INCEL, la Chat anonima dei frustrati che odiano le donne: la misoginia che alimenta la violenza

Giuseppe Montone

8 Aprile 2025

Un ragazzo arrabbiato scrive al pc, con sulla scrivania un coltello, un binocolo e reggiseni strappati

INCEL, la Chat anonima dei frustrati che odiano le donne: la misoginia che alimenta la violenza

Quiz GPS

Un abisso di odio e violenza si nasconde dietro le chat anonime degli Incel, i cosiddetti “celibi involontari”, un gruppo di frustrati che riversano la loro rabbia contro le donne, considerate colpevoli della loro solitudine. L’indagine della Polizia Postale, scaturita dai commenti sul femminicidio di Sara Campanella, uccisa a Messina il 3 aprile 2025 da Stefano Argentino, ha portato alla luce un sottobosco digitale intriso di misoginia e giustificazioni aberranti. Questi individui, incapaci di affrontare i propri fallimenti, trasformano il rifiuto in un pretesto per odiare e, in casi estremi, uccidere. È un fenomeno disgustoso che va sradicato con ogni mezzo.

Guarda il video

Il caso di Sara Campanella: la colpa di essere una “Normie”

Sara Campanella, una tirocinante infermiera di 22 anni, è stata assassinata con tre coltellate, una delle quali fatale alla gola, dal suo stalker Stefano Argentino, un 27enne che la perseguitava da oltre due anni. 

Per gli Incel, questo femminicidio non è una tragedia, ma una “conseguenza naturale”. 

Nei loro forum, Sara è stata etichettata come una “normie”, una ragazza con una vita sociale normale, mentre Argentino era un “sub”, un uomo percepito come esteticamente inferiore e, quindi, destinato al rifiuto. 

Secondo la loro logica malata, Sara, scegliendo un “chad” – il fidanzato Antonino Fricano, considerato attraente – avrebbe provocato la furia omicida di Argentino, un “sub” ossessionato da lei, la sua “one-itis” (termine colloquiale utilizzato per descrivere questo fenomeno). 

I messaggi audio di Sara, che per un anno lo aveva implorato di lasciarla in pace, non hanno fatto altro che alimentare la sua rabbia cieca, culminata in un atto di violenza brutale.

Un ragazzo arrabbiato chatta con il cellulare vicino ad una coppia che si abbraccia

Le Chat degli Incel: un pozzo di odio e delirio

Le reazioni degli Incel al femminicidio di Sara sono un pugno nello stomaco. 

In un popolare forum online, i commenti sono agghiaccianti: «Il suo tipo era un belloccio vero, se i ruoli fossero stati invertiti non si sarebbe parlato di omicidio», scrive un utente, mentre un altro aggiunge: «Avrà vissuto più lei in 22 anni che l’Incel medio in tutta la sua vita. Il mio dispiacere lo riservo per altre circostanze». 

E ancora: «E della violenza psicologica dell’essere rifiutati da tutte? Dobbiamo dispiacerci per esseri che fanno smorfie di ribrezzo alla nostra vista? No pompini = no empatia». 

Questi frustrati non provano un briciolo di empatia per la vittima, ma si autoproclamano vittime di una società che, a loro dire, li emargina per il loro aspetto fisico. 

Una narrazione delirante che giustifica la violenza e trasforma le donne in trofei da conquistare o distruggere.

un ragazzo delulso e malvestito osserva una ragazza che legge un libro sul davanzale di una finestra

La cultura Incel: un’Ideologia tossica e pericolosa

Gli Incel, abbreviazione di “involuntary celibates”, sono una comunità online di uomini eterosessuali che attribuiscono la loro solitudine sentimentale e sessuale alla presunta superficialità delle donne, accusate di preferire i “chad”, uomini attraenti e di successo. 

La loro ideologia, radicata nella “manosfera” – spazi digitali che promuovono mascolinità tossica e antifemminismo – si basa su teorie come la RedPill, che dipinge le donne come responsabili della “sventura” degli uomini, e la BlackPill, che considera immutabile la loro condizione di emarginazione. 

La teoria LMS (Look, Money, Status) sostiene che solo l’aspetto fisico, il denaro e lo status sociale garantiscano il successo con le donne, mentre l’ipergamia accusa le donne di scegliere partner “superiori”, relegando i “sub” alla solitudine. 

