Una studentessa di 17 anni è rimasta gravemente ferita durante lo svolgimento del PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento – (ex alternanza scuola-lavoro) in un vivaio modenese, utilizzando un tosaerba senza adeguata supervisione.
L’episodio ha fatto emergere le falle nella tutela della sicurezza degli studenti minorenni nei contesti formativi. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, i sindacati e le forze politiche interpellano ora le istituzioni competenti e chiedono l’avvio di approfondimenti ufficiali.
L’incidente e la reazione delle istituzioni
L’infortunio è avvenuto il 4 giugno scorso nel modenese, durante il secondo giorno di stage formativo.
La ragazza, manovrando un tosaerba, ha subito una grave lesione a tre dita della mano sinistra ed è stata ricoverata presso il Policlinico di Modena, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico.
L’urgenza dell’intervento e le domande sulla presenza di tutor aziendale hanno sollevato allarme nelle autorità scolastiche, nell’azienda ospitante e tra le famiglie coinvolte.
Il Ministro dell’Istruzione ha definito la vicenda “intollerabile”, chiedendo una relazione esaustiva all’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna e avviando un’eventuale costituzione di parte civile se emergeranno violazioni normative.
Inoltre, Valditara ha preso contatto diretto con la preside della scuola per avere un quadro chiaro delle condizioni della studentessa e della dinamica dell’incidente.
Contro l’approssimazione nei PCTO: sindacati e politica chiedono rigore
L’incidente ha provocato l’immediata condanna da parte dei sindacati e delle forze politiche.
La FLC CGIL di Modena e Emilia-Romagna ha espressamente chiesto di mettere fine alla pratica del PCTO così com’è, sottolineando che troppi studenti operano in contesti privi di garanzie minime di sicurezza.
Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra ha parlato di un fatto “di gravità inaudita” e ha presentato un’interrogazione al ministro, interrogandosi sul valore educativo di mansioni rischiose come l’uso di tosaerba da parte di minorenni.
Negli ultimi mesi, gruppi studenteschi come la Rete degli Studenti Medi hanno promosso presidi nazionali con slogan quali “Non è scuola, non è lavoro”, chiedendo una riforma radicale dei PCTO.
Sul fronte sindacale, la CGIL ha rilanciato la necessità di potenziare la formazione sui rischi, di introdurre registri delle imprese ospitanti e di escludere ufficialmente dai percorsi formativi aziende in cui non sia possibile garantire la sicurezza al cento per cento.
Verso una revisione del modello PCTO
Questo nuovo incidente ha riportato sotto i riflettori le criticità dei PCTO, situazioni dove la fine dell’obbligatorietà sembrava aver aperto potenzialità educative, ma che spesso si scontrano con la realtà operativa delle imprese ospitanti.
La vicenda modenese rilancia con forza la necessità di rafforzare i controlli, migliorare la vigilanza sui luoghi di formazione e ridefinire il modello di alternanza per evitare che esperienze formative si trasformino in situazioni pericolose.
La svolta auspicata da istituzioni e sindacati prevede un maggior coinvolgimento dei tutor scolastici, criteri più rigorosi nella selezione delle aziende e la prioritizzazione della sicurezza su ogni altro obiettivo educativo.