A chiarire quale sia la responsabilità della scuola negli infortuni degli studenti è una sentenza del Tribunale di Nocera Inferiore – in provincia di Salerno – che, dopo oltre dieci anni di processi, ha fissato un punto fermo.
Il Tribunale ha stabilito che la responsabilità degli istituti scolastici – in caso di incidente subito da uno studente – non è assoluta, ma limitata da ciò che è ragionevolmente prevedibile e controllabile.
Il caso: cosa è successo in aula
Dal banco di scuola all’aula di tribunale: è il destino che ha segnato un quattordicenne di Nocera Inferiore, ferito durante una lezione nel maggio 2014 di una mattina qualunque.
La ricostruzione dei fatti indica la docente impegnata alla lavagna con la spiegazione, mentre tra i banchi l’atmosfera è la solita: libri aperti, chi prende appunti e chi, invece, si lascia distrarre. In pochi istanti, però, la normalità si spezza.
Alcuni studenti scherzano, ridono, si muovono con leggerezza tipica dell’età. Un gesto troppo rapido, un contatto involontario, e un ragazzo di 14 anni viene colpito al volto. Il risultato è grave: la frattura di un dente incisivo.
Per la famiglia inizia una battaglia legale contro l’istituto, con l’accusa di non aver garantito la necessaria vigilanza. Una sfida giudiziaria che, caso dopo caso, arriva fino al Tribunale di Nocera Inferiore.
I giudici e il confine della responsabilità scolastica
Il nodo da sciogliere è cruciale: fino a che punto una scuola è responsabile degli incidenti che avvengono tra gli studenti?
La risposta dei giudici è netta: l’evento è stato “imprevedibile, repentino e inevitabile”. In altre parole, nessun docente avrebbe potuto impedirlo.
La decisione richiama la giurisprudenza della Cassazione, che esclude la responsabilità dell’istituto quando l’infortunio è causato da un fatto fortuito, totalmente estraneo al controllo della sorveglianza.
Un dettaglio ha pesato molto: gli stessi genitori, nell’atto di citazione, avevano definito l’episodio “accidentale”. Una parola che, di fatto, ha minato le basi della loro richiesta risarcitoria.
Il verdetto finale respinge ogni pretesa di indennizzo e condanna la famiglia al pagamento delle spese processuali: 2.540 euro, oltre ai costi della consulenza medico-legale.
Quando la sorveglianza scolastica ha dei limiti
Da sempre, i genitori considerano l’iscrizione a scuola come una sorta di “contratto di custodia”: l’istituto, attraverso insegnanti e personale, è tenuto a garantire la sicurezza dei ragazzi durante le ore di lezione.
La giurisprudenza ha consolidato il principio per cui la scuola risponde degli incidenti che avvengono tra le sue mura, salvo dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitarli.
Il caso in esame, però, ha messo in evidenza il lato opposto della medaglia. Secondo i giudici, non si può pretendere che un docente sia in grado di impedire ogni singolo gesto improvviso che nasce in modo repentino tra decine di adolescenti.
Quando un episodio è frutto di un’azione accidentale e imprevedibile, scatta l’esimente che libera la scuola dalla colpa.
Una lezione oltre l’aula
La vicenda di Nocera Inferiore offre una riflessione amara ma necessaria: la scuola ha l’obbligo di vigilare e prevenire, ma non può garantire l’impossibile.
Gli infortuni scolastici vanno valutati caso per caso, distinguendo tra responsabilità effettiva dell’istituto e pura casualità. Per genitori e studenti significa accettare che, accanto al diritto alla sicurezza, esiste anche il limite dell’imprevedibilità, che nessuna vigilanza potrà mai annullare del tutto.


