Un forte pregiudizio contro la scuola statale: è questa la netta accusa che la FLC CGIL, tramite la segretaria generale Gianna Fracassi, rivolge al governo. In un comunicato stampa ufficiale, il sindacato contesta le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla parità scolastica in occasione del Meeting di Rimini, ritenute un tentativo di indebolire l’istruzione pubblica, pilastro basilare del sistema formativo nazionale e della democrazia.
Il Richiamo alla Costituzione a Difesa del Sistema Pubblico
I rappresentanti sindacali richiamano con forza i principi costituzionali, che pongono l’istruzione pubblica al centro del patto sociale. L’articolo 33 della Costituzione affida alla Repubblica il compito di istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”.
Un dovere che, secondo la FLC CGIL, rappresenta la garanzia essenziale per assicurare a tutti i cittadini il diritto all’istruzione, come sancito anche dall’articolo 34.
Una formazione pubblica, gratuita e accessibile è vista come lo strumento determinante per promuovere le pari opportunità e rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.
Il sindacato sottolinea come soltanto un sistema pubblico solido possa tutelare le fasce più fragili della popolazione e costruire una società realmente equa e inclusiva.
Autonomia Differenziata: un Rischio per l’Equità Formativa
Il progetto di autonomia differenziata è uno dei punti più critici sollevati dal sindacato, poiché considerato una seria minaccia per l’unità del sistema educativo.
Tale riforma, secondo la FLC CGIL, rischia di frammentare l’istruzione nazionale, con la possibile creazione di sistemi scolastici regionali a velocità diverse e con standard qualitativi disomogenei.
Una simile impostazione, secondo il sindacato, potrebbe accentuare le disuguaglianze territoriali già esistenti e, soprattutto, rappresenta un’ulteriore prova del pregiudizio contro la scuola statale, poiché ne comprometterebbe l’unità e il principio di equità formativa per gli studenti, che vedrebbero il loro diritto all’istruzione dipendere dal luogo di residenza.
Pregiudizio Contro la Scuola Statale e Mancanza di Risorse
Un altro elemento fondamentale della critica riguarda la gestione delle risorse economiche. La FLC CGIL denuncia il mancato stanziamento di fondi adeguati per il rinnovo del contratto collettivo del personale scolastico come una manifestazione concreta di questo atteggiamento.
Per il sindacato, la scelta politica non è casuale, ma riflette una precisa volontà di svalutare il lavoro di docenti e personale ATA che operano nel settore pubblico.
Un’adeguata valorizzazione professionale ed economica è, invece, un passaggio imprescindibile per garantire la qualità dell’insegnamento, contrastare il precariato e il burnout professionale, e assicurare il buon funzionamento delle istituzioni. La mancanza di investimenti si ripercuote direttamente sulla didattica e sulla capacità del sistema di attrarre e trattenere personale qualificato.
Parità Scolastica: Una Leva per Indebolire il Pubblico?
Il sindacato contesta duramente l’interpretazione governativa di “parità scolastica” e “libertà educativa“.
Dietro queste espressioni, la FLC CGIL intravede una strategia finalizzata a promuovere gli istituti privati. Si teme che tale approccio, alimentato da un evidente pregiudizio contro la scuola statale, possa erodere ulteriormente le fondamenta dell’istruzione pubblica, sottraendo risorse vitali.
La libertà di scelta educativa, per il sindacato, si garantisce attraverso un sistema pubblico forte, plurale e di alta qualità, accessibile a tutti.
L’obiettivo ultimo, ribadito nel comunicato, dovrebbe essere quello di potenziare il sistema statale per renderlo il motore dello sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese, capace di formare cittadini consapevoli e critici.
Comunicato stampa
“L’unico pregiudizio ideologico evidente e chiaro è quello contro la scuola statale e contro chi ci lavora. Dopo aver tentato di frammentarla con l’autonomia differenziata e dopo aver negato le risorse per valorizzarne il personale attraverso il contratto collettivo, ciancia di effettiva parità scolastica e di libertà educativa. Consigliamo caldamente di rileggere tutta la Costituzione, che non è un menù a la carte, e forse scoprirebbe che il primo obbligo per la Repubblica è di istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi. E’ solo così che si garantisce il diritto all’istruzione per tutti e tutte e si favoriscono le pari opportunità a partire dalle fasce più fragili della popolazione.”