendo lo sciopero l’unica via percorribile per dare voce alle istanze del mondo dell’istruzione.
La giornata del 31 ottobre si preannuncia quindi come un momento cruciale di mobilitazione, accompagnato da altre specifiche forme di lotta che verranno annunciate nei prossimi giorni. La posta in gioco è alta: non solo la difesa dei diritti dei lavoratori, ma la qualità stessa del sistema educativo italiano.

