FLC CGIL e divieto uso cellulare a scuola: con una nota del luglio scorso, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha riacceso il dibattito sull’impiego degli smartphone in classe. La questione è emersa con forza dopo la disposizione di estendere il divieto anche alle superiori. La direttiva, motivata da una recente indagine OCSE che evidenzia gli effetti negativi sul rendimento scolastico, ha immediatamente sollevato una netta opposizione da parte delle organizzazioni sindacali, che la definiscono un’ingerenza nell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
FLC CGIL e Divieto Uso Cellulare a Scuola: il Contesto della Direttiva
La decisione del Ministro Valditara di intervenire sull’uso degli smartphone a scuola si fonda sui risultati di un’indagine internazionale che ha messo in luce una correlazione tra l’eccessiva esposizione ai dispositivi digitali e un calo delle performance degli studenti.
Sulla base di tali dati, il Ministero ha emanato una circolare che invita i dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado a implementare un divieto per scopi non didattici durante le ore di lezione.
Una simile disposizione, tuttavia, ha generato perplessità, poiché la gestione dei dispositivi elettronici è già normata dai regolamenti interni di quasi tutti gli istituti scolastici. Il provvedimento ministeriale, pertanto, viene percepito da molti non come un’innovazione, ma come un’imposizione che scavalca le decisioni già prese a livello locale.
La Critica della FLC CGIL: Una Misura Impraticabile e Diseducativa
Secondo Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, la soluzione proposta dal Ministro è “profondamente sbagliata, diseducativa e di fatto impraticabile”.
Il sindacato sostiene che l’intento di Valditara sia puramente demagogico, poiché l’utilizzo dei cellulari in classe è già disciplinato.
La critica si concentra sulla natura del provvedimento: invece di affrontare la complessità della dipendenza dalla tecnologia con un approccio educativo, si sceglie una via proibizionista.
Una scelta di questo tipo non solo appare inefficace, ma rischia di essere controproducente. Invece di promuovere una maggiore consapevolezza e un uso critico degli strumenti digitali, la misura si limita a una restrizione che non educa gli studenti a un comportamento responsabile fuori dalle mura scolastiche.
Smartphone a Scuola: Strumento Didattico o Distrazione?
Un aspetto fondamentale della polemica FLC CGIL e divieto uso cellulare a scuola riguarda il potenziale didattico degli smartphone.
Il sindacato sottolinea, infatti, come un divieto generalizzato privi docenti e studenti di uno strumento dalle infinite potenzialità.
Oggi, i dispositivi mobili sono un veicolo per accedere a libri di testo digitali, per effettuare ricerche in tempo reale e per utilizzare applicazioni educative interattive. La promozione di un corretto utilizzo didattico dello smartphone appare una sfida educativa ben più formativa di un semplice divieto.
L’approccio del Ministero sembra ignorare queste opportunità, concentrandosi unicamente sugli aspetti negativi. La vera sfida, secondo i critici, non è bandire la tecnologia, ma integrarla in modo intelligente e responsabile.

Autonomia Scolastica e Implicazioni per i Dirigenti
L’elemento più controverso della direttiva è la sua pesante ingerenza nell’autonomia delle istituzioni scolastiche, un principio tutelato dalla Costituzione.
La nota del Ministro si rivolge direttamente ai dirigenti scolastici e li obbliga a rivedere i regolamenti d’istituto e i patti di corresponsabilità.
Ai dirigenti viene, di fatto, scaricata la responsabilità di individuare sanzioni disciplinari, un compito che può generare tensioni.
Tale impostazione centralista, che detta regole uniformi senza tenere conto dei contesti specifici, rappresenta una violazione dell’autonomia organizzativa e didattica che spetta a ogni singola scuola, trasformando i dirigenti in meri esecutori di direttive ministeriali.
Una Manovra Distrattiva dai Veri Problemi della Scuola
In ultima analisi, la FLC CGIL definisce il provvedimento come “l’ennesima trovata” con cui il Ministro Valditara cerca di distogliere l’attenzione dai reali problemi del sistema scolastico.
Con l’inizio di ogni anno scolastico, si ripresentano questioni irrisolte come la carenza di docenti, le classi sovraffollate e la necessità di maggiori investimenti.
Invece di affrontare queste criticità strutturali, il dibattito pubblico viene dirottato su un tema mediaticamente efficace ma pedagogicamente discutibile. La dura presa di posizione su FLC CGIL e Divieto Uso Cellulare a Scuola evidenzia come l’insistenza su un’idea di scuola autoritaria appaia come una manovra per mascherare l’assenza di soluzioni concrete.

Comunicato stampa
“Con una nota del luglio scorso, il ministro Valditara continua la sua crociata contro l’autonomia scolastica e dispone anche nelle scuole superiori il divieto di utilizzo degli smartphone, in risposta all’allarme lanciato da una recente indagine OCSE sugli effetti negativi sul rendimento scolastico.
La soluzione prospettata dal ministro per far fronte a un problema complesso come quello della eccessiva dipendenza degli adolescenti dai dispositivi elettronici è profondamente sbagliata, diseducativa e di fatto impraticabile. Valditara ha infatti solo l’intento demagogico di propagandare l’assunzione di una misura, quando in realtà l’uso dei cellulari in classe è già regolato in tutte le scuole da precise disposizioni che ne vietano l’impiego per fini personali o ricreativi, e questo il ministro dell’Istruzione non può non saperlo.
Sarebbe invece necessario promuovere nelle scuole maggiore consapevolezza e spirito critico nell’utilizzo di questi strumenti anche fuori dalle mura scolastiche, senza privare studenti e docenti degli innegabili vantaggi e delle infinite potenzialità derivanti dall’utilizzo didattico degli smartphone in classe. Inoltre, già da diversi anni c’è la possibilità di adottare libri di testo in formato digitale che oggi gli studenti consultano anche in classe dai loro smartphone, ma forse Valditara non lo ricorda.
Quello che risulta più grave e pericoloso è che il ministro con le sue disposizioni interviene pesantemente nell’autonomia delle istituzioni scolastiche tutelata dalla Costituzione. Con una nota che si rivolge direttamente ai dirigenti scolastici, li obbliga a rivedere regolamento di istituto e patto di corresponsabilità con le famiglie e a individuare specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto, scaricando di fatto sui dirigenti la ricerca di soluzioni divisive e difficilmente praticabili.
Si tratta dell’ennesima trovata con la quale Valditara, grazie anche al sostegno alla sua iniziativa da parte di un’associazione professionale di dirigenti scolastici, nel ribadire la sua idea autoritaria di scuola che vieta e punisce, vuole in realtà distogliere l’attenzione dai veri problemi del sistema scolastico che puntualmente si ripresentano senza soluzione ad ogni apertura dell’anno scolastico.”


