Cambio di prospettiva epocale per il nostro sistema scolastico: la Riforma scuola 4+2, oggi al vaglio del Consiglio dei Ministri, punta a rimodulare in modo completamente innovativo la formazione tecnica per favorire l’accesso immediato al mondo del lavoro. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Che cos’è la Riforma scuola 4+2
La Riforma scuola 4+2 prevede, per l’appunto, quattro anni di scuola superiore a indirizzo tecnico o professionale, seguiti da due anni di specializzazione negli ITS Academy.
Si tratta di un percorso snello e immediato che permette agli studenti di acquisire competenze pratiche in tempi più rapidi, senza rinunciare a una solida preparazione teorica.
In questo modo, la scuola non resta fine a sé stessa ma diventa il trampolino di lancio verso professioni ad alta specializzazione, in linea con la domanda delle imprese.
Dalla sperimentazione alla stabilità normativa
Il modello 4+2 non nasce dal nulla: è stato infatti testato negli ultimi anni come progetto sperimentale. Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, diventa parte integrante dell’ordinamento scolastico, segnando un passaggio storico per l’istruzione tecnico-professionale in Italia.
Ciò significa offrire finalmente un percorso strutturato, competitivo e riconosciuto, che mette la formazione tecnica sullo stesso piano di quella liceale e universitaria, rivalutandone il ruolo strategico.
Le principali novità della Riforma scuola 4+2
Con il modello 4+2, gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere direttamente ai corsi degli ITS Academy. In alternativa, il percorso quadriennale conferirà un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro al pari di un diploma quinquennale e consente di iscriversi all’Università.
Vengono istituiti, inoltre, i “campus”: reti che collegano l’offerta didattica degli Istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale. La qualità del percorso d’istruzione dei ragazzi sarà garantita attraverso una maggiore interazione con il mondo del lavoro e la presenza di esperti provenienti dalle imprese per coprire competenze che non sono presenti tra i docenti.
Verrà potenziato lo studio delle materie STEM, delle lingue, la didattica laboratoriale e i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) e gli istituti potranno riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio. Non da ultimo, gli organici dei docenti resteranno invariati, consentendo il potenziamento dello studio delle discipline nel quadriennio.
Un segnale d’allarme dal mercato del lavoro
La scelta di rendere strutturale la Riforma scuola 4+2 non arriva a caso. I numeri, infatti, parlano chiaro: entro il 2027 quasi la metà delle posizioni aperte rischia di rimanere vacante perché mancheranno candidati con le competenze giuste.
Un vuoto che non solo penalizzerebbe i giovani in cerca di occupazione, ma metterebbe anche un freno allo sviluppo economico nazionale.
In questo contesto, il nuovo modello formativo si pone come uno strumento strategico: accorciare i tempi della scuola, rafforzare la preparazione tecnica e creare un collegamento stabile con il mondo delle imprese significa dare una risposta concreta a un problema che potrebbe diventare strutturale.
La filiera 4+2 diventa così non soltanto un percorso educativo innovativo, ma anche una leva per garantire continuità produttiva e crescita al sistema Paese, allineando finalmente l’offerta formativa alle reali esigenze del mercato del lavoro.


