L’Italia, con il suo vasto patrimonio montano, affronta da anni il problema dello spopolamento e della riduzione dei servizi essenziali nelle aree interne. Uno dei settori più colpiti è l’istruzione, con scuole a rischio chiusura a causa del calo demografico. Per rispondere a questa criticità, è arrivato alla Camera dei deputati un disegno di legge dedicato alla valorizzazione delle scuole situate in territori montani, che mira a garantire continuità educativa, supporto ai docenti e incentivi economici.
Riconoscimento delle scuole di montagna e nuove regole per la composizione delle classi
Il provvedimento definisce innanzitutto cosa si intende per “scuola di montagna”, demandando a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – da emanare entro 90 giorni – la formulazione dei criteri per l’ottenimento di tale status.
Questo riconoscimento sarà attribuito solo ai plessi situati in comuni ufficialmente classificati come montani.
Tra le misure chiave, spicca la deroga al numero minimo di alunni per classe, pensata per garantire la sopravvivenza di sezioni scolastiche anche in zone a bassa densità demografica.
L’obiettivo è evitare la chiusura delle scuole e salvaguardare il diritto allo studio dei bambini che vivono in territori difficilmente raggiungibili.
Incentivi per docenti e agevolazioni fiscali per chi sceglie di insegnare in montagna
Il disegno di legge prevede una serie di incentivi per il personale docente, finalizzati ad attrarre e trattenere insegnanti nelle zone montane, spesso meno ambite rispetto ai grandi centri urbani. In particolare:
- Punteggio aggiuntivo nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e nei concorsi a ruolo, per chi abbia prestato almeno 180 giorni di servizio in una scuola di montagna;
- Esclusivamente per la scuola primaria, vantaggi maggiori se il servizio è stato svolto in pluriclassi (classi con più anni scolastici riuniti);
- Maggiorazione del punteggio nelle procedure di mobilità territoriale.
A questi incentivi si aggiungono misure fiscali concrete: il personale educativo che si trasferisce in un comune montano per lavoro potrà usufruire di un credito d’imposta del 60% sulle spese di affitto o mutuo (fino a 2.500 € l’anno).
Lo stesso credito sale al 75% (fino a 3.500 euro) nei comuni con meno di 5.000 abitanti e con una significativa presenza di minoranze linguistiche storiche.
Infine, il disegno di legge promuove anche lo sviluppo di un sistema educativo integrato per la prima infanzia (0-36 mesi), allo scopo di assicurare la continuità formativa sin dai primi anni di vita e favorire la permanenza delle famiglie nei territori di montagna.