È un’ideologia che trasforma le donne in oggetti, definite “NP” (non persone) o “narcisiste patologiche”, e che alimenta un odio viscerale verso chi osa rifiutarli.

la locandina della serie Netflix Adolescence

Adolescence: la Serie che svela l’oscurità degli Incel

La serie Netflix Adolescence, diventata un fenomeno globale in sole tre settimane, ha acceso i riflettori su questa subcultura tossica. 

Diretta da Philip Barantini e creata da Jack Thorne e Stephen Graham, la serie racconta la storia di Jamie, un tredicenne che uccide una compagna di scuola

Attraverso un uso magistrale di piani sequenza, Adolescence esplora le zone grigie di un crimine senza movente chiaro, ma influenzato dalla cultura Incel. 

Jamie, come molti adolescenti, è stato risucchiato in un mondo di emoji e simboli – come la dinamite, che rappresenta l’esplosione della “pillola rossa” – che lo hanno portato a vedere le donne come nemiche

La serie, che sarà introdotta nelle scuole secondarie inglesi per volere del premier britannico, dimostra come l’ideologia Incel possa corrompere anche i più giovani, trasformandoli in potenziali assassini.

Un fenomeno radicato: la colpa di una società che non educa

Nato negli anni ’90 come spazio di supporto per persone sole, il movimento Incel si è trasformato in un covo di misoginia e violenza

Da quando Alana, la fondatrice del forum originale, lo ha abbandonato, i forum Incel sono diventati terreno fertile per attivisti antifemministi, che hanno trasformato il rifiuto in un’arma contro le donne. 

Secondo Psychologynews, gli Incel non sono semplici single, ma uomini che si sentono emarginati e reagiscono con rabbia, incapaci di lavorare su se stessi. 

La loro frustrazione, alimentata da stereotipi di genere e da una società che glorifica il successo maschile attraverso le conquiste amorose, li porta a odiare le donne, viste come trofei da possedere. 

Non tutti gli Incel sono violenti, ma la loro ideologia è un terreno fertile per la violenza: negli ultimi 10 anni, almeno 50 omicidi in tutto il mondo sono stati collegati a membri di questa comunità.

una ragazza in lacrime spacca un monitor con la scritta "Incel" con una mazza da muratore

La scuola a rischio: un terreno fertile per l’odio Incel

La cultura Incel rappresenta un pericolo concreto anche nelle scuole, dove i ragazzi, come il Jamie di Adolescence, possono essere facilmente traviati da queste ideologie tossiche che glorificano l’odio verso le donne

Il rischio è altissimo: l’esposizione a forum e chat online può spingere i giovani a interiorizzare valori misogini, trasformandoli in potenziali violenti pronti a sfogare la loro frustrazione con atti estremi. 

Per prevenire questa deriva, è necessario agire con decisione. Le scuole devono introdurre programmi educativi obbligatori sull’educazione emotiva e sul rispetto di genere, coinvolgendo psicologi e formatori specializzati. 

Inoltre, va implementato un monitoraggio rigoroso delle attività online degli studenti, con l’ausilio di software dedicati, per intercettare tempestivamente i segnali di radicalizzazione e bloccare sul nascere qualsiasi adesione a queste comunità pericolose.

un docente in classe con gli alunni e sulla lavagna la scritta "No Incel!"

Basta con questi frustrati, serve un’educazione radicale

Gli Incel sono un cancro sociale, un gruppo di frustrati che, invece di affrontare le proprie insicurezze, preferiscono incolpare le donne per i loro fallimenti. 

Il femminicidio di Sara Campanella è solo l’ultimo tragico esempio di dove possa portare questa ideologia tossica. 

Non possiamo più permetterci di ignorare il problema: serve un’educazione radicale, che parta dalle scuole e insegni ai ragazzi a gestire le emozioni, a rispettare le donne e a rifiutare la cultura dell’odio

Allo stesso tempo è necessario che la Polizia Postale continui a monitorare queste chat deliranti. Ma non basta. Questi individui vanno isolati, rieducati e, se necessario, puniti severamente. La società non può tollerare che l’odio misogino continui a mietere vittime: è ora di dire basta, con i fatti.