Durante l’appuntamento politico “La Piazza fa rumore” di affariitaliani.it a Ceglie Messapica, uno dei temi più caldi è stata la pensione anticipata con Tfr. L’idea sul tavolo è quella di permettere ai lavoratori di lasciare il lavoro a 64 anni, purché abbiano almeno 25 anni di contributi, utilizzando il Trattamento di fine rapporto (Tfr) come integrazione della pensione.
Una formula simile garantirebbe il raggiungimento della soglia minima mensile — circa 1.600 euro — combinando assegno previdenziale e rendita da liquidazione. In teoria, si alleggerirebbe così la spesa pubblica nell’immediato.
In pratica, però, emergono nodi complessi: non tutti i dipendenti hanno lo stesso percorso contributivo e le differenze tra chi mantiene il Tfr in azienda e chi lo ha trasferito alla Tesoreria rischiano di creare disparità difficili da gestire.
Calderone frena, Inps spinge per il confronto
Sul tema è intervenuta la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che ha invitato alla prudenza. Secondo la titolare del dicastero, la proposta deve essere analizzata a fondo per capire come inciderebbe sulle diverse categorie di imprese e lavoratori, senza trascurare l’impatto di lungo periodo sulla stabilità del sistema pensionistico.
Più aperta, invece, la posizione del presidente dell’Inps, Gabriele Fava, che ha definito utile uno studio di fattibilità.
L’istituto, ha ribadito, può applicare qualunque formula venga decisa dal legislatore, ma esplorare nuove strade di flessibilità significa offrire ai cittadini strumenti più vicini ai loro bisogni.
Lavori gravosi e sostenibilità: i veri nodi della riforma
Al di là del Tfr, il dibattito previdenziale tocca anche un altro punto cruciale: i lavori usuranti. Calderone ha rilanciato l’urgenza di costruire criteri più equi per permettere a chi svolge mansioni pesanti di andare in pensione prima.
Il percorso passerà inevitabilmente da un confronto con i sindacati e da regole oggettive che evitino discriminazioni.
Resta poi la questione della sostenibilità complessiva: ogni ipotesi di flessibilità deve reggere all’impatto demografico e finanziario. L’eventuale incremento di tre mesi sugli assegni futuri, evocato in altre sedi, va letto proprio in questa logica di equilibrio strutturale.
Verso l’autunno: un cantiere ancora aperto
La rassegna pugliese, che ha visto alternarsi decine di protagonisti della politica, ha confermato che la riforma delle pensioni sarà il dossier centrale dei prossimi mesi.
L’idea della pensione anticipata con Tfr divide le posizioni, ma indica la direzione del dibattito: maggiore flessibilità per i lavoratori, senza compromettere i conti dello Stato.
Il vero banco di prova arriverà con il confronto tra governo, Parlamento e parti sociali. Solo allora si capirà se questa ipotesi resterà un’idea sperimentale o diventerà un pilastro della futura previdenza italiana.