Il 22 marzo 2025, nel cortile interno dell’istituto scolastico ITCG “G. Compagnoni” di Lugo, è avvenuto un gravissimo episodio di violenza ai danni di un ragazzo di 16 anni. Il giovane, aggredito da circa una quindicina di compagni, è stato picchiato brutalmente con calci, pugni e ginocchiate per un debito di appena 5 euro.
L’aggressione e l’intervento degli studenti
Per rendere ancora più efficace l’attacco, i bulli hanno incappucciato la vittima, coprendole il viso con il cappuccio del giubbotto, in modo da impedirle di difendersi o reagire.
L’aggressione è stata, inoltre, ripresa con i telefonini da alcuni studenti evidentemente più interessati ad immortalare il violento pestaggio che a salvare il 16enne dai suoi “vigliacchi” aggressori.
Alla scena non hanno, tuttavia, assistito solo gli imbecilli.
L’intervento tempestivo di alcuni studenti delle classi superiori, che hanno sentito le urla e visto il trambusto, è stato infatti determinante per fermare il pestaggio.
Nonostante ciò, il ragazzo ha dovuto ricorrere alle cure mediche e, una volta trasportato in ambulanza, è stato medicato al Pronto soccorso dell’ospedale di Lugo.
La prognosi, come riportato dai sanitari, è di 25 giorni per una frattura del naso, contusioni multiple e un occhio tumefatto.
Un’aggressione premeditata o un litigio sfociato in violenza?
Le prime ricostruzioni hanno messo in evidenza che l’aggressione potrebbe essere scaturita da un litigio tra la vittima e uno dei ragazzi coinvolti nel branco.
Il diverbio avrebbe avuto come causa un piccolo prestito di 5 euro. Nonostante il tentativo di mediazione da parte dei genitori, che avevano cercato di fare pace tra i due adolescenti, l’incidente ha avuto un’escalation violenta che ha portato a questa terribile aggressione di gruppo.
L’accaduto ha suscitato una forte reazione anche da parte della comunità.
Il sindaco di Lugo, Elena Zannoni, ha espresso il suo dispiacere per la violenza e per il comportamento dei giovani coinvolti.
“Il perdente è chi deve usare la violenza per essere il più forte, non chi ha la serenità di fare la cosa giusta”, ha dichiarato sulla sua pagina Facebook, invitando i giovani a non accettare un mondo dominato da prevaricazione e bullismo:
- “Al giovane ferito va un augurio di pronta guarigione e un abbraccio di tutta la comunità. Nonostante io creda che gli autori vadano individuati e messi davanti alle loro responsabilità provo pena anche per chi si sta rovinando l’adolescenza e compromettendo il futuro per la convinzione momentanea di dover dimostrare di essere più forte e ‘libero’. A tutti gli altri ragazzi e ragazze chiedo di non accettare un mondo in cui bullismo, prevaricazione e violenza sembrano voler prevalere su quello che di solito caratterizza le piccole comunità come la nostra, di stare sempre dalla parte del più debole, stigmatizzando questi comportamenti. Il perdente è chi deve usare la violenza per essere il più forte, non chi ha la serenità di fare la cosa giusta”.
Le parole della comunità e la reazione dei genitori
Il padre del ragazzo aggredito ha immediatamente sporto denuncia presso il Commissariato di Lugo, allegando anche i filmati girati durante l’aggressione.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazione per l’uso della violenza tra giovani, fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti nelle scuole italiane.
Anche altri genitori hanno commentato l’accaduto, ritenendo che il problema non sia circoscritto a questo singolo caso, ma piuttosto sia il riflesso di un clima di crescente intolleranza e aggressività tra gli adolescenti.
Alcuni commentatori hanno suggerito l’urgenza di interventi educativi mirati che possano combattere il bullismo, sostenendo che la violenza tra coetanei non può essere ignorata e richiede una risposta decisa da parte delle istituzioni scolastiche e della società.
Educazione e prevenzione: la scuola e la comunità a confronto
La violenta e vergognosa aggressione di Lugo evidenzia ancora una volta come il bullismo sia una delle piaghe più gravi che affligge le scuole, ma anche quanto sia fondamentale il ruolo della scuola e della comunità nel contrastare la violenza giovanile.
In un’epoca in cui le relazioni tra adolescenti sono spesso influenzate da dinamiche sociali difficili, la scuola deve diventare un luogo di educazione non solo ai contenuti scolastici, ma anche ai valori fondamentali come il rispetto reciproco, la solidarietà e la capacità di affrontare i conflitti in modo non violento.
Come sottolineato dall’assessore Chiara Colombo, la violenza tra giovani è un fenomeno che deve essere affrontato con urgenza attraverso interventi educativi mirati, che non si limitano a reprimere, ma che puntano a sensibilizzare i ragazzi e a fornire loro gli strumenti per una crescita emotiva e relazionale sana.
Inoltre, la figura dell’educatore di strada e la presenza di educatori specializzati in grado di guidare i giovani attraverso le sfide del quotidiano potrebbero rivelarsi cruciali per prevenire e affrontare tali episodi.