La mancata denuncia di molestie sessuali da parte di una dirigente scolastica ha portato alla conferma di una pesante sanzione disciplinare. Una gestione della vicenda interamente interna all’istituto, senza il coinvolgimento delle autorità competenti, si è rivelata una grave omissione, costata alla preside due mesi di sospensione dal servizio senza stipendio, una misura ora resa definitiva dalla Corte d’Appello di Salerno, a dimostrazione della gravità del suo operato.
La Vicenda e le Omissioni della Dirigente
I fatti hanno origine nel giugno del 2017, quando due studentesse di un istituto superiore della Campania segnalarono di aver subito attenzioni inopportune da parte di un docente da poco entrato in ruolo.
Stando alle ricostruzioni processuali, l’insegnante avrebbe palpeggiato le giovani durante l’orario di lezione.
La coordinatrice di classe, informata delle accuse e dopo aver visionato alcuni messaggi inviati dal professore, riportò immediatamente i fatti alla dirigenza.
La preside, tuttavia, scelse di non attivare i protocolli ufficiali. Invece di procedere con una segnalazione formale, delegò la sua vicaria a una “verifica sommaria“, che si concluse archiviando l’accaduto come “irrilevante” e rassicurando il corpo docente che l’insegnante non avrebbe più lavorato in quella sede.
L’Esposto Anonimo che Fa Scattare l’Indagine
Un elemento decisivo ha cambiato le sorti della vicenda nell’agosto del 2017, quando un esposto anonimo che denunciava gli episodi è pervenuto all’Ufficio Scolastico Regionale.
L’amministrazione ha agito tempestivamente, con l’avvio di un’indagine ispettiva interna. La relazione finale, prodotta il 30 ottobre 2017, ha messo in luce le gravi mancanze della dirigente.
Gli ispettori hanno potuto accertare che la preside, pur essendo stata pienamente informata degli eventi, aveva violato i suoi doveri d’ufficio.
La sua condotta omissiva ha impedito l’attivazione delle corrette procedure disciplinari, configurando una palese violazione dei principi di buon andamento e trasparenza che devono guidare l’azione della pubblica amministrazione, soprattutto in contesti educativi.
La Sanzione Disciplinare per la Mancata Denuncia delle Molestie
Il procedimento ispettivo ha portato, il 14 marzo 2018, all’emissione di un decreto sanzionatorio da parte del Direttore Regionale.
Alla dirigente è stata inflitta una sospensione dal servizio di due mesi, con contestuale privazione della retribuzione.
Le motivazioni del provvedimento hanno evidenziato la gravità della mancata denuncia delle molestie, un comportamento che ha arrecato un serio danno al prestigio dell’istituzione scolastica.
L’aver gestito una situazione tanto delicata al di fuori dei canali ufficiali ha rappresentato una grave negligenza, poiché ha privato le studentesse della necessaria tutela e ha minato il rapporto di fiducia tra la scuola, le famiglie e la comunità, mettendo in discussione l’integrità dell’ambiente educativo.
La Conferma della Sanzione nei Due Gradi di Giudizio
La dirigente ha tentato di opporsi alla sanzione, prima con un ricorso al Tribunale di Salerno, respinto nel maggio 2022, e successivamente in secondo grado.
La Corte d’Appello, con la sentenza pubblicata lo scorso giugno, ha definitivamente chiuso la questione, confermando la legittimità del provvedimento.
Per i giudici, le dichiarazioni convergenti raccolte durante le audizioni ispettive hanno dimostrato senza ombra di dubbio la piena consapevolezza della preside.
Un aspetto fondamentale nella determinazione della pena è stata la recidiva della dirigente, già sanzionata in precedenza, che ha reso la sospensione una misura proporzionata. La vicenda si è conclusa con la condanna della preside al pagamento di quasi 5.000 euro di spese legali.